ABRUZZO: storia del borgo abbandonato di Buonanotte

“Quella del borgo di Buonanotte è una delle storie più singolari d’Abruzzo”

In Abruzzo, avvolto dal più completo silenzio e arroccato sulle pendici rocciose che guardano verso il lago di Bomba, si trova un paesino abbandonato già da tempo, dalla storia piuttosto particolare. Il suo nome è Buonanotte, anche se oggi è conosciuto come Montebello sul Sangro. Ma perché questa sovrapposizione di nomi e, soprattutto, che cosa si nasconde dietro il nome curioso di Buonanotte? La risposta è nella storia stessa del borgo, tanto tragica quanto curiosa, che inevitabilmente si insinua tra le intercapedini di varie vicende, che in un modo o nell’altro hanno contribuito alla preservazione di quello che, a ragione, può essere considerato uno dei borghi più curiosi e caratteristici d’Abruzzo.

scorcio del borgo abbandonato di Buonanotte

Il resoconto che segue è il frutto di una domenica esplorativa passata assieme agli amici di una vita, anch’essi come me grandi appassionati della Regione a cui dobbiamo le origini e che in ogni momento continua a regalarci momenti indimenticabili: l’Abruzzo, terra di pastori e contadini, poeti rurali, pescatori e soprattutto viaggiatori.

Con il Team a Pennadomo, il paesino che si trova ai piedi di Buonanotte

Una volta arrivati nel borgo di Pennadomo, è quasi fatta, basta fare altri 7 km e si giunge finalmente a Montebello sul Sangro, e quindi anche a Buonanotte, la cui storia si perde nel tempo, e forse anche nella memoria di quei pochi abitanti che possono testimoniare.

STORIA DEL PICCOLO BORGO DI BUONANOTTE

“Fino agli anni 1960 il paese era noto col nome di Buonanotte per merito di una leggenda medievale, ed era diviso dal borgo antico abbandonato di Buonanotte Vecchio; tale borgo fu definitivamente raso al suolo dall’enorme frana del 1887.”

Il comune di Montebello sul Sangro si trova adagiato su di un crinale, ed è facilmente raggiungibile dalla strada che attraversa il bellissimo borgo di Pennadomo, suggestivo anticamera al suggestivo mondo dell’abbandonato Buonanotte. Facendo un salto tra le pagine degli archivi storici si apprende che nel XII secolo il piccolo comune si chiamava Malanoctem, cioè Malanotte, diventato poi borgo antico di Buonanotte fino al 1969, quando assunse l’attuale denominazione.

Dominando la Val di Sangro, con vista privilegiata sulle acque cerulee del lago di Bomba, il comune di Montebello è diviso in due parti, la vecchia, ormai abbandonata a causa di una grave frana, che pian piano sta distruggendo tutto, e la nuova, poco distante, sorta sul versante orientale del Monte Vecchio.

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Andando molto a ritroso nel tempo e spulciando tra gli archivi, emerge che nel XII secolo il paese risulta citato come Malanotte dal cognome di una persona; precedentemente, nel 1089, viene citato nel Catalogus baronum come feudo di Odorisio di Malanotte, e doveva fornire un milite in caso di guerra. Tra il XV e il XVIII secolo il feudo passò sotto il controllo di vari Signori, tra cui la famiglia Medici e il capitano di Ventura, Jacopo Caldora, già signore del Feudo di Ortona. Nel XX secolo il borgo si chiamava Buonanotte, ma dal 14 giugno 1969, con D.P.R. n. 249 del 5 aprile 1969, cambiò il nome nell’attuale. A causa del terreno instabile, negli anni ’50-’60 il paese vecchio fu dichiarato inagibile per via di una frana a ridosso della valle di Pennadomo.

NUOVE PROSPETTIVE

Ad accogliere oggi il visitatore, ai piedi delle scale in pietra che di fatto fanno da preludio ad un mondo fantastico e surreale, un pannello esplicativo dominato dalla scritta “Buonanotte Contemporanea”, sulla quale si possono leggere le linee guida di un innovativo progetto artistico-architettonico.

“I resti e gli spazi abbandonati del borgo, privati dell’uso per cui erano stati creati, costituiscono il patrimonio da cui nasce “BUONANOTTE CONTEMPORANEA”, un progetto in cui l’azione congiunta tra l’architetto e artista dà vita ad un nuovo linguaggio, che non domina il borgo, ma lo valorizza senza cancellarne l’identità.”

Passeggiando tra le stradine arroccate e labirintiche del borgo fantasma di Buonanotte, oltre alle curiose ed evocative scritte sulle porte delle vecchie case, non si possono non notare alcune istallazioni contemporanee, che di fatto contribuiscono oggi a dare una nuova prospettiva ad un paese altrimenti destinato all’oblio del tempo. Si tratta appunto di istallazioni artistiche che mirano a consolidare il connubio tra Storia e Presente, Arte e Territorio, Realtà e suggestione, senza però cancellare l’identità di un borgo simbolo di un’intera regione, vessato dalle contingenze, ma da sempre oggetto delle attenzioni di poeti, artisti e viaggiatori.

Una delle istallazioni artistiche presenti nel borgo e curate dal Progetto Buonanotte Contemporanea

LA LEGGENDA DI MALANOTTE

Alla base del nome di Buonanotte c’è una storia di battaglia, che poi si è mescolata con il tempo trasformandosi in leggenda, eccola: intorno al 1300 il feudatario del paese fu sconfitto in battaglia e dovette pagare alle truppe vincitrici un tributo: concedere loro tutte le donne del paese per un’intera notte. Così il castello dove venne consumato l’oltraggio divenne noto come il “Castello di Malanotte”.

Ovviamente a riguardo ci furono dei risvolti, i quali li si apprendono sul portale del Comune di Montebello sul Sangro:

La caratteristica di questo piccolo centro posto a circa ottocento metri sul livello del mare è quella di aver cambiato più volte il proprio nome col passare dei secoli. Infatti anticamente, quando il borgo era sotto il dominio feudale del milite Oderisio, si chiamava Malanotte, ma in seguito questo toponimo si mutò in Buonanotte. La ragione del cambiamento, secondo la tradizione locale, va ricercata in un episodio di guerra tra popolazioni vicine topograficamente, ma ostili per cause a volte futili. Gli abitanti di Malanotte, dunque, sconfitti in qualche scaramuccia dai loro avversari, furono costretti a subire un’odiosa soperchieria, pagando un singolare tributo: cedere ai nemici, per una notte, le donne dimoranti nel paese. Di qui una duplice interpretazione del nuovo toponimo: se per gli abitanti del luogo, offesi nel loro onore maschile, quella era stata davvero una “malanotte”, per i vincitori, invece, si era trattato di una “buonanotte”. Ma a questo primo cambio di nome ne seguì un altro, decretato nel 1969, forse per cancellare una volta per sempre l’odioso episodio di storia locale: così da Buonanotte si passò all’attuale “Montebello sul Sangro”, che rispecchia bene la posizione gradevolmente panoramica del piccolo centro.

E allora non resta che addentrarci in questo magico mondo un tempo vivo ed abitato, oggi sospeso tra l’oblio e il Tempo del Sogno, magari facendoci guidare dalle parole semplici, eppure molto toccanti, di un tale Dangelo Mimmo, chissà forse vero custode di un luogo che speriamo non finirà mai.

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