Italia

ABRUZZO FAVOLOSO: IL BOSCO INCANTATO DI SANT’ANTONIO

Il bosco di Sant’Antonio è un luogo magico che sprigiona poesia e rilascia incanto, vibrando di pura energia. E’ il regno naturale della fantasia dove gli spiriti degli alberi ti sussurrano nelle orecchie e comunicano direttamente con il tuo cuore.
Una volta entrati nel groviglio verde di alberi giganteschi e millenari, ci si rende immediatamente conto di aver trovato un luogo unico!

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Noi l’abbiamo incontrato girovagando tra le montagne di quest’Abruzzo che non finisce mai di stupire, durante un viaggio on the road che ci ha rivelato (e continua a rivelarci) tanti segreti sensazionali, come le spettacolari Gole di Fara San Martino, non lontane da qui.

“Il Bosco di Sant’Antonio è una delle faggete più belle d’Italia che dà il meglio di sé in autunno. In questo periodo gli alberi presenti si tingono di colori meravigliosi, che vanno dal giallo ocra al rosso vivo, mettendo in scena un’opera naturale di rara suggestione. In estate e in primavera, invece, è l’ideale per un pic-nic in famiglia e con gli amici.”

TRA ANTICHI EREMI E FAGGI SECOLARI

I TESORI DEL BOSCO DI SANT’ANTONIO

Si tratta di una spettacolare faggeta secolare, tutelata come Riserva Naturale e situata nel cuore del Parco Nazionale della Majella, a circa una decina di km da Pescocostanzo.
Punto di partenza in estate per escursioni e passeggiate a cavallo,
in inverno è luogo ideale per la pratica dello sci di fondo ed itinerari escursionistici.

Luogo sacro dedicato a Giove già in epoca preromana, fu poi scelto da santi eremiti per isolarsi dal mondo e dedicarsi esclusivamente a meditazione e preghiera. Infatti, inoltrandosi per circa 500 metri lungo il sentiero segnalato, si giunge all’eremo di Sant’Antonio. Si tratta in realtà di una piccola chiesa rurale di epoca medievale (molto ben conservata), dedicata a Sant’Antonio Abate, uno dei Padri del monachesimo cristiano, la cui figura è da sempre accostata a luoghi isolati e desolati, come deserti e boschi. Non a caso, il Bosco di Sant’Antonio era un “Bosco Difesa”, ovvero un luogo pubblico dove venivano custoditi gli animali domestici della comunità Pescolana.

“Il Bosco di Sant’Antonio si estende per 17 ettari tra le dorsali del Monte Pizzalto e del Monte Rotella. Offre un incredibile scenario di faggi secolari dalle forme bizzarre, nell’area anche l’Acero campestre, il Pero selvatico, il Ciliegio il Carpine nero, il Tasso.”

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Laureato in Lettere Classiche con specializzazione in Archeologia. Accompagnatore turistico professionista dal 2011. Docente Ditals 2° livello - Abilitato dall'Università degli Stranieri di SIENA. Traduttore letterario e vincitore del Premio Andersen 2019. Animato da una grande passione per la Letteratura Latino-americana e per l'Amazzonia. In possesso di un Master Universitario in Management del Patrimonio Artistico e Culturale (Università IULM) e di Master in Web Marketing (Università G. d'Annunzio CH-PE). Parla fluentemente Spagnolo, Inglese e Portoghese brasiliano

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