Era un caldo pomeriggio di giugno, ed io me ne andavo vagando per le strade ordinate di Vilnius, quando ad un tratto scorsi un’insegna dal nome tanto strambo quanto curioso, Uzupis. Quel nome suscitò in me uno strano ed immediato interesse, che mi spinse a seguire d’istinto l’indicazione, quello che in seguito scoprii fu decisamente interessante…
Ero stato a Vilnius già altre volte, nell’ambito di un giro più ampio che aveva riguardato un Grand Tour delle Repubbliche Baltiche, il ricco patrimonio artistico e architettonico di questa città, però, mi aveva probabilmente tenuto celato quello strano nome che rievocava il sibilo di un zufolo: Uzupis, che in lituano significa “dall’altra parte del fiume”. Così, solo successivamente, probabilmente con colpevole ritardo, venni a sapere di questo luogo così particolare, tanto particolare, da rimanerne affascinato. Da allora, ogni volta che passo per Vilnius, faccio un salto ad Uzupis, e puntualmente finisco per scoprire un nuovo scorcio o una nuova storia.
UZUPIS, IL CUORE BOHEMIEN DI VILNIUS
Ma che cos’è Uzupis? Uzupis è un mondo a sé, un tentativo di Utopia (riuscito, oppure no, dipende dai punti di vista) da parte di un gruppo di artisti e intellettuali dissidenti, che nei primi anni novanta, immediatamente dopo “la fuga” della Lituania dalla morsa dell’Ex Unione Sovietica, decise di riunirsi in un angolo della vecchia e decadente Vilnius e di autoproclamarsi Repubblica. Una sorta di Cristiania a Copenaghen, ma decisamente meno politicizzata, un angolo di mondo remoto dove poter esprimere liberamente il proprio talento artistico.
Gli artisti in questione, fondatori della Repubblica di Uzupis, venivano da varie parti d’Europa e stabilirono che era giunto il momento di vivere in pace e serenità, una reazione quindi ai decenni precedenti, trascorsi sotto l’oppressione del regime sovietico. Issarono così una bandiera in grado di cambiare colore a seconda della stagione, batterono moneta, e crearono addirittura una costituzione, i cui principi risplendono lucenti sulla lastra patinata che vedete qui sotto, offuscata dall’immagine riflessa del nostro Rocco Sur.
Non contenti, i neo-repubblicani nominarono addirittura un proprio, singolare esercito, composto da dodici soldati, se così possiamo chiamarli, che si esibivano (e si esibiscono tuttora) per le vie della città, cantando e danzando. Una follia direte voi, probabilmente si, eppure tutto ciò ancora resiste, perdura nel tempo, nonostante gli assalti sempre più insistenti di turisti e curiosi, attratti sempre più da questo strano mondo fatto di altalene che pendono da ponti, pianoforti abbandonati lungo le rive del fiume, strani mausolei, cavalli giganti dondolanti e sagome impresse su pareti.
Uno strano mondo che riflette le suggestioni di un’utopia, e che pian piano ha finito per sfociare nel reale e nella quotidianità di tutti i giorni.
Infatti a Uzupis esistono palestre, biblioteche, ristoranti, bar e persino coffee shop, un dedalo di strade e stradine che si contorce verso la piazza maggiore, situata proprio nel cuore filosofico del quartiere, dove svetta, librante verso l’alto e con in bocca un grande corno l’Angelo di Uzupis, simbolo della libertà artistica e della tendenza, innata nell’uomo, di librarsi verso un’ascesa fisica e spirituale.
Uzupis è una vera e propria città nella città, fondata per evadere da quel mondo così grigio e opprimente che gli altri chiamano realtà.
A Uzupis tutti vivono in pace e in sintonia, cantando, meditando, fumando e bevendo, ma sempre in sintonia con un ambiente pacifico e accogliente che non chiude le porte a nessuno.
Ed il bello è che Uzupis colloquia attivamente con la città di Vilnius, proponendo attività, eventi e ricorrenze che sappiano dare spazio a quel popolo di artisti che ha deciso di ritirarsi dal mondo e di rifugiarsi nelle retrovie di Vilnius. Uzupis infatti, è facilmente raggiungibile sia dalla piazza della Cattedrale di Vilnius che dal centro storico, giacché ormai molte insegne ne indicano la direzione.
Chi arriva a Uzupis, si rende subito conto che non si tratta di un posto qualsiasi, qui regna una strana armonia, avvolta da una lussureggiante vegetazione che la protegge dai clamori cittadini, intrisi invece di smog e preoccupazioni. Un po’ come se fosse un’isola felice dove ritrovarsi, rilassarsi e confrontarsi, magari al suono di una chitarra senza corde o di un pianoforte senza tasti.
Camminando per le strade di questa folle Repubblica, noterete degli scorci davvero pittoreschi, casette diroccate, angeli dormienti o serafini che inneggiano all’altissimo. Qui potrete essere cattolici, induisti, buddisti o panteisti, a nessuno importerà più di tanto, giacché è come se fosse un mondo parallelo, dove vigono i principi dell’universalismo e del multiscultarismo, con un’unica, inevitabile pecca: sta lentamente diventando un’attrazione turistica.
Questa è Uzupis, il regno della pace e della giustizia, dove tutti possono essere poeti, cantanti e menestrelli.
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