La prima volta che ho visto Essaouira sono rimasto folgorato, abbagliato da quella visione salina che emergeva dalle profondità del mare e prendeva forma, insinuandosi tra le fantasie del me viaggiatore ormai accecato da tanta luce. Il fascino decadente di Essaouira si infrange sulle sue mura, riflettendosi sul bianco dei antichi edifici della medina e lanciando nell’aria colma di salsedine storie di viaggiatori e avventurieri, che quando sono arrivati qui, e si sono affacciati di fronte all’Oceano, hanno immediatamente pensato che forse era giunto il momento di fermarsi a guardare l’orizzonte, come tanti bambini sognanti. Ad Essaouira convivono in un mix unico il lato hippie e multiculturale del Marocco, mentre migliaia di volti e di storie impregnano le mura di una città tanto amata, tra gli altri, da Bob Marcley, Cat Stevens, Jimmi Hendrix e Sting.
Essaouira è un punto di arrivo, e non di partenza, d’altronde si approda su queste coste lontane direttamente dal deserto, dopo essersi lasciati alle spalle le città imperiali e i villaggi berberi, i Monti Atlas e Marrakech, distante da qui 3 o 4 ore in bus. E in effetti, una volta giunti alle porte delle grandi mura di Essaouira, al centro di Piazza Moulay Hassan, con alla destra il rumore fragoroso delle onde oceaniche, inevitabilmente scatta qualcosa nella testa del viaggiatore, del viandante o del vagabondo che sia. Prevale il tempo del sogno, alimentato dal mare e dalla Storia. Dunque eccoci qui, a raccontare di Essaouira, una delle più belle città del Marocco.
“Si passa per Piazza Moulay Hassan per andare alla scoperta di una delle Medina più belle del Marocco, dal 2001 Patrimonio UNESCO, lasciandosi alle spalle un mare che non è certo l’ideale per fare vita balneare e una spiaggia molto estesa più che altro interessante per chi desidera passeggiare.”
La grande piazza Moulay Hassan, che fa da anticamera all’antica medina, è stata ricavata dalla originaria porta di Bab Laachour e da una parte del palazzo imperiale, e con il tempo ha finito per diventare palcoscenico di uno dei più importanti eventi internazionali di musica africana lo Gnaoua World Music Festival, che porta in scena la musica Gnaoua, emblema del folklore marocchino. Si tratta di un mix di stili, che inglobano la tradizione brasiliana, quella sufista e quella più tradizionale berbera e marocchina. Ne viene fuori un calderone potentissimo di ritmi tribali che possono durare ore.
ESSAOUIRA: IL FASCINO DELLA STORIA
Essaouira, l’antica Mogador, è una città portuale e balneare situata sulla costa atlantica del Marocco, la sua medina, ovvero la città vecchia, è protetta dalla Skala de la Kasbah, una fortificazione settecentesca progettata dagli ingegneri portoghesi, che si affaccia direttamente sul mare. Come monito di quei tempi passati, vecchi cannoni di ottone circondano le mura dalle quali si vede l’oceano, mentre potenti alisei battono continuamente la spiaggia della città, rendendola ideale per fare surf, windsurf e kitesurf. Una volta penetrata la Skala de la Kasbah attraverso una delle sue porte, si accede alla medina, pullulante di vita e commercio; una volta dentro, difficilmente riuscirete a sottrarvi dal vortice di genti e di mercanti che formano un interessante potpourri antropologico.
IL PORTO
La storia leggendaria di Essaouira passa, però, prima di tutto per il suo porto, che fu prima avamposto fenicio, poi colonia commerciale romana, poi base bizantina, berbera e islamica, fino a quando, nel XV secolo non giunsero i portoghesi. Furono proprio questi ultimi a potenziarne il porto che, nel frattempo, divenne uno dei principali scali della costa atlantica africana nord-occidentale. E grazie al suo porto, Essaouira si arricchì.
Durante il periodo di dominio portoghese la città prese il nome di “Mogador”, e sempre in questo periodo furono costruiti il Castello Reale e i Bastioni sull’Oceano Atlantico, questi ultimi ricordano, non a caso, in maniera evidente i tratti della Torre di Belem a Lisbona. In coincidenza di questi grandi cambi urbanistici, che resero la città più sicura, cominciarono a giungere folti gruppi di ebrei, i quali finirono per stanziarvisi in un distretto circoscritto della città. Infatti, come a Marrakech, anche a Essaouira c’è la Mellah, ovvero il quartiere ebraico.
Nonostante la realizzazione di grandi infrastrutture, il dominio dei portoghesi, però, non durò a lungo, appena una decina di anni, e nel 1510 furono sopraffatti dalla tribù berbera dei Regraga, che a loro volta lasciarono le redini del controllo ai Saadiani nel 1541, alimentando ulteriormente un periodo storicamente concitato. Bisogna aspettare il 1764 e il governo del sultano Mohammed Ibn Abdallah per la rinascita di Essaouira.
Oggi la zona del porto è una delle più interessanti e originali della città: il mercato del pesce e l’attracco dei pescherecci rendono tutto molto pittoresco, anche se alquanto decadente. Basta varcare la grande porta e lasciarsi alle spalle la città per entrare in un mondo parallelo, dove pescatori, gabbiani e tuffatori bambini convivono in un curioso mix antropologico che regala degli scorci unici sulla città e non solo.
“Così ci saluta la Bianca sposa dell’Atlantico, l’antica Mogador, la città degli alisei, Essaouira la ben disegnata. Ci saluta con la speranza di rivederci ancora di fronte alle sue mura, mentre siamo lì, in piedi, abbagliati dalla luce oceanica che, densa di iodio e di sale, ci perfora il cuore. E anche noi la salutiamo con il desiderio, invece, di poterla continuare a sognare nei nostri sogni e a raccontarla nelle nostre storie più ardite. Arrivederci Essaouira.”
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