ABRUZZO: COME RAGGIUNGERE L’EREMO DI SAN BARTOLOMEO IN LEGIO

Ci sono luoghi davvero incredibili, che traspirano storia, suggestione e pace. Di questo genere di luoghi l’Abruzzo è ricchissimo, ma noi ci riferiamo qui ad uno in particolare: l’Eremo Celestiniano di San Bartolomeo in Legio, interamente scavato nella roccia all’interno di uno scenario paesaggistico di grande impatto visivo, dove si fondono leggenda, tradizione e bellezza naturale. Un luogo tra i più particolari di una regione, l’Abruzzo, piena di segreti e sorprese.

Abruzzo affascinante e misterioso, terra di briganti, pastori e soprattutto di eremiti, che tra le impervie pendici della Majella hanno trovato il luogo ideale per ritirarsi dal mondo e dedicarsi a una vita di preghiera e di silenzio.
Quello di San Bartolomeo in Legio è uno degli Eremi più spettacolari, letteralmente scavato all’interno di uno sperone roccioso che si affaccia su una valle naturale davvero scenografica.

I LUOGHI DI CELESTINO V

L’eremo si trova esattamente nel comune di Roccamorice, in provincia di Pescara, immerso nel silenzio dei boschi della Maiella e del Morrone, ed è parte di una rete di percorsi tracciati che costituiscono il Sentiero dello dello Spirito. Fu realizzato da Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V, in un luogo che ha visto nei secoli una frequentazione costante da parte di pellegrini, flusso di fede che rivive ancora oggi nella processione del 25 agosto. Pietro da Morrone visse in questa alcova rocciosa tra il 1274 e il 1276.

Fra’ Pietro Angelerio salì sul trono papale, come Celestino V, nel 1294, tra i clamori popolari, salvo poi abbandonare dopo soli 6 mesi, per tornare tra le sue montagne, a pregare, in totale povertà e solitudine, proprio da dove era venuto.

“L’eremo di San Bartolomeo è compreso nel Sentiero dello Spirito, un cammino di 73 km suddiviso in almeno 4 giorni, da considerarsi come un’immersione totale in un mondo selvaggio e primordiale, che collega gli eremi celestiniani dell’Abruzzo. Il Cammino parte da Badia di Sulmona e termina all’Abbazia di San Liberatore a Majella.”

COME ARRIVARE

Come dicevamo, l’Eremo di San Bartolomeo si trova nel territorio di Roccamorice, raggiungibile a piedi dal suddetto comune, o da Decontra. Nel primo caso, basta lasciare la macchina in un parcheggio apposito e inoltrarsi poi lungo un sentiero che si vi porterà nel cuore della Valle Giumentina. Nel secondo caso si può partire dal piccolo borgo di Decontra, compreso nel Comune di Caramanico e affacciato sulla Valle dell’Orfento, seguendo il sentiero CP e le indicazioni per “Anello Valle Giumentina”.

LE CARATTERISTICHE DELL’ESCURSIONE

Il livello dell’escursione è generalmente considerato facile, anche se secondo noi, ci sono piccole insidie da non sottovalutare, dovute alla pendenza e alla natura sdrucciolevole del sentiero, specie in caso di pioggia, visto che il percorso, in prevalenza roccioso. In base a queste premesse, consigliamo di indossare scarpe da trekking, o per lo meno scarpe da ginnastica con un buon grip sulla suola. Evitare quindi di scendere in infradito, in tacchi o scarpe lisce. Sembra scontato ma non lo è.
Inoltre il sentiero è particolarmente affollato nel periodo estivo, specie durante i week-end.

L’EREMO

L’eremo, molto ben conservato, è scavato nella roccia e sulla porta presenta ancora un affresco del Cristo e della Vergine Maria, mentre all’interno di quella che è una chiesetta, c’è una nicchia dov’è custodita la statuetta lignea di San Bartolomeo, che i devoti chiamano “Lu Sandarell”, ovvero “Il piccolo santo”, in riferimento alle dimensioni dell’effige. Alla sinistra dell’altare, poi, si nota una porticina che conduce alla cella, dove Pietro era solito ritirarsi in preghiera.

Una volta visitato l’eremo, è possibile prosegui a valle, lungo il greto del fiume, fino dove lo stesso si restringe consentendo il passaggio sulla riva opposta. Si trova qui la sorgente di San Bartolomeo, chiamata dagli abitanti del luogo, fonte “catenaccio”, alla quale vengono attribuiti poteri miracolosi.

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