PROPOSTE PER VALORIZZARE IL TERRITORIO ORTONESE DOPO GLI INCENDI DEL 1 AGOSTO

Il viaggio ci ha insegnato che, nonostante tutto, ogni impedimento è un giovamento, anche quando la disgrazia sembra troppo grande da accettare. Una visione, questa, figlia dello spirito viajero, che da sempre, ci spinge a cogliere un’opportunità da qualsiasi cosa accada, non per dovere di un forzato ottimismo, bensì per una voglia innata di onorare la vita, di scorgere una scintilla illuminante anche nel buco nero più profondo.

Ebbene, i drammatici eventi dello scorso 1 agosto hanno visto disperdere nel fuoco varie zone forestali della nostra bellissima Costa dei Trabocchi, in Abruzzo, molte delle quali appartenenti a Riserve Naturali: tra queste, la storica Pineta d’Annunziana di Pescara, la Pinetina di Vallevò, a San Vito, e la Riserva Naturale Regionale Punta Acquabella, a Ortona. Proprio il territorio di Ortona è stato uno dei più colpiti. Fuochi “casuali”? mmm…Incedi dolosi? Molto probabile, ma non ne abbiamo certezza, né spetta a noi stabilirlo. In questo articolo non ci occupiamo di giudicare, anche se abbiamo necessità di risposte, ma di fornire nuove idee per la rinascita di un territorio naturalisticamente privilegiato, nonostante quanto accaduto. Perciò, le domande dirette sono: da dove ripartire? Cosa possiamo fare per valorizzare un territorio fortemente penalizzato da questi incendi?

“Era una domenica mattina d’estate come tante, forse più calda del solito, anzi molto più calda, l’aria appariva rovente, irrespirabile, eppure non lasciava presagire nessun evento tanto grave, tanto sconvolgente, come quelli che si sarebbero consumati di lì a poche ore. Una serie di incendi, inspiegabilmente connessi, nonostante la lontananza geografica, espansi a macchia d’olio lungo parte della costa abruzzese, quella più bella e pittoresca, conosciuta
come la Costa dei Trabocchi. Ora che molto di questo patrimonio è andato letteralmente in fumo, bruciando con la disperazione di molti, da dove possiamo ripartire quindi? Ecco alcune proposte da tenere in considerazione per dare nuova identità al nostro territorio.

Premettiamo che non siamo né botanici, né architetti del paesaggio, siamo però viaggiatori, messaggeri, e abbiamo il dovere di condividere i nostri spunti. Durante i nostri viaggi per il globo abbiamo incrociando tante meraviglie, ci siamo imbattuti in luoghi peculiari, che ci hanno solleticato la suggestione e l’immaginazione. Ebbene, prendendo in parte spunto dalle nostre peregrinazioni, riferiamo qui alcune idee, assolutamente personali, che ci piacerebbe vedere concretizzate per valorizzare il nostro territorio costiero, in particolare ci riferiamo quei tratti che corrispondono
alla Riserva Naturale Regionale Punta Acquabella e alla zona del Peticcio, entrambe fortemente penalizzate dagli incendi dello scorso 1 agosto.

Unica preghiera: qualsiasi scelta verrà presa dalle autorità e dai tecnici competenti, dovrà necessariamente conciliarsi con esigenze turistiche che puntino a valorizzare il nostro bellissimo territorio. In questo senso, il concetto sottolineato in apertura “Ogni impedimento è giovamento” potrà essere confermato, mettendo in pratica una visione elastica e fluida, come l’acqua che spegne il fuoco divoratore e dà vita a nuovi germogli.

“La via più diretta per entrare nell’Universo è quella che attraversa una foresta incontaminata”

JOHN MUIR

Proposta 1 – GIARDINO SCULTOREO

Un giardino scultoreo dai toni eccentrici o decadenti, sulla base di quello Surrealista di Xilitla, in Messico, o del Parco dei Mostri di Bomarzo. Entrambi opera di un sogno visionario e personale, riflesso dell’azione di nobili e mecenati. Certamente un progetto ambizioso che, se supportato, potrebbe puntare al coinvolgimento di artisti e scultori emergenti del panorama nazionale e internazionale. Magari con sculture che rappresentino i nostri simboli comunitari, legati alla nostra costa, alle nostre tradizioni, simboli ancestrali, atavici che rimandino a un passato mitico, ad un tempo del sogno, dal quale qualsiasi Civiltà proviene. La vegetazione circostante sarebbe ovviamente di stampo mediterraneo, qualcosa di molto simile, anche se in versione più estesa, al GIARDINO DEI LIGUSTRI a Loreto Aprutino.

Xilitla, Giardino Surrealista di Edward James

Proposta 2 – GIARDINO MEDITERRANEO

Sul modello di Marimurtra che abbiamo ammirato a Blanes, a picco sul mare, e considerato tra i più importanti Giardini del Mediterraneo. Occuperebbe l’intero colle dell’Acquabella, che si trova all’interno dell’omonima Riserva Naturale Regionale, appena fuori Ortona e collegabile con il centro storico cittadino tramite la Via Verde Ciclo-pedonale. Il Patrimonio naturalistico andato perduto durante gli incendi, costituito in gran parte da Pini d’Aleppo,
potrebbe essere sostituito da un bosco composto da una varietà di specie vegetali autoctone, quali, ad esempio, lecci, querce, carpi e allori. Tale proposta permetterebbe di ricreare l’ambiente silvestre tanto lodato da Virgilio,
D’Annunzio e da altri scrittori illustri
che hanno sempre sottolineato la peculiarità della nostra Terra: Abruzzo magico, incontaminato e verde.

Blanes, Giardini Mediterranei di Marimurtra

3- CILIEGI IN FIORE.

E’ forse questa una proposta azzardata, e magari ci verrà bocciata per motivi tecnici, ma quando siamo andati in Giappone, durante l’Hanami, la mitica fioritura dei Ciliegi, abbiamo ammirato parchi cittadini e lunghi viali interamente decorati da ciliegi, che quando sono in fiore regalano un colpo d’occhio più unico che raro, attirando l’attenzione di migliaia di turisti. Certo, sarebbe solo una gioia effimera, circoscritta al periodo della fioritura (Primavera), ma per contro permetterebbe di destagionalizzare i flussi turistici, attirando gente anche al di fuori del classico periodo estivo.

Hiroshima durante l’hanami

In alternativa ai ciliegi ornamentali, quale proposta ancora più esotica, si potrebbe valutare di piantare l’intera area oggi bruciata, a Pawlonia Tomentosa, un albero originario della Cina e del Giappone in grado di raggiungere in poco tempo i 15/20 metri di altezza, e che durante la fioritura regala un colpo d’occhio più unico che raro, grazie ai suoi fiori color lilla.

4 – PARCO TEMATICO.

Nel nostro ultimo viaggio fatto in collaborazione con l’Ente del Turismo della Catalogna, tra le varie tappe ci siamo imbattuti in un Jardin de los olores, un bellissimo giardino costituito principalmente da piante officinali, che oltre a fornire un bellissimo colpo d’occhio, è anche un laboratorio per scolaresche, e per chiunque voglia approcciarsi al mondo affascinante dell’erboristeria. Potrebbe essere questa un’occasione per le fattorie didattiche e per un turismo esperienziale, all’interno di una location naturalistica d’eccezione.

Sono queste alcune delle molteplici possibilità che si potrebbero valutare per ricominciare insieme una nuova era, fatta di rispetto per la Natura, educazione a un turismo più sostenibile e responsabile, con la consapevolezza che facciamo parte di una Collettività alla quale ognuno ha il diritto/dovere di apportare il proprio contributo.

A tal proposito, ci sentiamo di ringraziare personalmente l’APS Punta dell’Acquabella per l’impegno e il lavoro tutela e valorizzazione che quotidianamente mette a disposizione per la salvaguardia di un territorio unico e depositario di una memoria storica e collettiva. E per ragionare sulle sorti e gli sviluppi della Riserva Naturale Regionale Punta Acquabella, vi invitiamo all’incontro del 21 agosto, h. 18 presso i locali del Circolo di San Donato (Ortona).

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Affidati a noi, siamo viaggiatori esperti, conosciamo molto bene queste zone, e saremo felici di mettere al tuo servizio la nostra esperienza.
Crediamo in un turismo più lento e responsabile, che privilegi il contatto con i popoli e la natura, e dia priorità all’esperienza diretta.

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