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Caprera è stata una tappa interessante del nostro itinerario alla scoperta della Sardegna del Nord, rivelandosi nella sua totale bellezza. Ci è apparsa, infatti, un’isola che esprime tutta l’originalità di una natura selvaggia e peculiare, dove il profilo frastagliato della costa nasconde splendide calette bagnate da un’acqua cristallina, e dove boschi di pini marittimi regalano scorci di pura essenza mediterranea. Il tutto con il suggello della Storia, dal momento che l’isola è stata l’ultima residenza di Giuseppe Garibaldi, “l’eroe dei due mondi”, che qui visse fino alla morte.
Siamo all’interno del Parco Nazionale de L’Arcipelago della Maddalena, in un mondo quasi totalmente selvaggio, il cui andamento frastagliato divide l’isola in due parti, il versante orientale, caratterizzato da rocce di granito rosa, difficilmente praticabile e tutelato dal titolo di riserva integrale; e quello occidente, invece, più pianeggiante e antropizzato. Si trovano da questo lato le acque azzurre di Cala Napoletana, la natura selvaggia di Cala Garibaldi e la distesa di sabbia chiara di Cala Serena. C’è poi Stagnali, un ex borgo militare dotato di un porticciolo per pescatori e diportisti, che è anche l’area più abitata. A Caprera si trova anche la più antica scuola di vela in Italia e la più grande del Mediterraneo.
“Caprera colpisce per il carattere della sua natura selvaggia, la sua costa frastagliata che nasconde calette preziose bagnate da acque cristalline. Sembra di stare in Paradiso. Oltretutto c’è poca densità di gente, su quest’isola comanda la natura.”
VITAMINA PROJECT
Si arriva a Caprera da Palau, piccolo centro situato proprio di fronte all’Arcipelago della Maddalena, di cui Caprera fa parte. Da qui partono i traghetti. Ci sono diverse corse tutti i giorni ed è possibile fare i biglietti direttamente alla biglietteria del porto. Sul traghetto si può imbarcare il proprio mezzo, il che rende tutto più agevole e pratico in ottica autosufficienza. Una volta approdati sull’isola della Maddalena dopo una breve traversata di 30 minuti, basterà percorrere il un ponte-diga chiamato Passo della Moneta, lungo 600 metri, e sarete a Caprera.
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L’attrazione principale dell’isola, assieme alle splendide calette di acqua cristallina, è la Casa di Garibaldi, dove il condottiero visse fino alla sua morte (2 giugno 1882), e che ben chiarisce il legame viscerale che egli ebbe con quest’isola. Garibaldi era innamorato di Caprera e nel 1856 acquistò la parte settentrionale dell’isola andando a vivere in una casetta (fatta arrivare da Nizza e rimontata in loco), che con il tempo fece ampliare in una grande Casa Bianca in stile delle Fazendas sudamericane, oggi Museo. Qui Garibaldi visse facendo vita di contadino e pescatore, assieme alla terza moglie, Francesca Armosino, e ai figli. Oltre alla Casa Bianca, si contano altri locali, tra i quali la rimessa delle barche, e il luogo di sepoltura. L’insieme di questi ambienti costituisce il cosiddetto “Compendio Garibaldino”.
Visitare la Casa Bianca è come fare un viaggio nella vita quotidiana del grande condottiero. Si trovano oggetti cari a Garibaldi, ritratti dell’eroe, tra i quali quello pregevole di Saverio Altamura, edizioni di libri rare, come la Divina Commedia con le incisioni di Gustave Moreau, armi, cimeli e il letto di morte. Dai grandi finestroni della casa Bianca si può ammirare il mare di Caprera, che certamente lo fece volare con il pensiero verso il Regno d’Italia che si stava costituendo.
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