PARABITA: LA CITTA’ DELLE VENERI NEL CUORE DEL SALENTO

Stavamo organizzando la turnè di presentazione del nostro ultimo libro, TRACCE DAL SUD, erano i primi giugno e ci trovavamo ancora alle prese con la stesura del calendario di appuntamenti, quando d’un tratto squilla il telefono. Era un vecchio amico, che con voce straordinariamente squillante ci dice: “Parabita, vi aspetta!”. “Parabita? E dove si trova? ” pensiamo. Un po’ perplessi inseriamo la location su google e senza sapere altro accettiamo. Male che ci sarebbe andata, avremmo avuto l’occasione di parlare del nostro libro laggiù, nel cuore del Salento più profondo, ma ad appena 40 km da Otranto, Lecce e Santa Maria di Leuca. Un’ottima suggestione per noi viaggiatori di ventura. Non serviva altro. Così, Parabita sarebbe stata la sede della seconda tappa pugliese della nostra turnè.
Appuntamento a Palazzo Ferrari, il 22 agosto 2022 alle ore 20.30
Ovviamente non potevamo sapere che si sarebbe rivelato quello uno dei passaggi più belli del nostro viaggio in Puglia.

Rivedi tutto l’evento su Parabitalife

“Durante il nostro passaggio a Parabita abbiamo avuto il piacere di conoscere una comunità viva e attenta alle proposte culturali, aperta al mondo e non solo concentrata su se stessa. Ringraziamo per l’accoglienza e la dedizione con cui ci hanno ospitato e accolto l’Associazione culturale Progetto Parabita, in particolare nelle persone del Presidente Alessandro Cavalera e dello storico Giuseppe Fai, la web tv Parabitalife che ha seguito e mandato in onda l’intero evento, e la Città di Parabita tutta nelle vesti del suo coraggioso e intraprendente Sindaco, Stefano Prete.”

LA CITTA’ DELLE VENERI

Parabita è un piccolo comune dell’entroterra salentino situato ad appena 13 km dalla costa ionica e poco meno di 40 km da Lecce, conosciuto per essere stato il luogo del ritrovamento di due importantissimi reperti archeologici del paleolitico, “Le Veneri di Parabita”. Si tratta di due statuette in osso di cavallo di epoca preistorica, rinvenute nel 1965 in una grotta nei pressi di Parabita, che rappresentano delle donne. I reperti di inestimabile valore archeologico si trovano oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto e ad esse è concesso l’onore di aprirne la mirabile collezione.

La statuetta più grande misura 9 cm d’altezza, la statuetta più piccola misura 6,1 cm. Entrambi rappresentano donne in gravidanza: caratteristica peculiare dei due esemplari è la posizione delle braccia poste sul ventre, posizione analoga a quella di altri esemplari  esemplari rinvenuti a Kostienki, località situata nel bacino del Don in Russia e ad Avdejevo in Ucraina.

I TESORI DI PARABITA

Storicamente Parabita si colloca in una posizione strategica tra gli assi commerciali e le arterie di comunicazione del Salento, trovandosi alla medesima distanza (40 km ca.) da Otranto, Leuca e il capoluogo Lecce; ed è forse per questo motivo che si concentra in un comune così piccolo un patrimonio storico-architettonico di notevole rilevanza. Palazzi nobiliari, un castello bellissimo, atelier di abili artigiani, musei dai curiosi contenuti, siti archeologici e tanti altri tesori nascosti che meritano di essere scoperti a passo lento e con il giusto tempo. Andiamo a vederli in compagnia dei nostri amici Giuseppe, Alessandro e la sua bellissima famigliola.

Dopo un pasticciotto buonissimo nella storica Pasticceria Arte Bianca di Antonio Campeggio, una delle più buone di Parabita, siamo pronti per iniziare il nostro tour, che non può non partire dal ventre materno cui i Parabitani sono soliti rifugiarsi nelle occasioni più solenni e non solo: la Basilica Santuario SS. Maria della Coltura. All’interno di questo grande tempio mariano si trova un monolito di epoca medievale, affrescato su tutti e quattro lati e che sul lato esposto verso i fedeli offre l’immagine, bellissima, della Vergine Maria nell’atto di baciare il bambin Gesù. Un’immagine di straordinaria dolcezza cui i parabitani sono molto legati per motivi storici e affettivi. Tradizione vuole, infatti, che durante una delle tante incursioni dei Saraceni, il monolito fu sotterrato dai monaci per proteggerlo dalla furia distruttiva degli invasori, e sotto terra rimase per moltissimo tempo, fino a quando non fu rinvenuto da un contadino mentre arava il suo campo in contrada “Pane” in una località chiama Cutura: l’aratro toccò qualcosa bloccandosi, i buoi non riuscirono a procedere e si inginocchiarono, egli scavò e portò alla luce la Sacra Immagine.

LA CURIOSA STORIA DEL MONOLITO

Il Monolito si trova nel luogo di un’antica cappella che nel corso del tempo subì varie modifiche, e che fu arricchita di archi e pilastri durante il XVII secolo. In quello stesso periodo l’immagine della Madonna venne coperta da un’ogiva in pietra leccese che ne cancellò praticamente l’esistenza per almeno tre secoli e mezzo. Nonostante la devozione e le cure ricevute, la cappella subì un forte degrado e venne abbattuta nel 1913, perché diroccata e pericolante. Fu in quell’occasione che al popolo e ai fedeli parabitani si presentò nuovamente il monolito con la vergine e il bambino, in tutta la sua interezza.

IL CASTELLO DI PARABITA

Altro simbolo indiscusso della Città di Parabita è il suo Castello, purtroppo oggi interdetto al pubblico, e quindi ammirabile solo dall’esterno perché proprietà privata. Castello le cui porte ci sono state straordinariamente aperte in occasione della nostra visita. Noi onorati, siamo rimasti molto colpiti dalla bellezza della corte esterna. Si tratterebbe di un Castello di epoca angioina, uno dei pochissimi assieme a quello di Gallipoli presenti sul versante ionico, da cui Parabita dista appena 13 km. In origine doveva sicuramente avere una funzione strategico-militare non di poco conto, se consideriamo che si trova sul rilievo collinare più alto di tutto il Salento, da cui si ha una vista su tutti e quattro i lati. Nel ‘500, poi, diventa possedimento della famiglia Castriota, feudatari dal 1535 al 1678, che ne amplia la struttura in linea con i criteri militari dell’epoca, facendo costruire ai lati quattro bastioni a pianta lanceolata ammirabili ancor oggi. L’attuale fisionomia, invece, venne data nel 1911 dall’architetto Avena di Napoli, incaricato dal proprietario Raffaele Elia di rendere la fortezza adatta ai bisogni abitativi della famiglia

IL CIMITERO MONUMENTALE DI PARABITA

Tra i simboli di Parabita c’è, curiosamente, anche un cimitero che, sebbene relativamente recente, rappresenta una perla dell’architettura moderna. Si tratta di un cimitero monumentale progettato nel 1967 dagli architetti Anselmi e Chiatante dello Studio G.R.A.U. di Roma. I lavori vennero effettuati con impiego di manufatti edilizi in cemento armato e pietra carparo.

“La particolarità di questa struttura riguarda la planimetria che, se vista dall’alto, simboleggia l’esplosione di un capitello corinzio. Il plastico del Cimitero Monumentale di Parabita è esposto al MAXXI di ROMA, nella sezione della esposizione permanente.”

PALAZZO FERRARI E LE SUE COLLEZIONI

L’ottocentesco Palazzo Ferrari è il luogo che ha ospitato la presentazione del nostro libro TRACCE DAL SUD, organizzataci mirabilmente dall’Associazione Culturale Progetto Parabita e dalla Redazione di Nuova Alba, con il Patrocinio della Città di Parabita, infatti all’evento era presente anche il Sindaco Stefano Prete. Palazzo Ferrari, però, è principalmente la sede di alcune mirabili collezioni, tra le quali spiccano quelle della Pinacoteca Enrico Giannelli, formata da due settori: il primo è costituito dalla “Raccolta di opere d’arte Giannelli” donata al Comune dallo stesso autore nel 1924; l’altra collezione ospitata nelle sale di Palazzo Ferrari è quella del Museo del Manifesto, fondato a Parabita nel 1982 da Rocco Coronese, artista, docente e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Frosinone, scomparso improvvisamente nell’agosto 2002.

“Il Museo del Manifesto di Parabita ha una vastissima collezione di 70000 manifesti raccolti dal suo fondatore, Rocco Coronese, con sezioni riguardanti vari ambiti, tra cui spicca quello delle locandine dei film che lo situano in un circuito nazionale di nicchia riguardante i cinefili e la cinematografia.”

L’ANIMA DI PARABITA: L’ARTIGIANATO E LA SUA GENTE

Ma l’anima di Parabita, al di là del suo notevole patrimonio storico-archeologico, sono i Parabitani, gente curiosa e ricettiva, predisposta a un’accoglienza di qualità. Per noi è stato così, infatti ci siamo subito sentiti a nostro agio. Abbiamo scoperto una Comunità molto attenta ai dettagli, sempre aperta al confronto e con una voglia non comune di promuovere il nome della propria Città. Tutto ciò a noi ha profondamente colpito, e abbiamo colto in Parabita notevoli potenzialità (molte delle quali forse ancora inespresse) che potrebbero rivelarsi fondamentali per lo sviluppo di una strategia turistica e di promozione territoriale.

“D’altronde Parabita può contare su una storia plurisecolare, su un patrimonio architettonico e archeologico di notevole valore, sull’estrema vicinanza alla costa ionica, e soprattutto su una Comunità altamente ricettiva. Senza dimenticare la corposa eredità che i singoli artigiani tramandano ai posteri giorno dopo giorno”

Durante il nostro passaggio abbiamo incontrato mirabili artigiani che portano avanti le proprie attività di generazione in generazione, così accompagnati sempre da Alessandro e Giuseppe, abbiamo conosciuto il forno più antico di Parabita, conosciuto dai parabitani come il Forno di Pai situato tra i vicoli del centro storico e gestito dal signor Aberto Martina (nella foto sopra); abbiamo visitato poi l’operato incredibile del Maestro Ebanista Carlo Nicoletti, e di altri laboratori artigiani che potrete scoprire voi stessi, andando a curiosare tra le strade di Parabita.

ARTE D’AVANGUARDIA E SPERIMENTAZIONE

A Parabita abbiamo inoltre riscontrato una sperimentazione d’arte d’avanguardia che in tutta onestà non ci aspettavamo, e questo lo si deve allo spirito di rivalsa che questa città ha in cuor suo, e non è un caso se può contare su un sindaco, Stefano Prete, che abbiamo avuto il piacere di conoscere personalmente, che dimostra nei fatti di impegnarsi attivamente in nome di una crescita sociale, artistica e culturale di tutta la comunità. Per esempio ci ha colpito molto l’incontro con Anthony Giaffreda (nella foto), artista d’avanguardia e parabitano DOC, che vive a Parigi da tanti anni, il quale è rientrato in patria per promuovere un progetto di Residenza artistica pluridisciplinare denominato “QENHUN” che ha portato in città artisti emergenti di notevole talento da tutta Europa.

QENHUN è un progetto che da’ lustro a tutta la Città di Parabita e oltre ad aprirla al mondo delle avanguardie, crea le basi per nuove future e originali sperimentazioni in loco. Artisti, visionari e viaggiatori, siamo tutti benvenuti a Parabita!

I SEGRETI DI PARABITA…..

Ma le attrazioni non finiscono qui, perchè Parabita è piena di aneddoti e piccoli segreti tutti da scoprire, come quello legato al Palazzo del…Diavolo, si proprio del Diavolo, così chiamato perché pare ci sia proprio il suo zampino nelle dinamiche della costruzione; oppure l’antica “gondola” conservata nella Chiesetta della Madonna delle Anime del Purgatorio: una bara finemente drappeggiata che, udite udite, serviva per traghettare i corpi dei confratelli e dei defunti meno abbienti, che non potevano permettersi un funerale proprio. E ancora, palazzi storici monumenti nazionali, corti adibiti a residenze artistiche, bar tradizionali e ristoranti ricercati.

“Diciamo che a Parabita potete trovare tutto ciò di cui avete bisogno per un soggiorno ad hoc immersi nella storia e nella cultura, a pochissimi chilometri dal litorale ionico e dalle spiagge più belle nei dintorni di Gallipoli, ma senza rinunciare alla tranquillità tipica dell’entroterra salentino.”

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