ABRUZZO, L’ULTIMO SEGRETO D’EUROPA

Nel cuore dell’Italia si cela l’ultimo segreto d’Europa, l’Abruzzo.
Una regione favolosa, una Terra Vergine tutta da esplorare e da conoscere, dagli Appennini fino alla costa, passando per vecchie mulattiere di montagna e antichi tratturi, per ritrovarsi finalmente davanti all’azzurro del Mar Adriatico.
Un tripudio di Natura e tradizioni, che attraversa la Storia per regalare sensazioni uniche e originali. Celebriamo oggi l’Abruzzo, custode di intimi segreti e di bellezze fuori dal Tempo.

Le sorgenti sulfuree del fiume Lavino

UN GRANDE POTENZIALE TURISTICO

L’Abruzzo è una delle regioni a più alto potenziale turistico d’Italia, peraltro non ancora del tutto espresso, che in quest’anomala estate 2020 ha fatto registrare un boom delle presenze! Mai così tante.
Che il Mondo si stia finalmente accorgendo di tanta bellezza?

A ben guardare, tra le altre cose, l’Abruzzo detiene un patrimonio naturalistico tra i più interessanti della Penisola: può contare su 3 parchi nazionali (Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – Parco Nazionale della Majella – Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ndr) e innumerevoli aree protette, grazie alle quali è conosciuta come
«la Regione Verde d’Europa».

La Valle dell’Orfento

ABRUZZO MARE E MONTI

L’Abruzzo è anche una delle poche regioni d’Italia dove è possibile passare dal mare alla montagna in meno di un’ora. Si trovano qui le cime più alte di tutti gli Appennini e il ghiacciaio perenne più meridionale d’Europa, il ghiacciaio del Calderone. La costa è invece molto variegata, e va dal tipico litorale medio-adriatico, totalmente sabbioso, ad uno più frastagliato e roccioso, che si concentra in circa 50 km tra Ortona e Vasto, la pittoresca Costa dei Trabocchi

«Terra di pastori, contadini, eremiti e pescatori, l’Abruzzo è un mondo incantato, dove le tradizioni e la cultura popolare hanno ancora un valore. Una Terra Vergine che ha l’occasione di diventare un modello di Turismo Sostenibile e Responsabile di riferimento, a livello nazionale e internazionale.»

TESORI NASCOSTI E MISTERI IRRISOLTI

I segreti dell’Abruzzo si celano tra le altezze vertiginose degli Appennini, tra gli anfratti rocciosi della Majella, persino nei fondali trasparenti dei suoi laghi. Borghi medievali costruiti su promontori naturali, incredibili castelli protesi verso il vuoto, eremi scavati interamente nella roccia, raggiungibili solo strisciando a terra; e ancora, gioielli archeologici di increibile valore, affreschi mirabilmente conservati e misteri rimasti ancora irrisolti!

SCENARI D’ECCEZIONE

A picco su di uno sperone roccioso che domina la Valle del Tirino nell’altopiano di Navelli giace, bellissimo e indifferente al passare delle ere, il Castello di Rocca Calascio, simbolo indiscusso d’Abruzzo e spettacolare roccaforte incorniciata da uno scenario d’eccezione.
La fortezza, infatti, svetta a 1460 metri tra le alture imponenti del Parco Nazionale del Gran Sasso d’Italia, regalando uno scorcio memorabile, che ha convinto il National Geographic ad inserirlo nella lista dei 15 Castelli più spettacolari del mondo.

Tutta la bellezza di Rocca Calascio

L’ENIGMA DEL SATOR

Invece, a proposito di enigmi, avete mai sentito parlare del Sator?
Una misteriosa iscrizione latina in forma di quadrato magico che, da qualsiasi lato la si legga, darebbe sempre le emblematiche parole
SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS?
Si tratta di un enigma latino antico oltre 2000 anni e oggi non ancora risolto. Ebbene, in Abruzzo di quadrati magici ce ne sono addirittura tre: uno nella chiesa seicentesca di Santa Maria Apparente a Campotosto, un altro situato sulla facciata della chiesa di San Pietro ad Oratorium a Capestrano, e un altro ancora sulla facciata frontale della chiesa di Santa Lucia di Magliano de’ Marsi.

Ancora una volta l’Abruzzo offre spunti unici, mentre il fascino della storia si fonde con la suggestione del mistero.

Il Sator posto sulla facciata della Chiesa di San Pietro ad Oratorium

GLI EREMI DELLA MAJELLA

Il territorio del Parco Nazionale della Majella è uno dei più interessanti di tutta la regione. Qui, oltre all’incanto di una natura selvaggia e rigogliosa, si scorgono le tracce del pessaggio di personaggi singolari, gli eremiti, uomini di fede, provenienti da ogni dove, anche dal lontano Oriente, che a partire dall’anno 1000 scelsero questi luoghi per le proprie opere di cristianizzazione.

Pensate che in tutto Abruzzo, tra il XI ed il XVII sorsero circa un centinaio di eremi, venti dei quali si trovano oggi all’interno del Parco Nazionale della Majella. La maggior parte di essi sono collegati tra di loro dal “Sentiero dello Spirito”, un lungo itinerario di circa 70 chilometri studiato per far ammirare questi luoghi della fede, senza mai dover lasciare i sentieri del Parco. Spiccano per bellezza e suggestione l’Eremo di Santo Spirito a Majella, l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, l’Eremo di San Giovanni all’Orfento e l’Eremo di San Bartolomeo in Legio (nella foto).

Eremo di San Bartolomeo in Legio

LA PICCOLA ATLANTIDE D’ABRUZZO

Uno dei più curiosi e suggestivi tesori d’Abruzzo si cela nei fondali cristallini del lago di Capodacqua, nell’omonima frazione situata nel comune di Capestrano. Qui, nel 1965 venne costruita una diga per sbarrare il corso superiore del fiume Tirino, e lo sbarramento causò l’allagamento di due antichi mulini e di un colorificio, che oggi costituiscono il patrimonio sommerso del lago di Capodacqua, conosciuto anche con il suggestivo appellativo di Piccola Atlantide d’Abruzzo.
Qui, numerose sorgenti naturali immettono all’interno del bacino continui flussi di aria fresca ed estramamente limpida che confluiscono a valle nel Tirino, considerato uno dei fiumi più limpidi d’Italia.

I fondali del lago di Capo d’Acqua ( Foto di Denis Palbiani, da www.atlantidesub.com )

UNA CITTA’ ROMANA AI PIEDI DEL MONTE VELINO

Ai piedi del Monte Velino, in provincia dell’Aquila, a meno di 80 km da Roma, si trova Alba Fucens, considerata il principale reperto archeologico della regione. Si tratta di una città romana fondata nel 303 a.C. dotata di un assetto urbanistico tipico del periodo imperiale-repubblicano, quasi perfettamente conservata. Un gioiello di gran valore architettonico, reso ancora più prezioso dal contesto naturalistico in cui si trova. Lontano da tutto e da tutti, avvolto esclusivamente dalla magia della Natura e dall’imponenza delle montagne abruzzesi.

Alba Fucens – l’anfiteatro romano e sullo sfondo, il Monte Velino

IL PICCOLO TIBET

L’Abruzzo ha il grande merito di proiettarti altrove, oltre la realtà, grazie ai suoi scenari che richiamono paesaggi inconfondibili, come Campo Imperatore definito dal noto alpinista Fosco Maraini, il “Piccolo Tibet”.
Si tratta di un altopiano di origine glaciale e carsico-alluvionale, tra i più vasti d’Italia, situato nel cuore del massiccio del Gran Sasso, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Caratterizzato da una vegetazione molto povera, Campo Imperatore è un luogo di pascolo e refrigerio estivo per mandrie e greggi dei centri limitrofi come Castel del Monte, Calascio e Santo Stefano di Sessanio, nonché in passato luogo di riferimento per la pastorizia e la transumanza.
Caratteristiche che ne fanno un set cinematografico naturale!
Sono stati girati qui, infatti, oltre 40 film, alcuni dei quali memorabili, come “Lo Chiamavano Trinità”, “Ladyhawke”, “Una pura formalità” e cosi via.

“E potremmo continuare ad oltranza a parlare dell’Abruzzo e dei suoi luoghi magici, senza stancarci, ma ci dilungheremmo troppo e rischieremmo di togliervi quell’effetto sorpresa che non deve mai mancare. D’altronde, come per tutti i luoghi poco conosciuti, sarà la nostra immaginazione a fare la differenza e a catapultarci, un giorno tra queste langhe desolate e terre di mezzo, per ora soltanto oggetto di venerazione.”

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