TRIESTE, CITTA’ LETTERARIA: COSA FARE E VEDERE IN 2 GIORNI

Io e Giulia siamo viaggiatori che amano leggere, abbiamo sempre sognato i nostri viaggi partendo dalle pagine di un libro, e mai come in questo caso Trieste ci è sembrata uno scrigno ideale, magico e fantastico per rivivere le sensazioni e le riflessioni scaturite dalla lettura. Trieste è una città letteraria in tutto e per tutto, un luogo-non luogo dove si incontrano realtà e fantasia, e dove si incrociano le storie di tanti popoli e scrittori, come Joyce, Saba, Magris, Svevo, Majevski e altri; un elegante crocevia di culture che con il tempo ha dato vita a un crogiolo di arte e di storia.

Passeggiando per Trieste (a testa in su), abbiamo cercato di scorgere i motivi floreali delle facciate liberty e neoclassiche degli edifici storici, puntato lo sguardo verso l’orizzonte di un mare metafisico, oppure abbiamo provato a perderci tra i vicoli secondari per poi ritrovarci ad ammirare la sontuosità di una delle piazze più belle d’Italia; ci siamo fermati ad assaporare l’aroma del caffè, che qui a Trieste è un vero e proprio dogma, seduti magari sullo stessa sedia su cui era solito accomodarsi Joyce. E ancora, ci siamo divertiti a cercare le teste dei Panduri, i temibili guerrieri ungheresi che fanno capolino, in maniera anche un po’ inquietante, dalle volte dei portoni dei palazzi storici. Insomma ce ne sono di cose da fare qui a Trieste, e l’impressione è che non basterebbe una vita per conoscere questa capitale della Mittle-europa, che porta in seno i riflessi della tradizione austriaca, slava, veneziana e adriatica, offrendo un mix unico.

“Come Marsiglia, Lisbona e Salvador de Bahia, Trieste ci è parsa una città ricca di letteratura, di teatri e caffè, una città che senz’altro merita l’investitura di luogo letterario per eccellenza, dove le storie della gente comune si mischiano con quelle eccezionali di personaggi nati dall’immaginazione illimitata dei “nostri” scrittori preferiti.”

PASSEGGIANDO PER TRIESTE: I LUOGHI DA NON PERDERE

Si può visitare Trieste come si voglia, ma certamente ci sono dei luoghi che non si possono saltare, in quanto riflessi di una storia multiculturale, nonché evidenti testimonianze del passaggio di tanti popoli nel corso dei secoli. Partiamo dal luogo più sontuoso, Piazza Unità d’Italia, ritenuta a ragione una delle piazze più belle d’Europa, ampia, ariosa e scenografica, naturale premessa dell’altrettanto bellissimo molo cittadino che prende il nome dal cacciatorpediniere della Marina Italiana, “Audace“, dopo che quest’ultimo vi attraccò il 3 novembre 1918. Da qui si ammirano il faro e il porto e se vi girate verso la città, dando le spalle al mare, riuscirete a cogliere la sua particolare morfologia: il carso che degrada verso l’acqua, e i tanti colli che hanno salvato la città dalle tante incursioni straniere. Su colle San Giusto, luogo del vecchio nucleo abitativo, svetta il castello omonimo al cui interno oggi si trova il Museo Civico.

Scendendo, sulla via per l’acqua, si incontrano l’Arco di Riccardo e il Teatro Romano, i tanti caffè, e il Canale Ponterosso, che regala una delle cartoline più belle di Trieste e conduce, a seconda del senso di percorrenza, o al mare o al Norgo Teresiano di settecentesca memoria. Sul Canal Grande si affacciano poi tanti palazzi storici, e il Tempio Serbo-Ortodosso di San Spiridione.

LA BIBLIOTECA DI SABA

A Trieste c’è un luogo perso nel tempo, in pieno centro, che però può passare inosservato ai più, offuscato dalle luci delle vetrine dei negozi di abbigliamento e dalle facciate eleganti degli edifici in stile neoclassico. È la libreria Antiquaria di Umberto Saba. Quando l’abbiamo scoperta siamo rimasti a bocca aperta, perché non certo ci aspettavamo un posticino così magico in una delle vie più passeggiate della città. Come sempre, però, le sorprese possono sbucare fuori sempre e ovunque, basta dar loro la possibilità di manifestarsi.

Entriamo e ad accoglierci c’è Mario, unico erede di questa antica libreria dove Saba trascorse ben 35 anni della sua vita. Un luogo magico, ricco di fascino e pieno di libri che, se potessero parlare, racconterebbero storie indimenticabili. In questo spazio lontano dai ritmi turistici di una Trieste sempre più viva, Mario passa le giornate ad archiviare antichi volumi e a raccontare storie a chi è disposto ad entrare in questo luogo e soprattutto ad ascoltarlo. Mario è un riflesso di una Trieste che non c’è più, di una città multiforme che gradualmente sta cambiando verso la modernità; la sua testimonianza ha un valore inestimabile perché è una delle ultime scintille luminose della memoria storica e collettiva di quella Trieste che secondo noi è una delle città più belle in assoluto!

Tra le più note liriche del Canzoniere, c’è una poesia, Trieste, che chiarisce bene l’amore che lega Saba alla sua città natale, un amore viscerale che lo ha accompagnato per tutta la vita, affiancato da quello più umano e carnale per la moglie Lina.

“Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore; come un amore
con gelosia.”

I CAFFE’ DI TRIESTE

E poi ci sono i caffè che a Trieste sono molto di più di un bar, sono dei luoghi di culto, dove entri, ti siedi e ti lasci trasportare dalle suggestioni letterarie, facendoti inebriare dall’aroma di caffè e conquistare dalla bellezza degli interni. C’è il Caffè Stella Polare, dove era solito sedersi James Joyce, c’è l’incredibile Caffè degli Specchi, uno dei più belli, situato su Piazza Unità d’Italia all’interno di Palazzo Stratti, e poi c’è “Sua Maestà” Il Tomaseo, il caffè più antico di Trieste, fondato nel lontano 1830, oggi Monumento Nazionale e caratterizzato da un arredamento riservato ed elegante, sulla scia dei locali viennesi.

Fra i Caffè più suggestivi della città di Trieste vi è il Caffè San Marco, a cui Magris ha dedicato il primo capitolo del suo libro Microcosmi, con cui ha vinto il Premio Strega e in cui descrive l’ambiente, i personaggi locali e le personalità letterarie che hanno frequentato questo storico luogo; «un’arca di Noè, dove c’è posto, senza precedenze, né esclusioni, per tutti. […] Il San Marco è un vero Caffè, periferia della Storia contrassegnata dalla fedeltà conservatrice e dal pluralismo liberale dei suoi frequentatori. […] Al San Marco trionfa, vitale e sanguigna, la varietà»

SCRITTORI CHE CI ACCOMPAGNANO PER TUTTA LA CITTA’

In tutta la città domina la Letteratura, la cui scia si concretizza con le statue in bronzo dei più acclamati scrittori che amarono Trieste e la vissero visceralmente. Sculture a misura d’uomo che popolano gli angoli più disparati della città, come fantasmi, apparendo a volte all’improvviso e ricordandoci il senso della loro permanenza in Città. Così, incontriamo James Joyce che cammina lungo il Canal Grande, Gabriele D’Annunzio seduto su una panchina con le gambe incrociate, concentrato nella lettura con il gomito appoggiato su una pila di libri; Umberto Saba che va verso la sua amata libreria; in Piazza Attilio Hortis, invece, nei pressi del Museo Revoltella incontriamo Italo Svevo raffigurato con il cappello e un libro in mano, lo sguardo rivolto alla Biblioteca Civica, dove era solito intrattenersi. A Trieste, poi, nacquero Victor Majevski e Magris prima di fare il giro del globo, si fermò Stendhal, crebbero e i talenti della cosiddetta “gioventù triestina,

«Trieste diviene una città di scrittori, grandi, mediocri o falliti, perché i contrasti che elidono e paralizzano la sua storia inducono a credere che solo scrivendo, esprimendo questo stallo, si possa dare consistenza alla propria persona. […] Da quella sospensione nasce il desiderio o la necessità di scrivere, la scrittura saggistica e obliqua di chi si sente un passeggero clandestino nella storia»

CLAUDIO MAGRIS

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