FAVELAS: UNA DOVEROSA PREMESSA
Entrate nell’immaginario collettivo come covo di malviventi e alveari di pericolosità e insicurezza, le favelas sono oggi un argomento delicato e allo stesso tempo interessante da affrontare nell’ambito di una visita di Rio de Janeiro.
Per comprendere la portata del fenomeno, dobbiamo partire da alcune premesse: non sempre, chi vive nelle favelas è un delinquente, Anzi! Inoltre, ciò che noi chiamiamo Favela, con una connotazione inevitabilmente negativa, per chi la abita, è la “comunità”, ovvero una aggregazione di persone che condividono usi, abitudini e c0stumi; va rispettata quindi come tale.
“Chi vive nelle favelas, si sente parte di una comunità viva e attiva, che spesso lotta per l’emancipazione; è curioso, infatti, come proprio i carioca trattino con discriminazione i residenti delle favelas, influenzando pesantemente il giudizio dei turisti e degli stranieri.”
Eppure, noi abbiamo verificato con i nostri occhi come le favelas siano degli ambienti dove la gente vive normalmente, come in qualsiasi altro posto. In alcuni casi, certo, prevale il disagio dovuto alla mancanza dei servizi minimi garantiti negli altri quartieri di Rio de Janeiro, come le condutture e fognature, ma in generale la vita scorre come altrove, con gli stessi problemi e difficoltà.
Ci sono poi favelas e favelas, così che in alcune si può entrare tranquillamente, perchè “pacificate” e quindi presidiate dalla polizia, mentre in altre persistono tensioni interne dovute per lo più al giro di droga e di armi, dove è assolutamente sconsigliato passare.
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LA FAVELA DI SANTA MARTA
La Favela di Santa Marta, che si sviluppa sulle colline che circondano il quartiere di Botafogo, è una delle favelas pacificate di Rio ed è tranquillamente visitabile. Entrare in compagnia di una guida è una premessa fondamentale che assicura maggior tranquillità a voi, ed impiego ai suoi giovani.
La Favela di Santa Marta o di Doña Marta, è organizzata per accogliere visitatori ed è diventata famosa, dopo che Michael Jackson vi girò la clip di una delle sue immortali canzoni: “They don’t care about us”.
Si può salire o appiedi, o tramite un “bondinho”, ovvero un ascensore, che serve più che altro alla Comunità per scalare più agevolmente gli altrimenti scoscesi pendii collinari.
Un tour in una favela si rivelerà sicuramente un’esperienza antropologica interessante, perché vi permetterà di addentrarvi in un contesto sociale ricco e variegato, che ha le sue dinamiche, molto differenti da quelle dei quartieri classici.
Qui, infatti, si sono ritrovate a vivere persone in difficoltà che, non avendo la possibilità di vivere in un’abitazione classica, hanno dovuto trovare un’alternativa “molto alternativa”. Ne è derivata un’aggregazione di case abusive e soprattutto di persone in difficoltà, che paradossalmente, proprio nel disagio hanno finito per consolidare il loro rapporto. Ciò che si percepisce, visitando le stradine ingarbugliate di Santa Marta, è proprio questa sensazione di compattezza; di un sentirsi parte della Comunità. È come se fosse un’unica grande casa.
SCENE DI VITA QUOTIDIANA
Case blu, verdi, gialle, ed ovviamente mattoni, lamiera, cemento eternit. Nonostante la sua apparenza, la Favela ha un’anima, molto viva, e ci si mostra già per quello che è il suo carattere più recondito: la semplicità!
La vita in una Favela appare del tutto normale. Ci sono barbieri, bar, estetisti, c’è persino una palestra di arti marziali, le porte delle “case” sono sempre aperte, nessuno teme il prossimo, anzi si sentono tutti parte di un’unica Comunità.
I bambini giocano con l’acqua, o si rincorrono tra i vicoli deformati, alcuni muratori lavorano senza sosta, nonostante il grande caldo e l’imminente carnevale, due donne si rivelano chissà quali segreti.
Negli ultimi tempi i ragazzi della Comunità di Santa Marta si sono riuniti in una cooperativa di nome “Santa Marta TOUR FAVELA” che organizza tour guidati all’interno della Favela.
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LA NASCITA DELLE FAVELAS
La Città di Rio è cresciuta disordinatamente, molto disordinatamente, negli ultimi 50 anni, ricevendo nel corso degli anni, masse di braccianti provenienti dalla campagna e anche dal Nord-est; tutti spinti a “rifugiarsi” in città dalle condizioni di impraticabilità delle campagne e illusi dalle prospettive di un lavoro remunerativo.
Inoltre, il colpo definitivo, Rio lo ha ricevuto nel 1960, quando il Governo Brasiliano decise di spostare la Capitale da qui a Brasilia. Tutti i ministeri e la gente che contava, quindi i ricchi, evacuarono in massa, anche sei in maniera coatta. Da quel momento la città fu lasciata allo sbando e la piaga dell’insicurezza cominciò a dilagare.
PERCHÈ VISITARE UNA FAVELA
Il punto è: perchè mai vistare una favela? Cosa ci sarà di tanto interessante nel vedere i rivoli di acqua putrida scendere giù a valle senza una regolamentazione, oppure accumuli di macerie e di rifiuti che giacciono tra un’abitazione e l’altra, o ancora escrementi di cani nel bel mezzo delle miriadi di stradine, create senza un minimo di criterio? Ebbene nelle favelas c’è molto di più, e negli ultimi anni, vuoi per una crescita di coscienza, vuoi per lucrare sui turisti, il governo brasiliano ha aperto le porte delle favelas al pubblico: oggi è quindi possibile visitarle, pagando una guida ufficiale, che di solito appartiene alla comunità.
Attenzione, però, serviranno sensibilità, rispetto ed empatia per essere dei buoni ospiti. Ma questi sono requisiti necessari per entrare in ogni ambiente, ed una favela, o meglio una comunità non sarà un’eccezione. Anzi, non appena avrete dimostrato discrezione e gentilezza, verrete ricambiati con grande rispetto e cordialità. Vi accorgerete che entrare in una Comunità è un’esperienza bellissima ed appagante dal punto di vista umano, ed inoltre, sarà un’occasione per godervi uno degli scorci e delle viste panoramiche più suggestive di Rio. Perciò buon tour. Ci racconterete!
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