COSA VEDERE A REGGIO CALABRIA, UNA CITTA’ TUTTA SCOPRIRE

Questa mattina la sveglia suona presto, da Maratea dobbiamo andare a Reggio Calabria, 300 km on the road, e poi da lì risalire a ritroso la costa calabra, magari fermandoci a Tropea, o a Diamante, chissà, vedremo. Intanto pensiamo a Reggio Calabria, dicono sia molto bella e ricca di spunti, e noi non vediamo l’ora di scoprirla, di respirare quell’atmosfera di città di frontiera, di porto di mare bello trafficato, dove la Storia si dissolve nella Mitologia, aprendo scenari inattesi, affascinanti, indimenticabili.
In effetti, noi ci stiamo andando principalmente per ammirare i Bronzi di Riace, residenti ormai nel Museo Archeologico, ma qualcosa ci dice che andremo al di là delle nostre aspettative, al di là del mare e dei sogni, e ci proietteremo nel cuore del Mediterraneo, tra riflessi medio-orientali e sacre vestigia di Magna Grecia.

Questo mare è pieno di voci e questo cielo è pieno di visioni.
Ululano ancora le Nereidi obliate in questo mare.
Questo è un luogo sacro, dove le onde greche vengono a cercare le latine.
Sotto le porpore iridescenti dell’occaso è appiattata, dicono, la morte.
Quella che sradica, non quella che lascia dietro di sè le lagrime, ma quella cui segue l’oblio.
Tale potenza nascosta ha annullato qui tanta storia, tanta bellezza, tanta grandezza.
Ma ne è rimasta come l’orma nel cielo, come l’eco nel mare.
Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia.

G.PASCOLI

IL LUNGOMARE FALCOMATA’, IL CHILOMETRO PIU’ BELLO D’ITALIA

La cosa più bella di Reggio Calabria è senza dubbio il suo lungomare, che chiude in grande stile l’Italia continentale, tendendo la mano alla Sicilia. Solo tre miglia marine, infatti, separano il capoluogo calabrese da Messina e dalla Trinacria tutta. Una vista privilegiata che si apprezza in maniera ancora più sublime dall’Arena dello Stretto, un teatro d’spirazione greca ( ma di costruzione moderna) al cui centro svetta la figura leggendaria di Athena Promachos nell’atto di scagliare una lancia in difesa della città.

Il Lungomare, che d’Annunzio definì “il chilometro più bello d’Italia, è intitolato a Italo Falcomatà, che dal 1993 al 2001 fu sindaco di Reggio Calabria, dando l’avvio alla cosiddetta “Primavera Calabra”, un periodo di rinascita generale per la città e di nuovo slancio, dopo gli anni della depressione. Si tratta di una promenade di circa 2 km (1,7 km per la precisione), avvolta da una lussureggiante ed esotica vegetazione e decorata da vari monumenti e opere d’arte. Tra questi c’è quella realizzata dall’architetto e artista Edoardo Tresoldi e istallata nel 2020, che s’intitola Opera. Si tratta di un’opera, appunto, che mette in scena 48 colonne in stile greco alte 8 metri, e che gioca sulla trasparenza e la tridimensionalità dei simboli, con chiaro ed evidente riferimento alle origini elleniche della città.

La dicitura di “chilometro più bello d’Italia” deriva essenzialmente dal fenomeno della “fata morgana”, un particolare effetto di rifrazione che distorce la linea dell’orizzonte facendo apparire la Sicilia più vicina di quanto non sia.

Dal lato opposto all’opera di Tre Soldi, attirano l’attenzione, a breve distanza le une dalle altre, le tre statue dell’artista locale Paola Epifani, in arte “Rabarama“, che rappresentano tre umanoidi policromi ritratti in pose plastiche piuttosto strane. Alle loro spalle, invece, svetta la splendida villa Genoese Zerbi, in stile neo-liberty.

Camminando per il lungomare, non dimenticate di fermarvi a prendere un aperitivo in uno dei tanti bar che si trovano dal lato opposto della strada, da quello dei giardini per intenderci, dove con una decina di euro mangerete abbondantemente, cocktail incluso. Ma la vera star è Cesare, un piccolo chiosco verde all’inizio del lungomare, famosissimo per i suoi gelati. L’unica cosa è che è ormai famoso, quindi è possibile fare un po’ di fila.

I TESORI DEL TEATRO CILEA

Reggio Calabria è un polo culturale molto vivo, e uno dei monumenti più iconici è sicuramente il Teatro Cilea, che con i suoi 1500 posti è il più grande della Calabria. Il modello, ovviamente, è quello del Teatro all’italiana, con i tre ordini di palchi, il settore popolare detto loggione, e il parco reale centrale. Al primo piano si trova la pinacoteca civica, con opere preziosissime, su tutte i dipinti di Renato Guttuso e le tavolette di Antonello da Messina. E non finisce qui, perchè vi è anche una sezione dedicata a sculture classiche e molte opere provenienti dal museo nazionale della Magna Grecia. Tra queste sculture, merita particolare attenzione la copia del Laocoonte di Bernini.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO E I BRONZI DI RIACE

Tappa fondamentale di qualsiasi passaggio a Reggio Calabria è la visita al Museo Archeologico Nazionale, che ospita un’importantissima collezione, tra le più prestigiose in assoluto, di reperti della Magna Grecia. Statue, colonne, frontoni e metope, questo è un paradiso per tutti gli amanti e studiosi della cultura greca antica, ma non solo perché ci sono testimonianze che spaziano dalla Preistoria fino al Periodo Romano. Ovviamente, però, sarebbe falso trascurare la centralità delle sue star, i grandiosi bronzi di Riace, che da soli attirano un flusso di visitatori sempre più avidi di fare la loro conoscenza dal vivo.

La visita dei Bronzi, compresa ovviamente nel costo del biglietto, avviene con le seguenti modalità: i due bei fusti si trovano in una stanza a parte, a temperatura controllata, l’ingresso è contingentato, e ogni visitatore potrà restare dentro, per ammirarli non più di 10 minuti. In base a queste informazioni, evitate di visitare il museo durante le festività, per esempio, perché l’attesa sarà più lunga. Noi abbiamo avuto la fortuna, a fine settembre, di ammirarli in totale esclusività, eravamo gli unici in quel momento. Una bella fortuna!

I due Bronzi, alti rispettivamente 1,87 e 1,88 cm, furono ritrovati casualmente il 16 settembre 1972 da un sub dilettante, Stefano Mariottini, a meno di 300 metri da Riace, sulla sponda ionica calabrese. Un ritrovamento che, ovviamente, destò grande scalpore e fece subito il giro del mondo, giacché si tratta di due pregevolissimi esempi di statuaria classica originale (V sec.).
Della spettacolare operazione di recupero, che fu seguita in diretta da tv locali e nazionali, se ne occupò il Nucleo Subacqueo dell’Arma dei Carabinieri, attraverso l’utilizzo di palloni aerostatici.

IL CASTELLO ARAGONESE E GLI ALTRI SIMBOLI DI REGGIO CALABRIA

Tra i simboli più identificativi di Reggio Calabria, come dimenticare il Castello Aragonese, datato 549 d.C. e presumibilmente realizzato dai Bizantini. Fu utilizzato come residenza dai Normanni nel 1049, passò poi in mano agli angioini e solo nel 1458 passò sotto gli Aragonesi, quando Re Ferdinando d’Aragona ordinò la fortificazione delle mura. Oggi, la struttura è visitabile anche all’interno al prezzo di 2 Euro a persona.

Di fronte al Castello, spicca con la sua iconica cupola rosso vermiglio, la Chiesa degli Ottimati, risalente al 955 d.C. in stile normanno-bizantino, simbolo della dominazione spagnola della città. Gli Ottimati erano famiglie di nobili normanni, i cui stemmi araldici si trovano ancora all’interno della chiesa, assieme ad altri tesori, il più prezioso dei quali è certamente il mosaico di epoca bizantina, formato da 33 tipi di marmi diversi e considerato uno dei più impressionanti esempi mondiali di pavimento musivo.

C’è poi il Duomo, la cui enorme facciata con vetrate policrome spicca in stile neoromanico sull’ampia Piazza omonima. L’edificio fu ricostruito per intero dopo il tremendo terremoto del 1908, ed ospita al suo interno la Cappella del Santissimo Sacramento, nominata Monumento Nazionale, un pulpito in marmo, un battistero in bronzo e un prezioso crocefisso ligneo risalente al XVIII sec.

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