Nel nostro lungo viaggio in Amazzonia uno dei passaggi più spettacolari è stato ridiscendere il fiume Teles Pires per entrare in Mato Grosso; oltre che proseguire nel nostro progetto di scoperta, l’obbiettivo principale di questo avventuroso “tuffo” tra i meandri dell’Amazzonia è stato incontrare le popolazioni di etnia Munduruku prima e Kayabì poi, che conservano ancora tradizioni comunitarie molto antiche ed hanno la perfetta consapevolezza del valore del territorio che abitano, nonostante le insidie dovute allo sfruttamento minerario della regione.
Nostro compito nei loro villaggi è stato documentare la loro vita quotidiana e provare a sviluppare con loro strategie turistiche che possano aiutarli con una nuova fonte di reddito che non sia solo quella della terra. Parola d’ordine Turismo Sostenibile e di Comunità
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Ma che cos’è il Turismo di Comunità? Prima di proseguire con la narrazione, vogliamo fare una premessa per specificare un concetto importante, ovvero che si intende per turismo comunitario.
Il turismo di comunità è una delle molteplici declinazioni del turismo sostenibile e responsabile, ed è importante, perché restituisce alle comunità locali il ruolo fondamentale nella gestione, nella promozione e nella valorizzazione dei territori, dei patrimoni e delle attività turistiche.
LA CULTURA KAYABÌ
Per gran parte del tempo che abbiamo passato in Amazzonia, abbiamo sviluppato strategie turistiche con alcune delle comunità indigene locali di etnia Munduruku e Cayabì, che abitano un territorio molto esteso di giurisdizione propria ai confini tra gli Stati Brasiliani di Parà, Amazonas e Mato Grosso. Nello specifico abbiamo vissuto alcuni giorni con i Kayabì di Sao Benedito, molto ricettiva e predisposta ad aprirsi a Turismo Sostenibile e di Comunità. Vediamo cosa hanno da offrire!
I Kayabì sono, assieme ai Munduruku, la maggiore etnia indigena che vive in Amazzonia. Il loro territorio è compreso tra la Riserva dello Xingu e quello di Apiacà-Kayabi, negli Stati federali di Parà e Mato Grosso. Parlano una lingua di ceppo Tupy-Guarani e originariamente erano guerrieri taglia-testa. Le danze tradizionali erano focalizzate originariamente sul taglio di testa dei nemici, e sui racconti di lotte tra clan e tribù vicine. Forme attuali di cultura tradizionale sono l’artigianato, la pittura corporale con relativo significato culturale, la caccia e la pesca, la gastronomia (tra i piatti tipici ci sono il trakaja, ovvero la tartaruga arrosto, la maizena, ovvero la mandioca lessa, e il caldo de mingao, ovvero la zuppa di platano).
Per quanto riguarda la situazione attuale, i Kayabì vivono principalmente di pesca e caccia, in completa armonia con l’ambiente naturale, anche se si trovano ad affrontare annose controversie con lo Stato Federale brasiliano che da sempre cerca di sfruttare le enormi risorse presenti nel territorio indigeno, il più delle volte trascurando le esigenze primarie di questa gente, anzi compromettendo l’equilibrio naturale. Si pensi alla costruzione di un’enorme centrale elettrica situata a 20 km dal villaggio di Sao Benedito, che ha inevitabilnente modificato i flussi del fiume che scorre proprio di fronte al villaggio. Inoltre una serie di politiche incoerenti da parte della Funai, l’organo che dovrebbe provvedere alla salvaguardia e tutela dei territori indigeni, ha danneggiato il quotidiano equilibrio dei Kayabì con il proprio territorio. Proprio per fare fronte a queste difficoltà e per aprirsi a nuove forme economiche di sostentamento, gli Indios Kayabì offrono la possibilità al viaggiatore di fare un’esperienza diretta nel loro villaggio.
“Un tuffo nella vita semplice di queste popolazioni che da sempre vivono nella Selva amazzonica. Ma non vi immaginate nulla di artefatto o clamoroso, l’esperienza nel villaggio di Sao Benedito é molto originale.”
QUALI ATTIVITÀ SI POSSONO FARE A SAO BENEDITO
- Trekking nella selva, per scoprire i segreti della foresta, conoscerne le curiose piante e animali che vi abitano, ovviamente accompagnati direttamente da un rappresentante Kayabì. Alberi giganti, pappagalli, Tucani, e tanti altri abitanti del sottobosco.
- La pittura corporale che è parte dei costumi tradizionali Kayabì, quindi la possibilità di conoscere tutto il processo di creazione, partendo dalla realizzazione della tinta naturale e di come si ricava dalla pianta di Genipapu
- Canoa tradizionale nella foresta allagata, ma solo durante l’epoca della pioggia (dicembre-maggio), quando la foresta viene praticamente sommersa per gran parte dallo strabordio delle acque del fiume e dalle piogge continue.
- Un’altra avventura, semplice ma emozionante, da fare in canoa o in barchetta, di notte è la spedizione per l’avvistamento dei jakarè, ovvero dei caimani che nelle ore notturne escono per cacciare.
- Anche la cucina tradizionale occupa parte delle attività, e sarà interessante vedere gli Indios preparare principalmente sulla griglia il trakajà (tartaruga), la Mandioca, e i vari tipi di pesce di fiume, per poi mangiarli con loro.
“Nel villaggio l’elettricità è disponibile solo in alcuni momenti della giornata, perché contano solo sul generatore, in compenso c’è internet H24.“
DOVE DORMIRE E COME RAGGIUNGERE I KAYABÌ
Un’esperienza completa secondo noi dovrebbe prevedere almeno un pernottamento, se non altro per immergersi completamente nel modo di vita indigeno. Per farlo avete due modi: o rimanere nel Villaggio di Sao Benedito (in questo caso dovrete essere muniti della vostra amaca) oppure, potete considerare di pernottare nel cuore della foresta, nel Cururu Açu Ecofishing Lodge. Si tratta di due approcci ben diversi ma entrambi da vivere. Perché la Pousada do Rodrigo si trova nel cuore della foresta al lato del Rio Cururù, in un vero e proprio paradiso dell’Eden. Sarà poi Rodrigo a fornirvi gli spostamenti necessari per raggiungere il Villaggio di Sao Benedito.
L’ECOFISHING LODGE CURURU AÇU
Come vi dicevamo, la Pousada di Rodrigo, Cururu Açu Ecofishing Lodge, si trova in un vero e proprio paradiso dell’Eden, nel cuore di un tratto di foresta Amazzonica praticamente vergine, attraversato dalle acque limpide del fiume Cururù, nel quale vivono serenamente specie esotiche di pesci fluviali, molto ricercate dagli appassionati di pesca sportiva (quindi il pesce viene pescato e subito rilasciato).
La Pousada di Rodrigo nasce infatti come punto di riferimento della regione per gli amanti di questo sport, ma lentamente si è aperta ad altre forme di turismo sostenibile, tra tutte l’esperienza con gli Indios Kayabì. Il Villaggio di Sao Benedito, infatti, si trova infatti ad un’ora e mezzo di viaggio avventuroso (nella foresta e lungo fiume) dalla Pousada. Oltre al Turismo di Comunità, chi sosta al Cururù AZU può andare in escursione lungo il fiume Cururù, anche se come noi non siete amanti della pesca sportiva. Si trata di un’esperienza mozzafiato che vi aprirà scorci inesplorati di foresta amazzonica, oltre alla possibilità di avvistare rare specie di pesci e uccelli, e perché no fare un bagno in queste limpide acque, a patto di fare attenzione ai temibili trigoni!!
La struttura del Cururù è basica ma molto confortevole. Si dorme in tenda senza però rinunciare al confort del letto, inoltre potete contare su bagni puliti e ben curati, dotati addirittura di acqua calda. La cucina di Rivelino è squisita!!!! Internet super veloce, bibite e drink a volontà. Insomma una figata!!!!!
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Affidati a noi, siamo viaggiatori esperti, conosciamo molto bene queste zone, e saremo felici di mettere al tuo servizio la nostra esperienza. Noi crediamo in un turismo più lento e responsabile, che privilegi il contatto con i popoli e la natura, e dia priorità all’esperienza diretta.
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