Iquitos, la porta dell’Amazzonia peruviana
“Chi sogna può muovere le montagne”
(dal Film Fitzcarraldo, di W.Herzog)
Quando Brian Sweeny Fitzgerrald, meglio conosciuto come Fitzcarraldo, sognava di costruire un grande teatro nel cuore dell’Amazzonia, Iquitos era solo un piccolo villaggio sperduto nella selva. Oggi è la più grande città del mondo non raggiungibile via terra. Stiamo parlando di un agglomerato urbano di circa mezzo milione di abitanti, sparpagliato in maniera caotica e tutt’altro che aggraziata, e circondato dalle acque limacciose dei fiumi Nanay e Itay, due affluenti del Rio Amazonas.
Un tempo, l’unica maniera per arrivare a Iquitos era navigare per svariati giorni in battello, oggi la costruzione dell’aereoporto (a circa 7 km dal centro) ha semplificato di molto le cose, soprattutto per i turisti, che giungono sempre più numerosi, attratti dal richiamo della selva.
Tuttavia, il mezzo di trasporto più comune, almeno per i peruviani, continua ad essere “il barco”. Di certo la maniera più scomoda, ma anche la più interessante. Ed è così che siamo giunti anche noi.
Gli anni d’oro di Iquitos e “la febbre della gomma”
Ma prima di addentrarci nella selva, alla scoperta di questa città così remota, è necessario fare un salto nel tempo, alla fine dell’ 800, quando il boom dell’industria della gomma, portò ad Iquitos baroni e magnati europei, che impiegarono tutte le loro risorse per l’estrazione di quella candida sostanza viscosa, materia prima appunto della gomma: il caucciù. Per estrarre il caucciù dagli alberi autoctoni della foresta amazzonica, furono impiegati centinaia e migliaia di indios, costretti a lavorare il più delle volte in condizioni disumane e sopportare angherie in nome di un solo obbiettivo: il profitto.
Furono quegli gli anni aurei (1880-1919) che trasformarono Iquitos da villaggio a metropoli, quando magnati europei accumularono favolose ricchezze e cominciarono a dotare la città di sontuosi edifici in stile liberty, adornati da fantastici azulejos, che giungevano direttamente dalla madrepatria. Parte di quel fascino è visibile ancor’oggi, seppur in minima parte, ed è il segno di tempi ormai andati, di una ricchezza effimera che svanì con lo scoppio della prima guerra mondiale in Europa.
Iquitos oggi!
Date le premesse, Iquitos oggi è una città ben lungi dai fasti di un tempo, quando lo sciabordio di ricchezze fece giungere sin qui opere straordinarie, come la maestosa Casa di Ferro di Gustave Eiffel, trasferita pezzo per pezzo direttamente dalla Francia (1890) attraverso il Rio delle Amazzoni, e di cui resta solo una traccia all’angolo sud-orientale di Plaza de Armas.
Oggi chi arriva ad Iquitos, sia se vi giunga dal porto o dall’aereoporto, trova una città caotica e vitale, che di bello non ha più nulla. Eppure è in grado di emanare ancora un forte fascino, dovuto in parte alla sua curiosa storia coloniale, e in parte alla sua cultura amazzonica, che ne fa da sempre un importante centro sciamanico e rituale. Purtroppo la sacralità di un tempo si è persa, in gran parte demistificata dalle agenzie turistiche, che pur di fare profitto, sono disposte a vendere fantomatici pacchetti che includono, oltre al giro della selva, cerimonie di ayahuasca con lo sciamano. Tutto ciò non fa altro che alimentare “la fame di sballo” dei turisti che giungono sin qui per provare sulla propria pelle gli effetti “allucinogeni” di quella che per i locali è (e dovrebbe essere) una pianta sacra.
Non è certamente questo il modo di approcciare la millenaria cultura della selva. Piuttosto consigliamo di visitare il Museo Etnografico de Cultura Indigena, che detiene un ricco patrimonio antropologico e archeologico (si trova lungo il malecòn tarapacà, 382); oppure addentrarsi nella Foresta Amazzonica in compagnia di una guida per conoscere il ricco eco-esistema della selva.
Cosa fare a Iquitos?
Vivere Iquitos, significa farsi contagiare dalla frenesia dei suoi abitanti, specie all’alba e all’imbrunire, quando la calura opprimente del dì lascia spazio alla contagiosa vitalità dei peruviani. Così sarà particolarmente interessante:
- Visitare il Mercado di Belem, una baraccopoli galleggiante formata da un gran numero di capanne che poggiano su zattere e seguono il flusso della corrente. Un mondo a se, dove vivono circa 6000 persone, e dove è possibile trovare frutti, animali e piante dei piu curiosi. O pozioni, intrugli di piante autoctone, amuleti. Un universo grottesco e fantastico, che vale la pena di essere scoperto. Per giungere qui si può prendere un taxi fino a “Los Chinos”, per poi proseguire a piedi verso il porto e noleggiare una canoa, mezzo necessario per addentrarsi tra le vie allagate del Mercato.
- Passeggiare lungo il Malecòn (il lungo fiume), che di sera si riempie di vita, fermandovi magari a sorseggiare una bibita fresca in uno dei baretti in stile coloniale, o a curiosare tra l’artigianato locale delle bancarelle. La sera è il momento della spensieratezza, e tutti si riversano per strada a godere della tanto attesa “frescura”.
- Navigare il Rio delle Amazzoni con i peke-peke, le lunghe barchette a motore di cui si servono i locali per spostarsi da una località all’altra, nelle vicinanze di Iquitos.
- Visitate poi il Centro de Rescate Amazonico Crea, per conoscere la straordinaria biodiversità della selva peruviana e contribuire a sostenere così la difficile missione di protezione di alcune specie animali a rischio, come il manatì, un mammifero acquatico tanto curioso, quanto adorabile, che viene venduto illegalmente come “animale da compagnia”. Il Centro de Rescate, oltre a recuperare gli esemplari di manatì dal mercato nero, provvede anche a curarli e a rimetterli in libertà.
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Come arrivare a Iquitos
Come detto, Iquitos è raggiungibile in due modi:
- In aereo: con volo diretto dalla capitale Lima. L’aeroporto dista circa 7 km dal centro, che potrete raggiungere, noleggiando uno dei migliaia di moto-taxi.
- In battello popolare. Si tratta di navi di due o tre piani, nella cui stiva trasportano merci, e nei piani superiori i passegeri. La navigazione dura alcuni giorni, così sarà necessario munirvi di amaca, che poi dovrete provvedere a sistemare negli appositi spazi.
La gran parte della popolazione amazzonica utilizza il battello per spostarvi da una città all’altra, e per trasportare qualsiasi tipo di merci. Vige, così, un permanente stato di sporcizia e disordine, ma nonostante tutto, la navigazione del Rio Amazonas è sicuramente una delle più belle esperienze da fare.
Si arriva ad Iquitos o dalla triple frontera Perù (Santa Rosa)-Brasile (Tabatinga)-Colombia (Leticia), 60-90 soles (pasti inclusi), 36 ore di navigazione circa (1 notte a bordo, bagni e docce a disposizione); oppure da Yurimaguas, da dove iniziano (o termina a seconda della provenienza) collegamenti terrestri (vd Tarapoto).
“Nessun uomo entra mai due volte nello stesso fiume,
perchè il fiume non è mai lo stesso, ed egli non è lo stesso uomo.”
(Eraclito)
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