Tutti hanno sentito parlare dell’Amazzonia, ma in pochi sanno cos’è il Cerrado brasiliano e dove si trova, eppure è il secondo bioma più vasto del Brasile dopo la foresta amazzonica, nonché la più estesa zona di savana tropicale al di fuori dell’Africa. Con le sue dimensioni, infatti, il Cerrado gioca un ruolo vitale nella disponibilità di acqua superficiale e sotterranea del Brasile. Al di là della sua scarsa popolarità, però, il Cerrado è un anello molto importante per l’equilibrio naturale del Brasile, eppure nonostante questo, la sua integrità sta venendo minata, specie negli ultimi decenni, da fattori antropici sempre più devastanti, che rischiano di comprometterne l’integrità. Ma che cos’è esattamente il Cerrado brasiliano e perché è così importante per gli equilibri planetari?
Andiamo a conoscerlo più a fondo, forti di una documentazione derivante dall’esperienza diretta scaturita a sua volta da vari viaggi, l’ultimo dei quali (maggio-agosto 2024), ci ha visti attraversare il Brasile nella quasi totalità dei suoi ricchi e variegati ecosistemi: dall’Amazzonia al Cerrado, dalla Mata Atlantica al Pantanal. Fondamentale, a riguardo, è stata la nostra collaborazione con l’Istituto Arvoredo, grazie alla quale abbiamo appreso molti dati e questioni che riguardano la straordinaria varietà del Cerrado e quindi la sua conseguente importanza all’interno di un equilibrio planetario.
“Il Cerrado è il secondo bioma più grande del Brasile, ed è tra le savane più ricche di biodiversità al mondo.”
CHE COS’E’ IL CERRADO E DOVE SI TROVA
Il Cerrado è uno dei principali biomi brasiliani, e allo stesso tempo uno dei più compromessi dall’impatto antropico (allevamento e agricoltura). Nello specifico si tratta di un’ecosistema di transizione che corrisponde alla Savana Tropicale, e che mette in collegamento l’Amazzonia con la Mata Atlantica. Nello specifico copre una vasta area compresa tra gli stati di Amapá e Roraima, San Paolo e Paraná, Pernambuco, Alagoas, Sergipe, fino ai confini di Pará e Amazonas. Si tratta di un enorme ecosistema attraversato da tre dei più grandi bacini fluviali del Sud America, e nonostante la sua apparente veste secca, gode di precipitazioni regolari che gli conferiscono una grande biodiversità, habitat naturale del formichiere gigante, la pantera, il lupo guarà, il tapiro, l’armadillo, solo per citare alcune specie animali, per non parlare della vasta varietà di fiori e pianti.
“Tra i vari biomi brasiliani, il Cerrado è quello più compromesso dall’impatto antropico (allevamento e agricoltura), principalmente a causa della sua natura pianeggiante, molto più facile da disboscare e acquisire rispetto per esempio ai territori amazzonici. L’Istituto Arvoredo è nato innanzitutto per contrastare questa tendenza, spesso avallata e concessa dagli stessi organi istituzionali, che spesso antepongono gli interessi economici all’equilibrio ambientale.”
“Il bioma del Cerrado è ben noto ai produttori agricoli brasiliani e alle compagnie commerciali internazionali. Data la sua produzione su larga scala di manzo, mais, cotone, pasta di legno, canna da zucchero e soia, la regione rappresenta il 60% di tutta la produzione agricola del Brasile.”
IL CERRADO E’ UNA FORESTA SOTTOSOPRA
“Il Cerrado è insostituibile per la distribuzione dell’acqua in Brasile”
Il Cerrado è come una foresta al contrario, i suoi alberi sono come una “spugna gigante”. Le radici sono profonde, più grandi delle chiome, il che consente agli alberi di dare frutti e riprodursi, anche durante i periodi di siccità. Le radici hanno il compito di assorbire l’acqua piovana e di depositarla in riserve sotterranee, chiamate falde acquifere. Il Cerrado ha terreni molto argillosi, con una buona capacità di drenaggio dell’acqua, ma dipende anche dalla copertura vegetale che fa da ponte tra l’atmosfera e il suolo. In definitiva, il Cerrado è essenziale per l’approvvigionamento idrico e, di conseguenza, per le città, l’agricoltura e la produzione di energia nel paese.
IL SERBATOIO D’ACQUA DEL PAESE
Il Cerrado funziona come un grande serbatoio d’acqua, assorbendo e distribuendo l’acqua a tutti i biomi brasiliani. Le piante di Cerrado hanno un apparato radicale estremamente profondo e complesso, che assorbe molto efficacemente l’acqua piovana. Le radici in generale sono almeno tre volte più grandi degli arbusti e degli alberi fuori terra e sequestrano 13,7 miliardi di tonnellate di carbonio, contribuendo al tempo stesso a ricostituire e trattenere le acque sotterranee.
Il Cerrado è il luogo di nascita delle acque del Brasile, che alimenta tre importanti falde acquifere: Guarani, Bambuí e Urucuia. Dei 12 bacini fluviali del Brasile, otto hanno origine in questa regione del paese, compreso il più grande del Sud America: Rio delle Amazzoni, São Francisco e Prata. A causa della geografia dell’altopiano nel Brasile centrale, il bioma è una delle fonti d’acqua più importanti per il paese con un totale di 131.991 sorgenti.
IL SECONDO BIOMA PIU’ GRANDE DEL BRASILE
Nel Cerado troviamo una enorme varietà di paesaggi, fauna, flora e anche persone. Con la flora e la fauna più ricche tra le savane del mondo e un alto grado di endemismo, il Cerado svolge un ruolo essenziale nella conservazione della biodiversità e nella regolazione del clima mondiale. Ospitando il 5% di tutte le specie del mondo e il 30% delle specie del paese (il 32% delle quali sono uniche), il bioma è un importante bacino e riserva di carbonio globale.
Il Cerrado non è fatto solo di alberi storti, ma è un mosaico di paesaggi di foresta, savana e campagna con un’ampia varietà di cactus, bromeliacee, orchidee e palme. Su un totale di oltre 46mila specie di piante in Brasile, 13.566 si trovano nel dominio del Cerado. La grande diversità di habitat si traduce in notevoli transizioni tra diversi tipi di vegetazione.
L’IMPORTANZA DEL FUOCO NEL CERRADO
A differenza che negli altri ecosistemi brasiliani, nel Cerrado il fuoco viene utilizzato in diversi modi oltre alla coltivazione del cibo, coinvolgendo anche l’estrattivismo, l’allevamento di animali e la gestione ambientale. Per quanto riguarda l’agroestrattivismo, l’uso tradizionale del fuoco è fondamentale nella gestione delle aree produttive, favorendo la ricrescita dell’erba dorata, a Jalapão, Tocantins e Bahia occidentale; e fiori sempreverdi, nella Serra do Espinhaço, nel Minas Gerais. Per contro, l’assenza di incendi gestiti nel Cerrado al momento giusto può provocare un accumulo di biomassa, che facilita la diffusione degli incendi, che possono avere effetti devastanti nella stagione secca.
IL CERRADO E’ UNA FARMACIA
Il Cerrado conta più di 600 specie medicinali catalogate, una vera e propria farmacia. La sua ricca biodiversità del offre radici, cortecce, oli e foglie che si trasformano in sciroppi, unguenti, creme, saponi, caramelle, pillole, tè, oli, tinture e bottiglie (mescolate con bevande alcoliche) che sono state manipolate dalle popolazioni indigene da secoli e comunità tradizionali per la cura di varie malattie. Questa pratica dei guaritori delle radici, dei guaritori della fede e delle ostetriche viene tramandata di generazione in generazione.
“Mantenere in piedi il Cerrado significa anche mantenere la memoria collettiva della gente del Cerrado.”
E a proposito di popolazioni autoctone, il Cerado ospita circa 216 terre indigene (TI) e 44 territori quilombolas.
I guardiani del Cerrado sono loro (Xavantes, Kraô-Kanela, Tapuias, Guarani Kaiowá, Terena, Xacriabas, Apinajé, , pescatori artigianali, barranqueiros, pastori, zingari). In passato hanno difeso le foreste native, le acque, gli animali e la biodiversità con tutta la loro forza e determinazione, ma oggi la loro opposizione rischia di non bastare più, perché le pressioni dell’agro-business rischiano di essere troppo determinanti.
LE MINACCE INCOMBENTI
Varie minacce incombono sul Cerado. La diffusa conversione della terra all’agricoltura ha, infatti, compromesso, e indebolito ecosistemi precedentemente resilienti, facilitando la diffusione di erbe invasive africane introdotte per nutrire il bestiame; ridotto il potenziale di sequestro del carbonio del bioma e diminuito la disponibilità e la qualità dell’acqua non solo nella savana, ma anche nelle grandi città brasiliane che dipendono dalle falde acquifere del Cerrado. Va da sé che preservare il Cerrado non è una questione di scelta, ma di sopravvivenza della vita.
La vegetazione autoctona sta scomparendo. Ovunque, la flora locale viene abbattuta e bruciata – e i sistemi radicali sotterranei vengono sradicati e bruciati per far posto al bestiame, alla canna da zucchero, all’eucalipto, alla soia e al cotone. Con la sostituzione della vegetazione autoctona con pascoli per il bestiame (36% della mandria del paese) e piantagioni di soia (più del 63% di tutto il grano brasiliano), le falde acquifere non ricevono acqua e non riforniscono più diverse sorgenti. Inoltre, le popolazioni indigene e le comunità tradizionali subiscono violenze ed espulsioni, che portano a numerosi conflitti per la terra e l’acqua.
LA MISSIONE VIRTUOSA DELL’ISTITUTO ARVOREDO
Durante la nostra permanenza in questa regione, siamo entrati in contatto con una realtà virtuosa che, con grande passione e determinazione, prova con tutte le proprie forze a contrastare le dilaganti minacce che incombono su tutto il Cerrado, si tratta dell‘Istituto Arvoredo. Noi siamo stati loro ospiti, riuscendo così a documentare il prezioso lavoro di tutela ambientale che consiste principalmente nell’acquisizione di aree primigene, nella piantumazione di alberi in aree invece già compromesse e nell’educazione ambientale.
L’obbiettivo principale dell’Istituto Arvoredo è essere un punto di riferimento nel restauro del Cerrado e nella promozione dell’educazione ambientale, con l’intenzione ultima di costruire il Centro di Coesistenza Ambientale, ovvero uno spazio pensato appositamente per favorire esperienze e interazioni con la natura.
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