LAZIO: isola di Ponza, magia nel cuore del Mar Tirreno

Ponza è la principale delle isole Pontine, raggiungibile dalla costa laziale sia da Formia che da San Felice del Circeo. Qui il mare si respira in ogni sua essenza, in maniera autentica, vivida, lasciando spazio totale agli echi della leggenda, della fantasia e della mitologia, questi ultimi legati indissolubilmente ai nomi immortali degli eroi dell’Odissea. Secondo la tradizione, infatti, Ponza era l’antica Eea, la terra di Circe, colei che, secondo Omero, trasformò in porci gli uomini di Ulisse. Quest’ultimo in verità riuscì a salvarli, ma non a resistere al fascino della bella maga, così che se ne innamorò. Stando sempre a ciò che si tramanda, Ulisse con Circe ci fece anche un figlio, prima di ripartire verso Itaca e “l’adorata” Penelope. Al tempo dei Romani, invece, l’isola fu luogo di esilio, come avvenne con Nerone e Poppea. Tanti intrighi e curiosi personaggi rievocano alla perfezione la bellezza magica di quest’isola dai mille volti e segreti.

NELLE TERRE DEL MITO

Ponza si trova nel Mar Tirreno davanti al Golfo di Gaeta a 21 miglia nautiche a sud di San Felice Circeo, in provincia di Latina. Si estende da nord a sud dall’isolotto di Punta dell’Incenso al Faro della Guardia ed è la maggiore isola per estensione dell’arcipelago pontino, di cui fanno parte anche Gavi, Zannone, Palmarola, Ventotene e Santo Stefano.
Di queste, soltanto Ponza e Ventotene sono abitate permanentemente.

« Circe che sottrasse me più di un anno, là presso a Gaeta, prima che sì Enea la nomasse»

l’Ulisse di Dante nella Commedia (Inf. XXVI).

Nel libro X dell’Odissea si narra la vicenda di Odisseo e la Maga Circe, che a detta di Omero avviene proprio a Ponza.
I fatti si svolgono nella seguente maniera: nell’approdare, Odisseo, o Ulisse che dir si voglia, esplora la terra in cui è giunto e scopre che si tratta di un’isola; avendo scorto del fumo in lontananza, deduce che l’isola deve essere abitata, e dopo aver tirato a sorte tra gli uomini dell’equipaggio, invia Euriloco in esplorazione. Giunti nel luogo da dove esce il fumo, Euriloco e i suoi uomini vengono accolti da Circe, la Maga, che con un sortilegio lì trasforma in porci. L’incantesimo salva solo Euriloco che fugge verso la nave per informare Odisseo.
Appreso il tutto, l’eroe greco decide allora di andare da Circe di persona per riscattare i suoi compagni. Durante il tragitto, però, incontra Hermes, il messaggero degli Dei, che lo mette in guardia sui tranelli che la Maga ha scelto per stregarlo. In particolare, gli consiglia di non rifiutare la sua offerta amorosa. Al che, Odisseo giace con Circe e se ne innamora a tal punto da fermarsi a lungo sull’isola, fino a quando, rinsavito, non chiede alla maga di lasciarlo andare. Ciò è possibile ad una condizione: che Odisseo vada dall’indovino Tiresia (che si trova nell’Ade, il regno di Persefone) per interrogarlo; quest’ultimo parlerà e gli indicherà cosa fare. Dunque, Ulisse e i compagni devono incamminarsi verso l’Ade e compiere un rituale con cui evocare i morti. A quel punto, di ritorno dall’Ade, torneranno nuovamente da Circe per poi riprendere il loro viaggio. Queste le parole con cui Circe si rivolge a Odisseo:

«Divino Laerziade, ingegnoso Odisseo,
non rimanete, dunque, per forza nella mia casa;
però altro viaggio c’è prima da fare e arrivare
alle case dell’Ade e della tremenda Persefone,
a interrogare l’anima del tebano Tiresia,
il cieco indovino, di cui salda resta la mente:
a lui solo concesse Persefone d’aver mente saggia
da morto; gli altri invece, come ombre vane svolazzano».

Dal Canto X dell’Odissea di Omero
Ulisse con i suoi uomini in un affresco che ho incontrato a Diamante (in Calabria)

L’ISOLA DELL’ALTROVE

Nell’approdare a Ponza via mare si percepisce subito di essere “altrove”, mentalmente lontani dalla terraferma che in sin dei conti non dista più di 2 ore in traghetto (da Formia o da San Felice del Circeo). Sì, altrove dalla normalità di una classica vita cittadina e perfettamente connessi con la magia del mare azzurro e della natura selvaggia. A dominare la visuale, infatti, sono la cresta del Monte Schiavone e le coste frastagliate e per lo più rocciose composte da tufo e caolino, chiaro segnale di una derivazione vulcanica dell’isola. Avvicinandosi al nucleo cittadino, poi, si rimane affascinati dallo splendido anfiteatro urbano composto da casette multicolori, che si affacciano a loro volta sul porticciolo popolato di barchette e pescherecci.

UNA GITA IN BARCA

Il miglior modo per conoscere l’isola è sicuramente in barca, perché altrimenti molti angoli selvaggi vi sarebbero esclusi. Una volta approdati a Ponza nel pittoresco approdo portuale da cui si vede bene il colorato centro storico, le offerte non mancano, nel senso che ci sono così tante agenzie che offrono tour in barca, da avere l’imbarazzo della scelta.

Il Periplo dell’isola inizia quindi dal Porto, antico complesso realizzato durante la dominazione borbonica, considerato tra i più armoniosi e belli del Mediterraneo. Ci si sposta solitamente verso sud, dove si incontrano le Grotte di Pilato, che al tempo dei Romani fungevano da murenaio. Si incontreranno in seguito i Faraglioni e della Madonna e il Faro omonimo che proteggono e segnalano ad est la rada di Ponza. Proseguendo il giro si incontra la spiaggia della Parata e più a sud i Faraglioni del Calzone Muto, infine la spiaggia del bagno vecchio con le sue falesie di tufo bianchissimo. Anche se molto turistico, un giro in barca sarà interessante, perchè la costa frastagliata di Ponza vi si mostrerà in tutta la sua spettacolarità. Il Faro della Guardia, come detto, segna il limite sud dell’Isola, una volta doppiato il quale permetterà di proseguire il viaggio alla scoperta dell’altrettanto scenografica costa occidentale.

Proseguendo verso nord, si incontreranno Punta del Fieno e l’affascinante Spiaggia della Luna, un’ampia baia a forma di falce caratterizzata da un’imponente falesia di oltre 100 metri. La spiaggia è ben attrezzata e comunque raggiungibile a piedi direttamente dal porto, passando attraverso un tunnel di epoca romana. Continuando a navigare sotto costa in direzione nord, e superata Punta di Capo Bianco, inizierà una miriade di insenature e grotte naturali, fino ai faraglioni di Lucia Rossa e all’omonima spiaggia (accessibile solo via mare), che costituiscono uno dei colpi d’occhio più incantevoli del tour. Una volta girato Capo Bosco apparirà Cala Feola con le piscine naturali. Seguiranno altre calette e insenature di selvaggia bellezza alla Punta Beppe Antonio e Cala Felci, quest’ultima caratterizzata da alte pareti rocciose abitate da rare specie di felci. Siamo giunti così all’estremità settentrionale di Ponza di fronte alla quale si scorge l’isolotto disabitato di Gavi, che apre la vista ad altri scenari e suggestioni. A questo punto, il tour prosegue verso sud, in direzione del porto fino alla Ravia e al Casocavallo, leggendari faraglioni e scogli che abbracciano la rada del porto, a cui sono legati miti e leggende ispirate dalla bellezza selvaggia e irresistibile dell’Isola di Circe.

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