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Un vecchio manoscritto risalente al XVIII secolo, una statuetta della Virgen de Guadalupe venerata in tutto il Nicaragua e inspiegabilmente relegata in quel “deserto senza orizzonti”, un territorio vergine abitato da una piccola comunità indigena, e tutt’intorno, montagne e foreste di incredibile bellezza.
Con queste premesse eravamo giunti a Mozonte, desolato pueblo indigeno al confine con l’Honduras, custode di una storia affascinante e, soprattutto, di incredibili segreti.
Eravamo giunti a Mozonte per caso, solo perchè quel nome, così curioso ed imponente, ci ronzò nell’orecchio mentre passegiavamo per le stradine desolate e polverose di Ocotal, ultima città del Nicaragua e inevitabile premessa alla frontiera con l’Honduras.
Nella snervante attesa di passare “all’altro lato”, e di mettere piede nell’undicisemo paese del nostro lungo viaggio attraverso tutta l’America Latina, passeggiavamo senza senso per la città, aspettando solo che la domenica finisse, arrivasse il lunedì e finalmente aprissero gli uffici di frontiera. Insofferenti al caldo torrido e provati dai lunghi spostamenti nei territori del nord, cercavamo solo di non perdere la lucidità. Il nostro Nicaragua era ai titoli di coda, a quanto pare, però, mancava un ultimo tassello: il pueblo di Mozonte!
“Mozonte è un affascinante pueblo indigeno che si trova a pochi chilometri da Ocotal, nel dipartimento di Nueva Segovia, al confine con l’Honduras, a 234 km dalla capitale, Managua. Siamo nei territori settentrionali del Nicaragua, lontani da tutto e da tutti. Qui il turismo non arriva, la gente è riservata, ed ogni cosa ha un alone di mistero.”
Si dice che negli anni della Conquista, gli spagnoli, attirati dall’oro di questi territori, assoggettarono gli autoctoni e si impossessarono di ogni cosa, anche delle terre di Mozonte. Gli indigeni avrebbero riavuto indietro i loro beni, solo dopo aver pagato il conto con un adeguato quantitativo d’oro. Ci riuscirono, e quegli atti furono registrati in un prezioso manoscritto, El Titulo Real (registrato il 26 giugno 1773) oggi conservato nelle stanze del palazzo comunale, che ci parla di una storia di resistenza che sollecita l’orgoglio di un popolo da sempre in simbiosi con questi territori.
Oggi, la gente di Mozonte è l’unica sovrana di questi territori tanto belli quanto ardui. Le complesse condizioni climatiche, dovute all’aridità e alle forti escursioni termiche, non hanno infatti mai fermato la popolazione di Mozonte, che resiste imperterrita, nonostante le avversità, con un nucleo compatto di 4.500 abitanti. Qui abbiamo incontrato gente fiera e ospitale allo stesso tempo, orgogliosa del proprio passato e soprattutto del proprio presente.
I tesori di Mozonte consistono essenzialmente in un corposo patrimonio storico e naturalistico. Il paesino, quasi sempre desolato, racchiude in se un passato coloniale importante. Gli imponenti edifici coloniali ne sono una prova, su tutti la Chiesa dedicata a Nuestra Senora de Guadalupe, che svetta sulla sommità di una collina sempre ventilata, la loma, come una clamorosa cattedrale nel deserto.
“Il 12 dicembre si effettuano le celebrazioni in onore di Nuestra Señora de Guadalupe, protrettrice dei popoli indigeni, e una grande folla proveniente dalle province circostanti, si accalca ai piedi della piccola statua che, serafica, sembra regnare da sempre su questi meravigliosi territori.”
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