Dalla notte stranamente silenziosa di Santiago del Cile ci giunge un pensiero chiaro, duro, deciso, che per molti di noi suonerà lancinante, perché la verità, bella o brutta a seconda di come la si voglia interpretare, è che:
“NON TORNEREMO ALLA NORMALITÀ,
PERCHÉ PROPRIO LA NORMALITÀ ERA IL PROBLEMA”.
DOVE CI PORTERA’ QUESTO CORONAVIRUS?
Un piccolo, minuscolo, anzi invisibile essere, il CORONAVIRUS, ha messo in crisi la nostra identità, la nostra umanità, ha attaccato il nostro sistema difensivo, compromettendo definitivamente la nostra quotidianità, la normalità, come la chiamano noi.
Probabilmente, però, quello che oggi consideriamo un incubo, una minaccia, nell’immediato futuro, chissà che non sarà un punto di svolta, un’opportunità unica per cambiare le nostre prospettive e modificare, in meglio, il nostro stile di vita. Perché, di fatto, non c’è niente di sano nelle nostre città, e nemmeno nel nostro attuale stile di vita.
I PRIMI GIORNI DI UNA NUOVA ERA
“No volveremos a la normalidad,
porqué la normalidad era el problema”
In questo intervento lapidario che ci giunge dalla notte di Santiago de Cile e che porta la firma del collettivo artistico Delight Lab, c’è tutta la durezza, a volte lo sgomento, di quello che ci aspetta. Un messaggio semplice e diretto che non lascia scampo ad equivoci e mal interpretazioni.
Nessuna paura però, perché se considereremo questo passaggio come un’opportunità, ricominceremo finalmente una nuova vita, con nuovi sentimenti e sopratutto, nuove prospettive.
Se lo vorremo, i problemi che ci attanagliano la mente in questi giorni, peraltro legittimi, (come il pagare l’affitto, la perdita del lavoro, l’ansia di reinventarci, la paura di perdere quel poco che abbiamo), tra qualche tempo non avranno più senso, perché vorrà dire che, noi avremo svoltato verso una nuova consapevolezza.
“Siamo tutti connessi, e sopratutto, mai come in questo momento, siamo TUTTI SULLA STESSA BARCA.
Sono i primi giorni di una nuova era, perché volenti o nolenti, dovremo cominciare a pensare non come individui, ma come collettività.”
SIAMO TUTTI CHIAMATI AD UN COMPROMESSO
In questi giorni di clausura forzata, messi all’angolo da un virus sconosciuto e “costretti” alla riflessione, a vivere finalmente nel Hic et Nunc, siamo chiamati ad un grande sacrificio, non solo individuale, ma collettivo: la nostra temporanea libertà individuale in cambio di una rinascita totale. Un compromesso personale in nome di un bene più grande e comunitario. Non sappiamo effettivamente cosa ci aspetta, e questo ci spaventa, ma finalmente abbiamo l’occasione di scegliere. Scegliere come vivere questo momento, che ci accomuna tutti e che ci chiama ad allinearci su una stessa direttrice. E più i giorni passano e più ci rendiamo conto che l’unica maniera di uscire vincitori da questo tunnel è andare TUTTI NELLA STESSA DIREZIONE.
” Mai come in questi giorni di clausura, avere poca fiducia nella nostra specie vuol dire avere poca fiducia in noi stessi, giacché siamo un riflesso diretto e puntuale della nostra specie. In questo momento epocale ognuno può finalmente decidere di vedere come vivere questa clausura, se con fiducia o con pessimismo. Siamo liberi e lo siamo sempre stati, semplicemente fino ad ora non pensavamo di esserlo.
Questo il nostro umile punto di vista. Non sappiamo se giusto o no, però ci crediamo.”
In bocca al lupo a tutti noi, e che la luce guidi sempre i nostri passi di viaggiatori cosmici.