ABBANDONIAMO LE GRANDI CITTA’, ANDIAMO A VIVERE NEI BORGHI!

In questi giorni di piena pandemia, sta rimbalzando nel web una curiosa notizia:

il Comune di Santo Stefano di Sessanio, minuscolo borgo abruzzese incastonato tra le cime rocciose del Gran Sasso d’Italia, ha avviato un’indagine di mercato al fine di indire un bando dedicato agli under 40, in cui mette a disposizione dei vincitori una casa nel centro storico del paese, ad un prezzo d’affitto simbolico.
L’unica condizione è quella di muovere qui la propria residenza e di avviare in loco un esercizio commerciale, un’attività turistica, o qualsiasi altra iniziativa che contribuisca a ridar vitalità al piccolo borgo medievale, che si trova ad appena 10 km dallo splendido castello di Rocca Calascio.  

Scorcio di Santo Stefano di Sessanio

STRANI BANDI E NUOVE PROSPETTIVE?

La notizia, alquanto bizzarra, ciha fatto drizzare le orecchie e stimolato alcune considerazioni, forse un po’ provocatorie, ma alle quali crediamo fermamente; soprattutto perché, proprio recentemente, ci è capitata l’occasione di prendere in affitto un piccolo appezzamento di terra con baita annessa, nel cuore delle campagne di Lleida, a circa un centinaio di chilometri dalla nostra base cittadina di Barcellona. L’orto, ancora tutto da allestire si trova a 5 minuti di distanza dal piccolo borgo medievale di Los Canòs.

scorcio del pueblo di Los Canòs (Provincia di Lleida)

In poche parole abbiamo finalmente messo in atto quel processo di de-urbanizzazione, che fino a poco tempo fa esisteva in cuor nostro solo in potenza. È successo tutto all’improvviso, e senza essercene resi conto ci siamo ritrovati lontano, molto lontano dai clamori della grande città, di quella Barcellona che fino a poco fa era la reginetta europea della movida.

Barcellona con la Sagrada Familia sullo sfondo

In realtà il processo, almeno per quanto ci riguarda, è ancora in fase embrionale, giacché non siamo ancora pronti ad abbandonare totalmente Barcellona, ma questo passaggio sembra aver smosso in noi un qualcosa di nuovo, un meccanismo irreversibile, che una volta innescato difficilmente potrà riavvolgersi.

Questi due avvenimenti, apparentemente disconnessi, sono invece secondo noi strettamente relazionati, uniti, potremmo dire, a livello molecolare, poiché sembrano marcare l’avvio di un percorso profondo e innovativo.

GRANDI CAMBIAMENTI ALL’ORIZZONTE

E se ci trovassimo di fronte ad un cambiamento epocale? E se, una volta presa coscienza della difficoltà pratica e oggettiva di vivere nelle grandi città, cominciassimo a muoverci verso la campagna, il mare o addirittura verso le montagne? insediandoci finalmente in luoghi avvolti dalla quiete della natura, o in quei borghi e paesini che fino a qualche mese fa erano soltanto lo spettro riflesso di un tempo ormai andato?

Le metropoli, le grandi città metropolitane, quegli immensi labirinti di acciaio e di cemento che sinora avevano rappresentato la Mecca di qualunque professionista, il punto di arrivo di chiunque avesse un minimo di ambizioni, cosa stanno diventando? Come stanno reagendo all’avvento di questa pandemia mondiale? Sono ancora da considerarsi un volano di servizi e di possibilità oppure si stanno tramutando in un ricettacolo di limiti, ostruzioni, obblighi e restrizioni?

New York

LE CITTA’ AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Non lo sappiamo ancora, ma una cosa è certa, chi di noi vive in città grandi, durante questi tempi di Coronavirus, si sta rendendo conto che qualcosa di profondo sta avvenendo. È un dato certo che vivere in città sta diventando più complicato del solito. I patimenti sembrano essere molti di più dei vantaggi. E così, quelle che erano certezze, ora stanno diventando solo delle illusioni, per di più fumose ed asfissianti. Da quando il vortice del coronavirus ci ha travolti, un po’ tutti gli schemi si stanno ribaltando, stiamo assistendo ad un sovversivo rovesciamento del cosiddetto ordine delle cose. E chi pensava che vivere in una grande Città significasse stare al centro del mondo, avere tutto a disposizione, ora è costretto a ricredersi.

PIU’ BUROCRAZIA, MENO LIBERTA’

L’avvento dello smart-working, l’obbligo di mascherina ovunque e comunque, il fallimento di molte attività commerciali dovuto a chiusura prolungata, il divieto assoluto di partecipare a eventi sportivi, a spettacoli e a concerti, la rigida normativa che ci viene imposta ogni qualvolta entriamo in un posto chiuso, tutto questo ci sta spingendo in morsa sempre più stretta.
E se la burocrazia aumenta, la libertà diminuisce, e con essa anche il nostro entusiasmo, la nostra capacità di reazione. Una soluzione a tutto questo scempio, però, ce l’abbiamo pronta, davanti agli occhi, take-away. Quale?

UNA POSSIBILE SOLUZIONE

Abbandonare la città e trasferirsi altrove, in un borgo spopolato, in un paese isolato, in riva al mare o alle pendici di un monte, ovunque, non importa dove, ciò che conta è come e soprattutto perché. Sembrerebbe più facile a dirsi che a farsi. Eppure è tutta una questione di schemi e di concetti. Dipende sempre e solo da noi! Se ci pensiamo bene, in città, paghiamo un affitto, abbiamo un garage per la macchina, siamo soggetti a tante altre spese vincolanti, che ci impongono di lavorare sempre di più per pagare le comodità, le agevolazioni. Spesso, però, la comodità non è verità, ma è solo un’illusione, solo una maniera subdola per incastrarci nella nostra, immancabile, confort zone.

Passeggiando per le stradine di Posada (Sardegna)

IL MONDO AL DI FUORI DELLE GRANDI CITTA’

E se vi dicessimo che al di fuori del nostro quartiere cittadino, al di là dei grandi raccordi stradali, molto oltre la meccanica quotidianità delle città, esiste un Mondo Nuovo, che potrebbe darci nuova linfa, nuovi stimoli, nuove sfide?
Ebbene sì, lontano dal nostro “appezzamento urbano” ci sono praterie, dolci colline, altopiani sconfinati, chilometri di spiagge e di boschi che aspettano solo di essere vissuti, con rispetto. I borghi medievali, i piccoli agglomerati di case, sono stati costruiti, molto tempo fa, in posizione strategiche, nei pressi di fiumi, laghi e altre fonti d’acqua, oppure sulle pendici scoscese di promontori naturali.

Il piccolo borgo abruzzese di Lama de’ Peligni

Noi però, col tempo, ce ne siamo dimenticati, abbiamo preferito ammassarci tutti nelle città, che velocemente sono diventate sempre più grandi, affollate e invivibili, fino a trasformarsi in Metropoli!

La giungla metropolitana di Honk-Hong

IL SENSO DELLE COSE

Ma oggi, tutto ciò che senso ha? Che senso ha continuare a vivere stipati in angusti condomini, a calpestare strade asfaltate e pavimenti di cemento, quando lì fuori, oltre la barriera metropolitana, c’è un mondo così bello, libero, dove peraltro non saremmo neanche obbligati ad indossare sempre un’asfissiante mascherina?

Oggi, più che mai abbiamo bisogno di spazio, di ossigeno e di verde, e tutto questo lo possiamo trovare fuori dalla città.

E che importa se non avremo più il centro commerciale così vicino, la banca o il supermercato a portata di mano, che importa se non potremo andare al bar a farci il nostro aperitivo con gli amici (tanto oggigiorno comunque non potremmo). In cambio, però potremo avere molto di più, potremo godere di ben altro, come la bellezza di vivere in un luogo più naturale, privo di smog, di rumori assordanti, di pazzie collettive, ne guadagneremmo in natura e tranquillità.

E no, non avremo mai la sensazione di essere isolati, di stare “in culo al mondo”, di vivere lontano da tutto e da tutti. E sapete perché? Perché abbiamo internet, con il quale possiamo informarci, vedere serie, film e addirittura lavorare! E se non bastasse abbiamo le macchine, oltre ai tanti mezzi di trasporto, insomma, pensateci, anzi pensiamoci bene, abbandoniamo le grandi città, andiamo a vivere nei borghi. Viviamo la vita, torniamo alla vita nei campi, magari improvvisiamoci contadini, seppure a tempo perso, diamo ai nostri figli, e ai nostri cani, un futuro più sereno e naturale. Riprendiamoci il nostro tempo e cambiamo il corso della storia.
Sarebbe davvero tutto molto più bello!

La libertà della natura

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