Brasilia è un’esperienza, un respiro sospeso tra il tempo del sogno e quello della grandezza umana, quella stessa grandezza che è riuscita a ricavare dalla savana tropicale un impianto urbanistico futuristico e surreale! La sua struttura a forma di aeroplano e il suo progetto creato a tavolino dal nulla, anzi da un sogno, solo 60 anni fa, la rende unica nel suo genere, una città che lascia con la bocca aperta non per la bellezza, ma per la sua particolarità. Sotto questo punto di vista, Brasilia è pazzesca, incredibile nel suo genere, un progetto nato da un’utopia e diventato realtà grazie all’impegno di una persona, che tutti i brasiliani ricordano per la sua visione volta al futuro e al progresso. Quella persona è Juscelino Kubitschek, indimenticato presidente del Brasile che avviò la modernizzazione di un Paese da poco uscito dalla Dittatura.
Brasilia è una capitale creata dal nulla fra il 1956 e il 1960 e progettata dall’architetto Lucio Costa per essere una città modello, sede di uffici governativi e ambasciate, ma anche di zone residenziali concepite come autosufficienti. Oggi Brasilia ha una popolazione di oltre 3 milioni di abitanti, mentre il progetto originario, il cosiddetto Plano Piloto, ne prevedeva 500.000, il che ha stravolto non poco la vita dei suoi abitanti, abbassandone di molto lo stile di vita. Per il turista che arriva, però, questi sono aspetti relativi, e per l’esperienza che lo aspetta risultano, forse, addirittura trascurabili. Andiamo quindi alla loro scoperta.
“Alla base della nascita della nuova capitale del Brasile ci sono tre nomi, il Presidente Juscelino Kubitschek, l’Urbanista Lucio Costa e l’archi-star Oscar Niemyer, tutti brasiliani, tutti uniti in nome di unico grandioso e visionario progetto.”
LA STORIA DI UN PROGETTO VISIONARIO
L’Utopia Brasilia comincia con il Concorso nazionale per il Piano pilota della nuova capitale del Brasile pubblicato nel “Diario Oficial” il 30 settembre 1956 – come da programma elettorale del presidente Juscelino Kubitschek, al quale si deve sia la volontà di spostare la capitale da Rio de Janeiro, sia l’iniziale intenzione di bandire un concorso internazionale. Vince il progetto di Lucio Costa mentre a Oscar Niemeyer furono affidati i progetti degli edifici più rappresentativi, per lo più concentrati nella parte alta della città, quella che per intenderci corrisponde alla cabina di pilotaggio (Piazza dei 3 poteri).
“La Capitale fu pensata a forma di aereo (anche se il progetto iniziale doveva essere più che altro una croce) forma che si vede bene dall’alto dei 75 metri della torre della Televisione.”
LA NASCITA DI BRASILIA: IL CONCETTO
Brasilia è riformulazione ed urbanizzazione del ricco ecosistema della savana tropicale (in portoghese, cerrado), in un luogo equidistante da tutto (dall’Amazzonia, dal Sud industrializzato e da Rio de Janeiro, la capitale storica) per mezzo della croce del primo progetto di Costa, che oggi appare più vicina a quella di un aeroplano e alla tragica memoria dell’Occidente cristiano colonizzatore di quanto non lo sia la profezia di San Giovanni Bosco. Il missionario salesiano, infatti, fece un sogno nel 1883, che gli indicava una città guidata dalla giustizia, che sarebbe stata costruita in Sud America tra il 15° e il 16° parallelo.
LE PRINCIPALI ATTRAZIONI ARCHITETTONICHE DI BRASILIA
Brasilia non è una città pensata per essere visitata a piedi, tutt’altro, le grandi strade e la struttura razionale ne fanno un centro di continuo transito per macchine e mezzi urbani, che dalla data della sua realizzazione (1960) si sono moltiplicati e a dismisura, contribuendo allo sviluppo del caos urbano, specie nelle arterie metropolitane che conducono al centro. Per questo, Brasilia non ci è sembrata particolarmente fruibile dal punto di vista turistico, nonostante questo regala degli scorci urbani di grande impatto e ovviamente degli spunti architettonici universalmente riconosciuti, che portano la firma del grande architetto brasiliano Oscar Niemeyer. Andiamo a vedere quali:
- Il Palazzo del Congresso Nazionale: si tratta di un blocco orizzontale dove sono disposte, a sinistra, in una piccola semisfera a cupola concava, la sede del Senato Federale e a destra, in un’altra semisfera a cupola convessa a forma di coppa, la sede della Camera dei Deputati. Tra di loro ci sono due torri di uffici individuali che raggiungono un centinaio di metri di altezza.
- La Cattedrale metropolitana presenta una pianta circolare di settanta metri di diametro, da cui si ergono sedici colonne di cemento di formato iperboloide, inaugurata il 31 maggio 1970. Nel piazzale d’ingresso del tempio si trovano quattro sculture in bronzo alte tre metri, rappresentanti gli evangelisti; le sculture sono state realizzate da Alfredo Ceschiatti.
- Il Palazzo Presidenziale è un elemento importante del piano di Costa, la cui idea era quella di proiettare un’immagine di semplicità e modernità allo stesso tempo, utilizzando linee sottili e onde per comporre le colonne e le strutture esterne. La facciata del palazzo è composta da due elementi forti: la rampa che conduce all’atrio e il parlatorium (piattaforma degli oratori), da dove il presidente e i capi di stato stranieri possono rivolgersi al pubblico nella Plaza de los Tres Poderes.
- Il Supremo Tribunale Federale, il cui edicio si appoggia su pilastri laterali ed è leggermente sollevato da terra, donando leggerezza all’insieme. Lo si riconosce per la presenza di una statua in pietra stilizzata della Dea della Giustizia seduta in primo piano, opera dello scultore Alfredo Ceschiatti.
- Il Museo delle Culture Indigene. Progettato anch’esso da Oscar Niemeyer, si tratta di uno spazio culturale creato con l’intento di preservare e valorizzare la diversità e la ricchezza della cultura indigena brasiliana. Si trovano al suo interno testimonianze e manufatti appartenenti al ricco universo antropologico indigeno brasiliano. Dall’Amazzonia al Mato Grosso, dalla Bahia allo Stato di Tocatins. Proprio di fronte al Museo delle Culture indigene si trova il Memorial JK, dedicato alla memoria del Presidente Juscelino Kubitsheck e di sua moglie Sara.
“La maggior parte degli edifici più importanti si concentra nella Piazza dei Tre Poteri, situata a sua volta all’estremità orientale del cosiddetto Plano Pilota, e che coincide a sua volta con la cabina di regia dell’aeroplano. Scendendo verso sud, ai lati della fusoliera, si incontano poi la Cattedrale Metropolitana, Il Museo Nazionale di Brasilia, la Biblioteca Nazionale e il Museo delle Genti Indigene, opere ,irabili di Oscar Niemeyer.”.
NON SOLO BRASILIA: IL CERRADO E L’ISTITUTO ARVOREDO
Brasilia non è solo architettura, ma anche molta natura, ed è questo il principale motivo per cui siamo passati di qui, ovvero per conoscere l’importante azione che l’Istituto Arvoredo svolge a favore del Cerrado, ovvero la savana tropicale che circonda la Capitale. Dal 2016, infatti, questa ONG, composta da anime belle e appassionate, capitanate dal Presidente Humberto Lucio, si occupa di promuovere l’educazione ambientale, la piantumazione di alberi, il ripristino ecologico e la conservazione degli ecosistemi brasiliani, in particolare del Cerrado. Ed è proprio la passione per il Cerrado a muovere Humberto e il suo Team multidisciplinare di professionisti, la stessa passione che abbiamo percepito noi nei giorni di permanenza nella Sede Campestre dell’Istituto Alvoredo, situata a Engenho da Lajes, ad una settantina di chilometri dalla Capitale Brasilia.
LA NOSTRA ESPERIENZA NELL’ISTITUTO ARVOREDO
Duranti i giorni in cui siamo stati ospiti dell’Istituto Arvoredo, infatti abbiamo avuto modo di vedere da vicino e documentare il dettagliato lavoro quotidiano che tutti i componenti del Team (biologi, amministratori, ingegneri forestali, avvocati) svolgono per il fine ultimo di proteggere il Cerrado, messo a rischio negli ultimi decenni da uno sfrenato disboscamento a vantaggio del settore dell’allevamento e agricoltura.
Basti pensare che, tra i biomi brasiliani, il Cerrado è quello più compromesso, principalmente a causa della sua natura pianeggiante, molto più facile da disboscare e acquisire rispetto per esempio ai territori amazzonici. L’Istituto Arvoredo è nato innanzitutto per contrastare questa tendenza, spesso avallata e concessa dagli stessi organi istituzionali, che spesso antepongono gli interessi economici all’equilibrio ambientale.
“Il Cerrado è uno dei principali biomi brasiliani, e allo stesso tempo uno dei più compromessi dall’impatto antropico (allevamento e agricoltura). Nello specifico si tratta di un’ecosistema di transizione che corrisponde alla Savana Tropicale, e che mette in collegamento l’Amazzonia con la Mata Atlantica. Nello specifico copre una vasta area compresa tra gli stati di Amapá e Roraima, San Paolo e Paraná, Pernambuco, Alagoas, Sergipe, fino ai confini di Pará e Amazonas. Si tratta di un enorme ecosistema attraversato da tre dei più grandi bacini fluviali del Sud America, e nonostante la sua apparente veste secca, gode di precipitazioni regolari che gli conferiscono una grande biodiversità, habitat naturale del formichiere gigante, la pantera, il lupo guarà, il tapiro, l’armadillo, solo per citare alcune specie animali, per non parlare della vasta varietà di fiori e pianti.”
PER APPROFONDIRE IL PIANO DI AZIONE DELL’ISTITUTO ARVOREDO, LEGGI QUI.
“L’obbiettivo principale dell’Istituto Arvoredo è essere un punto di riferimento nel restauro del Cerrado e nella promozione dell’educazione ambientale, con l’intenzione ultima di costruire il Centro di Coesistenza Ambientale, ovvero uno spazio pensato appositamente per favorire esperienze e interazioni con la natura.”
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