Un tempo i marinari avrebbero avuto paura a spingersi oltre quel faro, perché secondo gli antichi, lì finiva il mondo, e tutta l’acqua del Mediterraneo si sarebbe riversata in un immenso buco nero. I tempi però sono cambiati, tanto che oggi Gibilterra è un Territorio d’Oltremare, appartenente alla corona inglese, ed è un luogo curioso, una “chicca” da viaggiatori, per ciò che ha rappresentato, ma nulla di più. Da quel faro, in giornate più nitide, si avvista facilmente il Marocco e l’altra colonna d’Ercole, Ceuta.
Ah dimenticavamo, occhio alle scimmie, vivono in libertà e sono più dispettose che mai! Le incontrate in piena libertà nella Riserva Naturale Upper Rock, sulla rocca, e vedrete voi stessi quanto pochi ospitali possono essere, quindi seppur vi appaiano divertenti, non date loro troppa confidenza.
GIBILTERRA: UN PO’ DI INGHILTERRA IN ANDALUSIA
Siamo in Andalusia, anzi no, siamo ufficialmente in Inghilterra, giacché Gibilterra è un territorio d’oltremare appartenente alla Corona britannica, ma noi ci arriviamo da un lungo viaggio in terra di Spagna, iniziato da Barcellona, proseguito per Valencia, poi per Malaga e così via, fino a giungere alle propaggini del mondo conosciuto, a Gibilterra. Per lo meno, ai tempi di Ulisse, era così. Infatti, secondo gli Antichi Greci, Gibilterra coincideva con una delle Colonne d’Ercole (l’altra è l’attuale Ceuta, appartenente alla Spagna ma situata in territorio marocchino), i confini del mondo conosciuto, e spingersi oltre quei bastioni avrebbe significato cadere nel baratro dell’ignoto. I marinai avevano particolare reverenza nei confronti di questo tratto di Mediterraneo, vi serbavano un prudente timore, e si guardavano bene dallo spingersi oltre. Solo un uomo ne avrebbe avuto l’ardire. Sapete già chi è.
“Oggi Gibilterra è una città in cui si incontrano la storia spagnola e quella inglese, oltre che quella del nord Africa e dell’Italia. La sua Rocca, chiamata anche the Rock, si trova nella parte più meridionale della Penisola Iberica, dove l’Oceano Atlantico incontra il Mar Mediterraneo.”
A CAVALLO TRA DUE MONDI
Citando Edmondo De Amicis, lo stretto di Gibilterra è forse di tutti gli stretti quello che separa più nettamente due paesi più diversi, e questa diversità appare anche maggiore andando a Tangeri da Gibilterra. Qui ferve ancora la vita affrettata, rumorosa e splendida delle città europee; e un viaggiatore di qualunque parte d’Europa sente l’aria della sua patria nella comunanza d’una infinità d’aspetti e di consuetudini. A tre ore di là, il nome del nostro continente suona quasi come un nome favoloso; cristiano significa nemico, la nostra civiltà è ignorata o temuta o derisa; tutto, dai primi fondamenti della vita sociale fino ai più insignificanti particolari della vita privata, è cambiato; e scomparso fin anche ogni indizio della vicinanza d’Europa.
Certo, queste sono le parole di un viaggiatore di altri tempi, ma la verità è che entrando a Gibilterra dalla Spagna e poi muovendo verso il Marocco si notano inevitabilmente venti di cambiamenti e diversità culturali. Mondi e luoghi troppo si guardano da una sponda all’altra, separati da un Mediterraneo magico e denso di alchimie antropologiche, storiche, geografiche.
Vale la pena fare un salto a Gibilterra, quindi? Sicuramente si, per tutte le suggestioni che questo luogo evoca, meno per le attrazioni, che in pratica si riducono esclusivamente alla sua rocca, ma si sa, i luoghi indimenticabili non sono quelli belli, bensì quelli che stuzzicano l’immaginario.
COME ARRIVARE A GIBILTERRA
Già, come ci arriviamo a Gibilterra? Se come noi, state viaggiando in maniera indipendente, e non con un tour organizzato, dovete sapere che voli diretti atterrano direttamente a Gibilterra dalla Madre Patria, quindi dall’Inghilterra, ma anche dal Marocco; oppure in alternativa potete considerare di atterrare a Malaga, noleggiare una macchina e poi scendere lungo la costa del sol fino a Gibilterra. Oppure prendendo un bus. In tutti i casi, in auto o in bus che sia, bisognerà fermarsi a La Linea de la Concepción e attraversare la pista dell’aeroporto, seguendo la segnaletica. Vi capiterà quindi di attraversare a piedi l’aeroporto di Gibilterra, che è uno dei più curiosi in circolazione.
“Il periodo migliore per visitare Gibilterra è lo stesso di una visita in Andalusia, e cioè in primavera e autunno, mentre in estate le temperature sono molto elevate”.
QUALCHE CENNO DI STORIA
Gibilterra vanta una continuità di vita che rimonta al neolitico. Noi però facciamo un salto doveroso e arriviamo direttamente al periodo che coincide con il dominio moresco, che città durò fino all’arrivo dei re di Castiglia nel XIV secolo. Ferdinando e Isabella, infatti, riuscirono a riprendere la Rocca dalle mani degli Arabi. La rocca, però, dopo la Guerra di Successione spagnola passò sotto il potere della Gran Bretagna, grazie al trattato di Utrecht del 1713.
Durante il XIX secolo Gibilterra raggiunse il suo massimo splendore, diventando un porto importantissimo sulla rotta per l’India, mentre i vari tunnel oggi visitabili, e completati durante la II Guerra Mondiale, diventarono la sede della Royal Navy e di Eisenhower. Durante il regime di Franco la Spagna provò a rivendicare la sovranità su Gibilterra, ma non ci riuscì, rimanendo di fatto, come lo è tutt’oggi, un avamposto inglese d’oltre manica.
COSA VEDERE A GIBILTERRA
Gibilterra è una vera e propria chicca per viaggiatori, e oltre alla famosa rocca ci sono anche attrazioni, per la verità non particolarmente interessanti, da considerare, ma andiamo per ordine.
La roccia sulla quale sorge Gibilterra offre una vista speciale sulla baia di Algeciras, considerata l’estremità più a sud della penisola iberica (quella più occidentale l’avevamo toccata a Cabo da Roca, in Portogallo).
Gibilterra, in se per se, si presenta come una città dai tratti inglesi, ma anche arabi e spagnoli, unica nel suo genere. Sarà curioso vedere le tipiche cabine telefoniche rosse, le stesse che si incontrano a Londra, oppure i tipici black cab, i taxi neri londinesi. C’è da premettere che nel XVIII secolo la città venne distrutta e poi ricostruita con uno stile molto più British, tanto che oggi, passeggiando per Gibilterra, si ha l’impressione di essere in terra inglese. Inoltre una funicolare attraversa l’intero territorio dall’alto, conducendo il visitatore direttamente all’interno della riserva naturale Upper Rock, situata proprio sul promontorio situato a ben 400 m sul mare, da cui si può ammirare una vista davvero unica. In questa riserva vive una divertente (ma anche dispettosa) colonia di bertucce, che ormai hanno acquisito una totale confidenza con i turisti, tanto da fare il bello e il cattivo tempo!
Gibilterra offre anche la possibilità di visitare i Siege Tunnels, scavati durante il Grande Assedio dai soldati britannici, mentre al Gibraltar Museum sono conservati reperti delle varie popolazioni che si sono succedute in questa città. Gli amanti della natura non possono perdersi il Giardino Botanico o la St Michael’s Cave, una grotta abitata fin dalla preistoria e oggi teatro di rappresentazioni e concerti.
In maniera più schematica ecco cosa vedere a Gibilterra:
- Grand Casemates Square, la piazza principale sulla quale si affacciano bar, ristoranti e negozi di souvenir;
- Main Street, la via principale, interamente pedonale lungo la quale si concentrano negozi e atelier.
- Riserva Naturale Upper Rock, situata sul promontorio a 426 m s.l.m, è semplice da raggiungere in vari modi, ma quello più suggestivo è senza dubbio la funivia. Per accedervi bisogna acquistare un biglietto d’ingresso.
- St. Michael’s Cave. Questa grotta di origine calcarea si trova all’interno della riserva naturale Upper Rock, a 300 m s.l.m. Tra le centinaia di grotte che si trovano a Gibilterra, è sicuramente la più popolare. Ospita infatti concerti, eventi di vario genere e spettacoli teatrali.
- Faro Europa Point. Costruito nel 1838, con i suoi circa 200 anni di storia, questo faro alto 20 metri, uno dei più iconici del versante atlantico, offre un incredibile punto di osservazione sulle acque dello Stretto, dove il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico.
- Castello Moresco, risalente al 1160, subì nel corso dei secoli varie modificazioni, e rappresenta uno dei luoghi più iconici della conquista spagnola di Gibilterra, prima che quest’ultima diventasse territorio d’Oltremare della corona britannica.