Jacareacanga: avventura e turismo sostenibile nel cuore dell’Amazzonia

Come spesso accaduto durante questo viaggio, anche la nostra permanenza a Jacareacanga é stata agevolata da una persona del luogo, un unico prezioso contatto che poi ha dato il là ad un favoloso effetto domino: la donna in oggetto è Leilane Costa, responsabile della sezione turismo della Prefettura di Jacareacanga, il cui contatto ce l’aveva passato il buon Cleisson e Williams a Itaituba. Con Leilane siamo stati una settimana intera e ci ha anche accompagnato nell’avventuroso viaggio in barchetta lungo il Teles Pires, per andare a trovare le comunità indigene dei Munduruku.

COME ARRIVARE A JACAREACANGA 

Prima di parlare di come è andato il soggiorno a Jacareacanga, però, facciamo un passo indietro per provare a raccontarvi come ci siamo arrivati in questo remoto angolo di Amazzonia, situato lungo le sponde del Rio Tapajos, alle propaggini del Parà, quasi al confine con gli stati di Amazonas e Mato Grosso. È questo un territorio molto ricco di oro, e abitato in gran parte dagli indigeni di etnia Munduruku. Per arrivare fin qua abbiamo dovuto prendere un bus da Itaituba, che in circa 10 ore, ci ha portato a destinazione attraverso la transamazonica, ovvero la strada che taglia il Brasile da Joao Pessoa (litorale Atlantico) fino a Labrea più di 4300 km in gran parte sterrati. Immaginate che avventura. Un viaggio lungo e complesso che ci ha permesso di raggiungere una delle regioni più remote del Parà. 

Non è stato facile arrivare fin qua, ma grazie a questo passaggio abbiamo avuto la possibilità di conoscere le etnie indigene che ancora vivono in stato di semplicità, in armonia con la natura e vivendo dei frutti che la generosa terra amazzonica offre. 

“Il nome di Jacareacanga deriva da una leggenda: si narra infatti che quando il capo di una delle tante tribù Munduruku arrivò a Jacareacanga, si affacciò dalla collina naturale che ridà sulla valle sottostante e la forma gli ricordò la figura di un uomo che caricava un jakare (kaimano) sulla spalla (che in brasiliano si dice “a canga”) e decise di chiamare quel luogo Jacareacanga.” 

All’ingresso della città c’è una piccola statua che replica il Cristo Redentore di Rio de Janeiro, ai cui piedi strisciano due jakarè, inevitabile simbolo cittadino. 

LE POPOLAZIONI INDIGENE DI ETNIA MUNDURUKU 

La città di Jakareacanga si trova a lato di una delle regioni con la più alta concentrazione indigena dell’intero stato del Parà. Vivono in quest’area infatti più di 190 Comunità di etnia Munduruku che ancora hanno il pieno controllo sul territorio e senza il cui consenso non è possibile transitare. Infatti per visitare alcuni dei loro villaggi abbiamo dovuto ricevere il permesso dei rispettivi Cacique (i capi villaggio). Un’esperienza dal punto di vista antropologico e naturalistico molto interessante, giacché i vari villaggi si trovano inoltrati nel cuore della foresta, raggiungibili soltanto navigando le acque del Rio Tapajos.

LA TERRA DELL’ORO 

Con Leilane siamo andati a visitare alcune delle comunità Munduruku, e durante la permanenza abbiamo approfittato per aprire con loro dei discorsi pratici sulla creazione di attività legate al turismo sostenibile e comunitario, giacché è intenzione di questa gente crearsi una fonte di reddito alternativa all’agricoltura e allo sfruttamento dell’oro, quest’ultima proficua ma anche molto dispendiosa in termini di rischi fisici e ambientali. Siamo nel cuore di una delle maggiori regioni aurifere dell’amazzonia, e quindi terra di garimpos, ovvero di miniere illegali, da cui, si stima, vengono estratti 80 kg di oro a settimana, la maggior parte dei quali provenienti appunto da terre indigene e unità di conservazione. Ricordiamo che per trovare l’oro occorre sbancare tratti di foresta e scavare in profondità fino a trenta metri, distruggendo cosi intere sezioni di foresta vergine.

Una controversia, questa, che riguarda direttamente le aree protette vincolate da giurisdizione indigena, e che di fatto ha impedito finora lo sviluppo di altre attività, tra cui quella turistica, nonostante l’enorme potenziale. Gli indigeni sono spesso conniventi con le attività di estrazione perché sanno che il commercio di oro è comunque un affare vantaggioso. Tutto ciò sbarra la via al lancio di eventuali strategie turistiche. 

“Apparentemente, nemmeno la posizione geografica aiuta, giacché per arrivare fino a Jacareacanga è necessario attraversare la Transamazonica per 400 km di sterrato, partendo da Itaituba. É anche vero, però, che questo isolamento geografico ha permesso alla regione di preservare l’enorme patrimonio naturalistico di cui è detentrice.”

Il piccolo centro di Jacareacanga si trova infatti in un porzione privilegiata di Foresta Amazzonica, circondata da grandi estensioni di Selva, attraversati da fiumi e igarapé (fiumiciattoli), che vanno ad alimentare il grande Rio Tapajos, uno dei principali affluenti del Rio delle Amazzoni. 

DOVE MANGIARE A JACAREACANGA 

Oltre al patrimonio naturalistico, la regione di Jacareacanga ha anche una gastronomia molto ricca, che riflette la tradizione culinaria del Parà, la cui base è la mandioca. Con questo tubero, la gente fa praticamente tutto, dalla farina fino ai dolci, ricette semplici ma squisite abbinate a formaggi di primo caglio, fagioli e carne. Il piatto più popolare, come in tutto lo stato del Parà, comprende zuppa di fagioli, riso, farofa (ovvero farina di mandioca) accompagnato da carne o pesce. Al ristorante-hamburgheria Bora di Jacareacanga abbiamo mangiato un ottimo tambaquì sulla griglia. Si tratta di un pesce di fiume che popola le acque del Rio Tapajos. 

Altro alimento principe del Parà è l’Acaí, di cui noi siamo ormai ghiotti. Si tratta di un frutto prodotto da uno specifico tipo di palma che viene raccolto e molito, per poi dar vita a un succo violaceo molto denso e dal caratteristico sapore amaro. Può essere quindi aggiunto di spezie, farofa, gamberi di fiume essiccati oppure di frutta e zucchero, come ci è capitato di provare nella Sorveteria Zero grão. Infine la frutta, che nel Parà, come in tutta l’Amazzonia, abbonda nell forme e nei colori più svariati. Dal cupuaçu al caju. Dalla maracujá alla graviola. Insomma il paradiso del fruttosio. L’unica cosa è che i brasiliani hanno il vizietto di aggiungere zucchero ai succhi naturali. 


IL POTERE DELLE PIANTE DELLA FORESTA 

Curiosando per Jacareacanga, per questa cittadina molto semplice, ancora fatta di strade in terra rossa e di negozietti, abbiamo trovato una piccola boutique dal nome più che mai evocativo, Emporio Paraense. Si trova sulla strada principale che taglia la cittadina, su cui si affacciamo le principali attività commerciali. Non avendo né insegna né niente, può passare inosservato, ma se riuscite a trovarlo, entrerete in mondo magico fatto di spezie, oli essenziali, grassi di animali dagli incredibili poteri curativi. Vere e proprie pozioni naturali da utilizzare all’occorrenza per ferite, punture, infiammazioni, dolori articolari. Non dimentichiamoci che siamo nel cuore della Foresta Amazzonica, un vero e proprio scrigno di risorse naturali, come l’olio di Copaíba e Andiroba, che si estraggono rispettivamente da alberi autoctoni. Una magia, quella delle piante amazzoniche, che è parte della saggezza ancestrale indigena. 


TURISMO COMUNITARIO A TELES PIRES 

Jacareacanga é anche il portale di un territorio molto esteso controllato dalle etnie indigene Munduruku e Cayabì, i cui villaggi, oltre che lungo le sponde del Rio Tapajos, sono sparsi anche lungo le rive dei tanti affluenti, tra i quali il Teles Pires. I Munduruku abitano queste regioni dalla notte dei tempi e che solo recentemente sta provando ad aprirsi al Turismo. 

Uno dei villaggi più ricettivi che abbiamo incontrato prende il nome proprio dal fiume Teles Pires e offre la possibilità di conoscere da vicino una cultura millenaria e ancestrale. Per arrivare fin qua si procede solo via fiume in voadera (ovvero in motoscafo veloce) previa autorizzazione indigena. Di solito si spezza il viaggio in due giorni e lungo il tragitto avrete la possibilità di attraversare dei meandri di Amazzonia totalmente vergini, risalendo porzioni di fiume con piccole rapide e cascate nascoste nel cuore della foresta. Sulle rispettive sponde,  alberi immensi alti anche cinquanta metri e una vegetazione fitta come l’Universo.Arrivati a Teles Pires, ci sarà un intero villaggio ad accogliervi con grande ospitalità aprendovi le porte di un’esperienza unica. Avrete infatti la possibilità di vivere uno o più giorni con loro, conoscere in maniera diretta la cultura Munduruku, immergendovi nella vita quotidiana di villaggio. 

Le attività che si possono fare sono varie, tutte molto interessanti e per nulla artefatte, nel senso che il viaggiatore che giunge qui si conformerà ai ritmi di vita semplici della Comunità, partecipando alla vita del villaggio. Ma vediamo quali sono nello specifico le attività da fare in compagnia dei Munduruku. 

  • Escursione al Lago Azul 
  • Pesca subacquea 
  • Raccolta di formiche 
  • Cucina e preparazione di cibo tradizionale 
  • Workshop di erbe medicinali 

Si sale in voadera, si comincia a scendere il fiume passando per rapide e cascatelle. Si entra in un anfratto lungo e stretto, si lascia la barca e si prosegue a piedi dentro alla foresta, fino ad arrivare a questa meraviglia in cui è possibile tuffarsi:

Si prosegue la mattinata con attività di pesca subacquea, per chi lo volesse, o di osservazione, per poi mangiare i frutti della pesca. Mentre la barca è ormeggiata, in attesa della pesca, si va con le donne del villaggio a cercare la formiche nel bosco, da mangiare poi insieme a sale e farina di mandioca. I Munduruku usano mangiare formiche in questa forma a mo’ di spuntino e aperitivo. Ne mangiano solo la testa, che rilascia un curioso sapore citrico e pungente. 

Le donne sembrano conservare in questa comunità gran parte del sapere comunitario, infatti sono sempre loro a tramandare l’arte della pittura corporale, dal valore cerimoniale, l’artigianato e a occuparsi della cucina tradizionale. Tutte attività che il viaggiatore potrà apprendere direttamente interagendo con i componenti della comunità. 

E per concludere sarà possibile fare un tour nei dintorni del villaggio per conoscere i segreti delle piante medicinali, dall’alto potere curativo, che fanno parte della transizione ancestrale Munduruku. 

SI RINGRAZIANO GLI SPONSOR CHE HANNO CREDUTO NEL NOSTRO PROGETTO

Jacareacanga rappresenta una delle zone più remote raggiunte nel nostro viaggio. Per l’ occasione ringraziamo gli sponsor che hanno creduto sin dall’inizio nel nostro progetto finanziando parte del tragitto e dell’attrezzatura tecnica. Li ricordiamo qui. 

VUOI VIAGGIARE IN AMAZZONIA DA SOLO? 

Affidati a noi, siamo viaggiatori esperti, conosciamo molto bene queste zone, e saremo felici di mettere al tuo servizio la nostra esperienza. Noi crediamo in un turismo più lento e responsabile, che privilegi il contatto con i popoli e la natura, e dia priorità all’esperienza diretta.

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