IL CURIOSO CASO DI SALINAS DE GUARANDA
Quando Padre Polo giunse qui assieme ad altri missionari, oltre quarant’anni fa, Salinas de Guaranda non era altro che un piccolo villaggio composto da una ventina di capanne.
Gli indigeni, che vi vivevano, non avevano mai visto un uomo occidentale, e conducevano una vita povera e frugale. Non si dedicavano nè alla pastorizia, nè all’agricoltura ed erano in totale balia del freddo delle Ande; si erano stanziati qui per via delle miniere di sale, un tempo merce molto preziosa, da cui deriva anche il nome del pueblo, Salinas de Guaranda.
Così Padre Polo accettò la sfida, si rimboccò le maniche e provò a dare un metodo a questa gente, che pian piano vide in lui un supporto concreto, oltre che una guida spirituale. Oggi, dopo svariati decenni, Salinas de Guaranda è uno dei pueblos più prosperi del distretto di Bolivar, essendo diventato famoso per la produzione di un formaggio d.o.c., il Salinerito. Ogni tanto passa persino qualche turista (più di qualcuno in realtà) curioso di conoscere di persona il miracolo economico di Padre Polo (nella foto), oltre che le belle valli che avvolgono il Pueblo.
UN’OASI IN MEZZO ALLE ANDE
Salinas de Guaranda si trova ad appena 10 km da Guaranda, il centro principale della provincia di Bolivar.
Ci si arriva prendendo prima un autobus e poi un furgone, che funge da taxi comunitario. L’importante è che al momento della partenza da Guaranda avvisiate l’autista della vostra intenzione, lui vi lascerà al cruce (all’incrocio), dove dovrete aspettare appunto un furgone, fermarlo e salirvi.
Dopo una cospicua serie di curve, che si inerpicano sempre più, seguendo la strada asfaltata, si giunge finalmente nella piazza di Salinas, dominata dalla rosea facciata della chiesa, davanti alla quale probabilmente troverete alcuni ragazzi a giocare a pallavolo.
Oppure, molto più probabilmente, non troverete anima viva, soprattutto dopo pranzo. Vige una certa tranquillità, a cui si aggiunge una bella energia. Voi potete andare alla ricerca di qualche piccolo hotel a ridosso del centro, oppure chiedere di Padre Polo, che qui è una vera e propria autorità. Quando noi giungemmo, nel primo pomeriggio, lui si era appena alzato dalla siesta pomeridiana, pronto ad accoglierci più arzillo che mai, nonostante i suoi quasi ottant’anni.
La sua energia è travolgente, così come la sua aurea da sant’uomo. Dà l’impressione di voler molto bene a tutta la comunità, come fossero tutti suoi figli. In effetti un pò lo sono, giacchè è stato lui, attraverso un sistema di micro-crediti, a riavviare l’economia, costruendo una fabbrica per la lavorazione del formaggio ed impiegandovi gran parte della comunità. Oltre a quella del formaggio, sono poi nate una fabbrica per la lavorazione del cacao, ed una degli olii essenziali, favorendo così un benessere che ha giovato a tutti!
Ma chi viene qui non lo fa solo per conoscere e studiare il miracolo economico messo su da Padre Polo, ma lo fa anche per godere della natura circostante. Salinas infatti conta varie attrazioni naturalistiche, tra cui la maestosità dei faraglioni rocciosi, la Cascata de Chazojuan, che si apre all’improvviso tra questi giganti di piedra, ed infine le saline, riabilitate dopo anni di abbandono. Salinas è inoltre l’habitat naturale di molte specie di animali e di uccelli, tra cui il tigrillo, e i simpatici llama.
TURISMO COMUNITARIO ED ECONOMIA EQUO-SOLIDALE
“Per Turismo Rurale si intende un viaggiare in modo consapevole verso aree di interesse naturale, spesso remote, con l’intenzione di comprendere la storia e la cultura del luogo, mediante la partecipazione attiva del turista nelle attività svolte dalla comunità locale“.
Situata a 3500 metri s.l.m, Salinas de Guaranda offre grandi scorci naturalistici, paesaggi unici, ed un’interessante opportunità di conoscere usi e costumi della comunità indigena locale. Circa 10.000 abitanti divisi in piccole comunità, che fanno di Salinas la principale “Parrocchia Rurale” dell’Ecuador.
A render ancor più interessante Salinas è la sua biodiversità, che passa dagli 800 metri del sub-tropico ai 4000 m dei picchi montuosi andini. E’ questo l’ambiente ideale per la promozione efficace di un turismo comunitario, in grado di coinvolgere l’intera comunità indigena e di metterla in connessione con il mondo esterno. Salinas è perciò un’isola felice che porta innovazione e freschezza ad un Paese, l’Ecuador, ancora alla ricerca di un’indipendenza economica, proponendosi di fatto come uno dei più fulgidi esempi di Economia Solidale di tutta l’America Latina.
Potete approfondire in loco, presso LA OFICINA DE TURISMO COMUNITARIO DE SALINAS, che ha sede nella piazza principale, proprio accanto alla Chiesa. Qui i ragazzi dell’accoglienza turistica vi informeranno sulle principali attività legate al Turismo Comunitario della zona.
LA NOSTRA ESPERIENZA CON LA COMUNITA’ CHAOPI
Noi siamo rimasti a Salinas più dei due-tre giorni che ci eravamo prefissati, giacchè abbiamo incontrato un ambiente molto fertile, sotto tutti i punti di vista. Salinas non è bella, ma ha il potere di saper accogliere.
Sarà stato merito dell’aria pulita che si respira, della stupenda Natura circostante, o forse della cordialità della gente e di Padre Polo, fatto sta che si rimane volentieri. Gli unici fastidi possono derivare dalla notevole altitudine, 3500 m, che provoca talvolta emicranie, talvolta emorragie dal naso.
Le nostre giornate sono trascorse veloci, tra attività ed incontri. Ed a proposito di incontri, ci è sembrato particolarmente interessante quello con la comunità Chaopi, che vive a svariati chilometri di strada sterrata da Salinas.
I ragazzi missionari che vivevano al tempo a Salinas, e che ci avevano accolto con grande ospitalità, dovevano andare l’indomani in questo villaggio, per insegnare alle donne Chaopi come fare il pane.
Così noi ci siamo uniti volentieri: un’occasione unica per scoprire un pò la Sierra ed i magnifici paesaggi che un’esplorazione in 4X4 può offrire. Stipati nel cassonetto del fuoristrada, ci siamo goduti le immense altezze delle Ande ecuadoriane, nonostante il freddo!
Una volta arrivati nella piccola comunità, una delle tante sparpagliate nei dintorni (si fa per dire) di Salinas, ci siamo catapultati in un mondo fuori dal tempo, dove questa gente vive in maniera semplice, coltivando la terra fertile e benevola.
E fa specie vedere, come la maggior parte dei lavori, anche quelli più duri dal punto di vista fisico, siano demandati alle donne, che qui “portano avanti la baracca” nel vero senso della parola, dovendosi occupare di crescere la prole, di coltivare la terra e persino di trasportare la legna sulle spalle. Un problema questo che riguarda molte comunità della Sierra, e che evidenzia un chiaro scompenso nella società ecuadoriana.
Inoltre per noi è stato molto interessante conoscere il pensiero e le abitudini di questa gente solitamente molto timida e riservata. E ci è sembrato davvero strano che non sapessero fare il pane, un alimento così basico per noi.
Ma è proprio questo il bello di entrare in contatto con nuove culture, confrontarsi ed arricchirsi a vicenda, apportando li dove possibile migliorie nella vita di chi di solito vive in maniera sin troppo basica.
I giorni trascorsi a Salinas rimarranno impressi nella nostra memoria per il loro grande apporto emotivo, momenti di grande umanità che hanno contribuito a farci cambiare il punto di vista su quelli che sono i veri valori su cui bisogna puntare, che certamente non sono materiali!