Tra le esperienze da non perdere durante un viaggio in Giappone, c’è sicuramente quella di entrare in un onsen, emblema della complessa e raffinata cultura nipponica, come potrebbe esserlo la cerimonia del té o uno spettacolo di geisha. Particolarmente comuni su tutto il territorio nazionale (se ne contano circa 2500), gli onsen sono, per i giapponesi, il luogo dove il corpo incontra il ristoro dello spirito, un’oasi di pace, nonché occasione necessaria per fuggire le angherie della frenetica quotidianità. Poiché strettamente legati alla tradizione giapponese, prima di entrare in un onsen, sarà necessario per i turisti occidentali conoscere le regole principali al fine di non offendere nessuno. Tratteremo, perciò, in questo articolo le norme da seguire per godersi l’esperienza dell’onsen secondo i principi del protocollo giapponese.
Come premessa necessaria, precisiamo che per essere legalmente definito “onsen”, l’acqua di una sorgente termale deve contenere tracce di almeno 19 minerali specifici e deve presentare una temperatura naturale di almeno 25°C, conditio sine qua non; in assenza di queste caratteristiche, si tratta di un sentō, ovvero di un semplice bagno pubblico con acqua riscaldata. Gli ashiyu, invece, sono i tipici pediluvi che si trovano nei pressi delle città termali, o anche in località turistiche, dove è possibile immergere gratuitamente i piedi. In media gli onsen raggiungono una temperatura di 40°C, ma esistono anche sorgenti con una temperatura dell’acqua prossima all’ebollizione, dove o non ci si può immergere per ovvie ragione, oppure viene aggiunta dell’acqua fredda a scopo mitigatore.

Il concetto di terme in Giappone ha origini molto antiche e nel corso del tempo ha subito una lunga e lenta evoluzione. Pensate che la storia degli onsen inizia addirittura con i primi insediamenti umani per poi arricchirsi con la codificazione dei rituali buddisti legati alla purificazione. Originariamente gli Onsen erano pubblici e situati all’aperto, nel tempo però le cose sono andate cambiando e oggigiorno diversi Ryokan (alberghi giapponesi tradizionali) hanno i propri Onsen; inoltre anche il numero di bagni privati è aumentato, favorendo così la diffusione di Onsen dall’impronta più turistica.
PRINCIPALI NORME DA CONOSCERE PRIMA DI ENTRARE IN UN ONSEN PUBBLICO
Per godervi al meglio (e per permetterlo anche agli altri) l’esperienza dell’onsen è necessario seguire un vademecum di comportamento, o più precisamente un protocollo, che per i Giapponesi è fondamentale; perciò partendo dal presupposto che il viaggiatore è ospite/osservatore della cultura del Paese che sta attraversando, sarà molto importante adeguarsi. Tra le norme assolutamente da seguire, ci sono:
- Entrare rigorosamente nudi, vanno perciò lasciati negli armadietti costumi e biancheria. Gli onsen prevedono nudità totale.
- Lavarsi accuratamente prima di entrare nelle vasche comuni, che sono intese soltanto come luogo di immersione e non di pulizia. Questa regola ha uno scopo certamente igienico, ma anche culturale: introdurre impurità nelle acque considerate divine, rappresenta una grossa mancanza di rispetto per l’antica cultura locale.
- Non è permesso portare all’interno telefonini e macchine fotografiche; questo per ovvie ragioni di privacy.
- Consigliabile mantenere un tono di voce basso, evitando schiamazzi e rumori gratuiti, anche se in generale i giapponesi tollerano tranquillamente l’eventuale irrequietezza dei bambini.
- Non è permesso l’ingresso alle persone tatuate. Questo perché nella cultura giapponese, possedere un tatuaggio significa essere coinvolti nei traffici della Yakuza, la mafia locale, ed è anche per questo che in generale non sono ben visti. Con l’aumento dei turisti, però, sempre più Onsen ammettono l’ingresso delle persone con tatuaggi, purché vengano coperti con un cerotto adesivo.
- E’ buona educazione utilizzare l’asciugamano piccolo (il tenugui) per coprire le parti intime in ogni momento precedente e successivo all’immersione nella sorgente.
“Le vasche sono sempre divise per sesso, quindi se si viaggia con il proprio partner occorre mentalizzare che l’esperienza dell’onsen andrà fatta in solitaria, a differenza per esempio delle Terme a Budapest. Al momento di pagare l’accesso vengono consegnati due asciugamani, uno grande e uno piccolo. Nel caso in cui non vogliate pagare il noleggio dell’asciugamano, potrete portare i vostri direttamente da casa.”

LE MIGLIORI ONSEN DEL GIAPPONE
Come già premesso, in Giappone si contano oltre 2500 stazioni termali, questo perché l’isola nipponica si trova nella cosiddetta “Cintura di Fuoco del Pacifico”, una regione geografica molto calda geologicamente parlando, caratterizzata da frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche. Quale conseguenza diretta di questa caratteristica vi è un’alta presenza di stazioni termali diffuse in tutte il Giappone. Tra le più famose vi sono sicuramente quelle di Beppu Hatto, un complesso di ben otto città termali, ciascuna delle quali vanta molti bagni moderni e ben attrezzati e altrettanti ryokan dove è possibile rilassarsi in bellissimi onsen. C’è poi Hakone, situato nel centro del parco nazionale Fuji-Hakone-Izu, è una popolare meta turistica e termale, peraltro facilmente accessibile dal centro di Tokyo. Anche Ise Shima, situata nella prefettura di Mie e nota soprattutto per l’antica città di Ise, vanta la presenza di varie sorgenti termali, oltre di uno dei santuari shintoisti più sacri del Giappone. Il Parco Nazionale Ise-Shima è un luogo turistico naturale che si estende su 520 kmq intorno alla penisola di Shima, nota per le sue baie e insenature. Qui si pratica la coltivazione delle perle.
Nel Parco delle Scimmie di Jigokudani, nella prefettura di Nagano è addirittura ammirare intere famiglie di Macachi, solitamente piuttosto sfuggenti, rilassarsi nelle acque calde delle locali sorgenti termali.

Per una lista più completa ed esaustiva dei migliori onsen giapponesi vi segnaliamo la bellissima proposta edita da Ippocampo Edizioni. Questa guida raccoglie per le 140 migliori località termali sparse per tutto l’arcipelago giapponese: grandi centri benessere (i cosiddetti supa-sentō), bagni pubblici locali, SPA di lusso, rifugi tra i boschi e persino intere cittadine termali.
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