Algeria del Nord: Itinerario archeologico, i siti più spettacolari

l’Algeria, pur rimanendo ancora lontana dall’essere considerata una meta agevole, offre dei contenuti di primissimo livello dal punto di vista archeologico, oltre che naturalistico e culturale. Per quanto mi riguarda, è proprio l’archeologia ad avermi portato fin qui, in Algeria, curioso di conoscere le rovine di alcune leggendarie città romane, come Timgad, Lambese e Djemila, tra le altre, di cui avevo appreso durante gli studi universitari, quando ero ancora un giovincello, mosso da tanti sogni e suggestioni.

Sogni e suggestioni che per fortuna sono diventati realtà, se è vero che Vitamina Project mosse i suoi primi passi, ormai più di dieci anni fa, dall’ambizione mia e di Giulia di raggiungere Machu Picchu, punto di partenza di una serie di viaggi a sfondo archeologico che ci hanno portato successivamente ad attraversare mezzo mondo (vd. Angkor in Cambogia, Bagan in Myanmar, Sukothai in Thailandia, Petra in Giordania, senza dimenticare gli spettacolari siti archeologici dell’Antico Egitto, e quelli non riconosciuti dall’archeologia ufficiale come le piramidi bosniache vicino Sarajevo e tanti altri).

L’ENORME PATRIMONIO ARCHEOLOGICO DELL’ALGERIA

Tornando però al motivo di questo articolo, l’Algeria, andiamo a scoprire insieme quali sono i siti archeologici più spettacolari che ho incontrato nel corso di dieci giorni, attraverso un itinerario che dalla capitale Algeri, mi ha portato fino alle porte del deserto, a Ghardaia. Siti storici e città leggendarie, tutte accumunate da un unico comun denominatore: l’Impero Romano. I Romani, infatti, si sono spinti fin qui, sulle coste nord-africane per fondare colonie di incredibile splendore che per fortuna sono giunte fino al nostro tempo per farsi ammirare dai viaggiatori più curiosi che giungono qui bypassando i pregiudizi e la scarsissima notorietà di un paese, l’Algeria, tra i paesi più ricchi al mondo per quanto riguarda il patrimonio archeologico.

teatro romano di Djemila

“Fino alla seconda metà del XVIII secolo le conoscenze sul passato romano dell’Algeria erano quasi inesistenti. Solo grazie all’Illuminismo e alla moda dei viaggi culturali da parte degli intellettuali europei venne portata alla luce la ricchezza della civiltà classica nel Maghreb.”

NATIONAL GEOGRAPHIC

Ma quali sono i siti archeologici più spettacolari dell’Algeria? La maggior parte di essi si trova nel nord del Paese per lo più concentrati tra la costa e i Tell, ovvero i massicci montuosi che precedono la regione Sahariana. Si trattava di porti, di empori commerciali, oppure di accampamenti militari e centri per veterani di guerra, che ospitavano terme, teatri, biblioteche e ville sontuose, città monumentali a migliaia di chilometri da Roma, senza però far dimenticare a chi vi abitava la grandiosità dell’Impero.

<< Sale il sole su Tipasa
Torna il tempo di Iside sul Mare di Mezzo.
Echi di Vandali e Getuli Infuriano alle porte di Algeri
Messaggeri mori e bizantini Travolgono la piana di Iol
Mentre la sabbia inghiotte per sempre Timgad e Lambese.

Oblii, paure, silenzi perpetui
Rovine riemerse in nome di Roma e di Augusto,
di Caracalla e Traiano, pregne di sangue di legionari e Legati
Ormai dispersi tra le maglie del tempo.

Non sento null’altro che un suono continuo
Un indomabile sibilo come un oscuro presagio
Che corre tra i ciottoli degli Altopiani rocciosi e
Si propaga tra le immense distese del Grande Sahara

Come una voce profonda che arriva fino a Ghardaia
Nella valle del M’zab simile a un lamento d’amore
Represso nel cuore di donne belle come la notte
velate e nascoste dalla legge del Corano Ibadita.

Ogni immagine lentamente sfuma tra i secoli andati
Sgorga nel cuore di viaggiatori futuri,
Rivive nel sogno di cammellieri mai nati
Arrembanti lungo la scia di vecchie carovane morenti.
Poi null’altro che sabbia, che sole
Che polvere. È il deserto che corre

Inarrestabile, puro, devastante
Verso il mare e lentamente prende forma
Trascinando con sé fino all’ultimo granello di Storia
le immense oscurità mentali del misterioso Medracen. >>

[dal diario di viaggio di Vitamina Project]

Il teatro di Timgad

TIMGAD, LA POMPEI D’AFRICA

Timgad è uno dei siti meglio conservati d’Algeria, non a caso protetto dal sigillo dell’UNESCO. Dopo aver raggiunto il suo massimo splendore nel secondo secolo dopo Cristo, e lo testimoniano le 14 terme pubbliche, la solenne biblioteca, il teatro da oltre 3000 posti e l’imponente foro cittadino, la città fu abbandonata con la fine dell’epoca bizantina per poi letteralmente scomparire tra le sabbie del tempo, anzi di quelle del Sahara per oltre dieci secoli, e venir riscoperta da un esploratore inglese, un certo James Bruce, alla fine del ‘700. Proprio a causa di queste contingenze, la città di Timgad, è arrivata fino a noi in ottime condizioni, contingenze che gli valsero la definizione di Pompei d’Africa. Timgad, l’antica Thamugadi, fondata dall’imperatore Traiano nel 100 d.C. per accogliere i veterani della Legio III Augusta, è un ottimo esempio di urbanistica romana, grazie alla struttura regolare disposta in isolati simmetrici e disposti lungo le due vie principali del Cardo e Decumano. E poi, a Timgad ogni edificio evoca la potenza di Roma: l’arco di Traiano, la porta est e ovest di Marco Aurelio, le terme monumentali, la biblioteca, le strade lastricate, le vie colonnate e gli splendidi pavimenti mosaicati delle case, visitabili nel bellissimo museo alle porte del sito archeologico.

LAMBESE, LA SEDE DELLA LEGIO III AUGUSTA

Scendendo verso le montagne dell’Aures si arriva a Lambese, dove si può ammirare un’antica fortezza legionaria fondata sotto l’Imperatore Tito nel 81 d.C. che ospitò, fino alla conquista dei Vandali, la leggendaria Legio III Augusta, ovvero il principale centro militare della provincia proconsolare d’Africa. Mentre, nel III secolo la città divenne addirittura capitale della provincia di Numidia. Oggi purtroppo, di quel tempo non resta granché visto che le rovine sono state irrimediabilmente compromesse, anzi deturpate dalla colonizzazione francese a favore di un penitenziario e del centro urbano moderno. Al centro del sito, però, si nota l’arco trionfale tetrapilo che troneggia sulla pianura, attraverso il quale si aveva accesso al quartier generale della fortezza.

DJEMILA, LA PIU’ BELLA

Un altro gioiello del patrimonio archeologico d’Algeria è Djemila, anch’esso sito patrimonio UNESCO, il cui nome berbero significa “la più bella”, e in effetti lo è per l’ottimo stato di conservazione, per la straordinaria ricchezza dei mosaici raccolti nel museo locale, per la sua suggestiva posizione tra gli altipiani settentrionali della catena dell’Atlante a circa 900 metri d’altitudine. Passeggiando tra le strade del sito, che rappresenta un eloquente esempio della capacità dei romani di adattare il tradizionale schema urbanistico ortogonale anche in un contesto geografico di montagna, si possono ammirare foro, templi, archi trionfali, basiliche cristiane, ville e impianti termali.

“Tra le colline ondulate d’Algeria, l’antica Cuicul appare come un tappeto adagiato sui rilievi della Piccola Cabilia, a 900 metri d’altezza, circondata da due depressioni dovute ai due fiumi, Guergour e Betane.”

ANNABA, L’ANTICA IPPONA

Un’altro sito archeologico da non perdere in un viaggio in Algeria è Annaba, l’antica Ippona dove morì Sant’Agostino. La città fu fondata come colonia dai Fenici e fu spesso scelta come residenza dai re di Numidia; conobbe un notevole sviluppo economico sotto Roma durante l’età imperiale e, nel IV secolo, divenne sede episcopale. Il più illustre dei suoi vescovi fu, appunto, Sant’Agostino che vi trovò la morte durante l’assedio dei Vandali nel 430. Oggi il sito archeologico di Annaba è molto ben conservato e a differenza di tutti gli altri finora menzionati non fu fondato dai romani, bensì, come detto dai fenici. Oltre a questa particolarità storica, a renderlo suggestivo è anche il contesto paesaggistico, del tutto agresto e avvolto dalla natura con sullo sfondo la città nuova.

TIDDIS

Situata in una posizione spettacolare a circa 30 km da Costantine, il sito di origine romana (in latino il suo nome era Castellum Tidditanorum) si trova su un pendio naturale piuttosto ripido e a questo deve la spettacolarità di un cardo che segue l’inclinazione della collina, anziché tagliare la città, come nelle altre città romane, con una strada perfettamente retta da sud a nord. Oltre ai classici edifici di epoca romana, particolarmente interessanti sono le cisterne, i canali e il Tempio di Mitra, culto proveniente dall’Asia Minore interpretato in chiave misterica diffusosi poi nell’esercito e tra i componenti della burocrazia imperiale.

TIPASA

Giustamente celebrata dal premio nobel Albert Camus in uno dei saggi sulla sua adorata Algeria, Tipasa è sito protetto dal sigillo UNESCO che si trova a circa 60 km dalla capitale Algeri. In un contesto marittimo e bucolico, le vie della città si snodano tra palme e ulivi secolari aprendosi ad un panorama mozzafiato che degrada direttamente sul Mar Mediterraneo. Molto ben conservati rimangono l’anfiteatro di epoca romana, le terme e i resti della basilica cristiana più grande d’Africa.

“In primavera, Tipasa è abitata dagli dei e gli dei parlano nel sole è nell’odore degli assenzi, nel mare corazzato d’argento, nel cielo d’un blu crudo, fra le rovine coperte di fiori e nelle grosse bolle di luce, fra i mucchi di pietre. In certe ore la campagna è nera di sole”

Albert Camus – L’ESTATE E ALTRI SAGGI SOLARI

LA TOMBA DELLA CRISTIANA

A sud della strada che collega Tipasa ad Algeri, si trova poi la Tomba della Cristiana, che assieme al Medracen, è considerato uno dei siti archeologici più misteriosi di tutta l’Algeria. Il maestoso mausoleo è visibile a chilometri di distanza e in tempi antichi è stato spesso un riferimento per pescatori e marinai. Questo strano edificio, di cui si sa ancora ben poco, e che rientra nella tipologia delle tombe a tumulo, riscontrabili un po’ in tutta l’area del Mediterraneo, è datato alla prima metà del I sec. a.C. e molto probabilmente era destinato ad accogliere i defunti della famiglia reale numida, secondo alcuni Giubba II e sua moglie Cleopatra Selene II (l’unica figlia di Cleopatra), secondo altri Bocchus II. A parte queste ipotesi, ad oggi il segreto del Mausoleo rimane tale.

Tomba della Cristiana

In Ageria vi sono altri monumenti simili, tra tutti menzioniamo doverosamente il Madracen che si trova nella regione di Batna, anch’esso come tutti gli altri trovato sprovvisto di corredo funerario, aspetto che ha reso ancor più difficoltoso il processo di analisi e ricostruzione della sua funzione. In generale, però, si possono ipotizzare strette relazioni tra le cosiddette tombe a bazina presenti in misura molto più ridotta in altri siti algerini, tra cui quello di Tiddis.

Il misterioso Madracen

VUOI VIAGGIARE IN ALGERIA?

Affidati a noi, siamo viaggiatori esperti, conosciamo molto bene queste zone, e saremo felici di mettere al tuo servizio la nostra esperienza. Noi crediamo in un turismo più lento e responsabile, che privilegi il contatto con i popoli e la natura, e dia priorità all’esperienza diretta.

SE VUOI SAPERNE DI PIU’ CONTATTACI AL NOSTRO INDIRIZZO MAIL info@vitaminaproject.com oppure VISITA LA NOSTRA PAGINA DEI SERVIZI, CLICCANDO QUI

Continua a leggere...