NEL CUORE DELLA FORESTA TROPICALE
Calakmul è uno dei siti archeologici più incredibili di tutto l’universo maya, completamente avvolto in una foresta vergine, racconta di un passato glorioso, imponente, come le dimensioni delle sue piramidi che si stagliano ben oltre l’altezza della vegetazione tropicale, dominandone la vastità. Un’emozione indimenticabile, quella che si prova una volta raggiunta la sommità degli edifici più alti, e che noi non dimenticheremo mai, soprattutto perchè giunta all’improvviso, scaturita da un’intuizione che ci ha fatto virare il percorso dalla costa meridionale del Quintana Roo verso il cuore dello stato di Campeche.
Eravamo, infatti, appena arrivati nel dolce paradiso di Bacalar, per godere del tepore delle acque cristalline della sua laguna, conosciuta come la Laguna de los 7 colores; il tempo di qualche giorno di ristoro e avremmo continuato la nostra ascesa verso i territori maya dello Yucatan, verso Valladolid, per intenderci, e ancor prima verso Tulum. Qualcosa, però, attirò la nostra attenzione, qualcosa che ci avrebbe fatto ritardare non di poco il nostro incedere, un’inspiegabile malìa che corrispondeva al nome di Calakmul.
“Il sito di Calakmul è un gioiello inestimabile dell’architettura maya, per la bellezza dei suoi templi e la singolarità delle sue dimensioni. Piramidi altissime, che è ancora possibile scalare, per raggiungere la cima e ammirare l’immenso mare verde della foresta messicana. Siamo nel cuore della Riserva della Biosfera omonima, lungo la cosiddetta Ruta Puuc, 150 km a ovest di Chetumal.”
LA RISERVA DELLA BIOSFERA DI CALAKMUL
Il sito archeologico di Calakmul si trova nel cuore di una Riserva della Biosfera che copre circa il 15% dell’intero stato di Campeche, che a giudicare da una qualsiasi mappa geografica, non è proprio piccolissimo. Tutt’altro, se è vero che si tratta della più grande riserva tropicale del Messico. Una foresta immensa che si estende tra Messico, Belize e Guatemala, e che ospita numerosissime specie di animali, tra mamiferi e uccelli, tra cui giaguari, puma, oxelote; oltre appunto ad uno dei principali siti archeologici del Mundo Maya, Calakmul, che in lingua indigena significa “la città delle due piramidi adiacenti”, dalla cima delle quali si può godere di una vista indimenticabile che arriva fino al Guatemala. Una sensazione di pace interiore inspiegabile, si impossessa di chiunque abbia l’ardire di raggiungere la sommità delle piramidi più alte. Un’emozione difficile da riportare a parole, specie per chi ama le Civiltà Antiche e soprattutto l’immensità della Natura.
COME ARRIVARE
Sebbene la Riserva della Biosfera di Calakmul e, quindi, il sito maya omonimo si trovino nel territorio dello Stato di Campeche,
la città più grande e più vicina è Chetumal, capoluogo del Quintana Roo, di cui fa parte la celeberrima Riviera Maya. La distanza è di circa 200 km, ma il territorio è in gran parte vergine, motivo per cui il raggiungimento del sito non è così diretto.
Da Chetumal, (o da Bacalar, da dove ci siamo mossi noi) si raggiunge Xpuhil, un piccolo pueblo che si trova proprio lungo la Mexico 186. È da qui infatti, che si passa per raggiungere le rovine maya di Calakmul. Per la precisione al km 169 da Chetumal si imbocca la Campeche Conhuas-Calakmul e la si percorre per una sessantina di km, fino a quando non vedrete spuntare all’orizzonte le piramidi di Calakmul in tutta la loro imponenza.
“Situata nel sud della penisola dello Yucatán, sulla strada che collega Campeche a Chetumal, la città di Calakmul è completamente isolata. Totalmente esclusa dai circuiti turistici classici, che inglobano invece le più famose Chichen Itza e Uxmal, Calakmul esprime in se tutto il virtuosismo dell’architettura maya e la suggestione di un mondo dimenticato, tutto da riscoprire.”
IL SITO ARCHEOLOGICO
Nascosto nel cuore della giungla, il sito di Calakmul risveglia nel viaggiatore l’istintinto da esploratore. Scalando, infatti, la piramide principale si può ammirare un panorama straordinario, caratterizzato da una foresta immensa, lussureggiante disseminata di piramidi maya.
Riscoperto soltanto nel 1931 dal biologo inglese Cyrus Longworth Lundell, il sito di Calakmul in sé è molto grande, e seguendo il percorso indicato, ci si imbatte in costruzioni ben conservate che esaltano la grande capacità di progettazione e costruzione dei Maya.
Nello specifico, stiamo parlando di una delle città più importanti dell’Impero Maya, che nel suo periodo d’oro ( VII sec. d.C.) arrivò ad avere 50.000 abitanti e a padroneggiare una confederazione chiamata “Cuchcabal”.
Secondo studi recenti, sembra che Calakmul sia stata la capitale di un regno chiamato Kaan, o del Serpente, che durante il Periodo Classico si disputò l’egemonia dell’intera area maya centrale con Tikal.
Il sito è suddiviso in 5 complessi organizzati attorno alla Gran Plaza, considerata il fulcro dell’intero assetto urbanistico, nonché luogo d’incontro delle forze politiche sociali, politiche e religiose. Tra gli edifici principali ci sono la Gran Acropoli, la Piazza Nord, lo stadio per il Gioco della Palla e le strutture XII e XIV, adibite alle attività cerimoniali.
Peculiari di Calakmul sono, invece, le grandi lapidi in pietra rinvenute sparse un po’ in tutto il sito. Sinora ne sono state rinvenute 177, la più antica delle quali è datata 435 d.C. Le relative iscrizioni erano probabilmente dedicate ad importanti personaggi della città o ad eventi comunitari particolarmente significativi.
DALL’ALTRO LATO DEL PETEN
Questa Giungla così fitta e inestricabile conserva in seno numerosi segreti, che pian piano riaffiorano alla luce dei nostri tempi moderni.
Dall’altro lato della foresta tropicale, verso sud, e verso il Guatemala, c’è la grande selva del Peten, con cui Calakmul condivide flora, fauna e orografia, oltre che lo stesso stile architettonico. Verso l’orizzonte, a centinaia di chilometri di distanza c’è infatti Tikal, un altro grandioso sito archeologico, il cui ricordo portiamo sempre nel cuore.
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