INTRODUZIONE ALLA CITTA’ DEI MIRACOLI
“Salvador è bella e sporca, è come una maledizione che ti ammalia e non ti lascia più andar via.”
Un sole generoso riflette sulla grande baia di Salvador, diffondendo tutt’intorno una luce ineguagliabile, bastano pochi giorni per cadere nel vortice travolgente di questa città. Salvador è un sogno, ed un miraggio!
Qualora mi venisse chiesto, paragonerei Salvador ad un grosso ragno dalle vivaci striature e dalla peluria cangiante, che si avvicina, incombente, alla vittima immobilizzata tra le maglie viscose della sua ragnatela. Il suo sguardo è ipnotico, il suo incedere tradisce un’antica sacralità. Qualsiasi tradizione qui, qualsiasi folclore possiede una matrice religiosa. Gran parte della popolazione è di pelle nera. È questo il cuore del Candomble, antico culto animista, eredità degli schiavi africani deportati dalla loro madre terra per essere impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero, di tabacco e di cacao.
Camminando tra le strade di Salvador coglierete un interessante sincretismo culturale e soprattutto religioso che ha permesso la fusione dei santi cristiani con quelli del Candomble, i cosiddetti Orixas, figure protettrici e intermediarie tra il popolo e le forze della natura.
Ciò che salta maggiormente all’occhio del visitatore sono le grandi chiese in stile barocco-portoghese del Pelourinho, il quadrato storico della città che ospita sui suoi lati la Igreja Matriz con la sua pomposa sacristia, e la Igreja di San Francisco con il suo chiostro interamente coperto da preziosi azulejos, oggi purtroppo in pessimo stato di conservazione.
Salvador è un mix di colori, di edifici regali e fatiscenti, di odori forti che sanno di vecchio, e a volte di fogna. Ma nonostante ciò, Salvador resta bellissima come una malìa.
“Salvador offre ad ogni angolo, il bello ed il brutto di un mondo reale, senza mai cadere nell’ovvio.”
IL CENTRO STORICO, LA CITTÀ ALTA E LA CITTÀ BASSA
Salvador è con i suoi oltre 2,5 milioni di abitanti una città grande e affollata, capitale dello Stato di Baia e principale teatro della cultura afro-brasiliana, nonché sede di uno dei maggiori Carnevali del Paese. La sua disposizione urbanistica è frutto di una impostazione portoghese, e si sviluppa su due piani, la Città Alta e la Città Bassa, collegati tra loro da un ascensore spettacolare, l’ Elevador Lacerda.
“Fondata nel 1549, Salvador è stata anche la prima capitale del Brasile ed i fasti di quell’investitura si notano ancora nell’eleganza dei sui edifici e nell’imponenza delle sue chiese in stile barocco.”
Il suo porto, il maggiore del versante Atlantico, smistava le merci che giungevano dall’interno dello Stato, da quella macro regione che oggi conosciamo come recôncavo baiano. Qui arrivavamo gli schiavi dall’Africa Occidentale, e da qui partivano i prodotti più pregiati per i mercati dell’Europa, come per esempio il Cacao, il tabacco e la canna da zucchero. Proprio per la sua posizione geografica, al centro di commerci e traffici della regione, Salvador è stata punto di incontro di popoli e culture.
Ne derivò un dinamismo culturale ed un fervore socio-religioso che ne caratterizzarono le dinamiche sociali e generazionali. Da un lato la popolazione nera di origine africana ( la maggioranza ), dall’altro la minoranza bianca di origine europea.
Oggi Salvador è una delle maggiori destinazioni turistiche del Brasile. Il lento processo di riqualificazione urbanistica, iniziata con la nomina dell’Unesco nel 1985, non è però ancora giunto a compimento. La città infatti, pur avendo cambiato la veste ed avendo implementato i servizi di ricezione turistica resta tuttora insofferente e a tratti poco sicura. Spesso si parla di Salvador come una città “pericolosa” e ad alto tasso di criminalità, tuttavia, prendendo le solite precauzioni e ricorrendo al buon senso, vedrete che è possibile, oltre che piacevole esplorare i suoi tesori in maniera del tutto tranquilla ed indipendente.
IL PELOURINHO, CUORE PULSANTE DI SALVADOR
Il Pelourinho è sicuramente il fulcro della vita sociale e turistica della Salvador odierna. La sua importanza risiede nella sue caratteristiche urbanistiche. Si tratta, infatti, di un complesso che accoglie un architettura prettamente portoghese in un contesto tropicale quale quello della Bahia. Edifici di varie epoche coloniali ( XVI-XIX sec. ) ne caratterizzano lo stile ed evidenziano il fascino di un quartiere divenuto simbolo e scrigno di un passato ricco e controverso. Storicamente, infatti, il Pelourinho era il palo della gogna dove gli schiavi venivano pubblicamente fustigati. Tale nome fu inizialmente utilizzato per identificare la piccola piazza triangolare nel cuore della città dove appunto si svolgevano le flagellazioni pubbliche; solo successivamente passò ad indicare tutto il quartiere alto della città, che corrisponde oggi al nucleo storico dell’insediamento.
Il Pelourinho che domina la città portuale sottostante (alla quale è collegato, oltre che da alcune ripide strade, dallo storico Elevador Lacerda) e che è oggi simbolo dei soprusi che la razza nera subì nel corso di vari secoli di colonizzazione, si sviluppa attorno ad alcune piazze.
Dall’Elevador Lacerda si raggiunge la terrazza della Praça Thomé de Souza, che oggi ospita il nuovo Comune, un tempo situato nel vicino Palazzo Rio Branco. Poco più a nord incontriamo Praça da Sé, dove si affaccia il complesso della Misericordia, costituito dal Museo della Santa Casa della Misericordia, dalla Chiesa della Misericordia, dal Memoriale delle Baiane. Nelle immediate vicinanze dello slargo del Terreiro de Jesus, si affacciano poi la Cattedrale, l’Università (che ospita il Museo Afro-Brasileiro), la chiesa di San Pietro, quella del Terzo ordine Domenicano. A chiudere questo prestigioso quadrato la chiesa e convento di San Francesco, una delle chiese in stile barocco più belle del Brasile.
DA NON PERDERE
- Fondazione Casa di Jorge Amado. ( Largo del Pelourinho, s/n, Centro Storico )
Un viaggio letterario tra le opere del più grande scrittore popolare brasiliano, Jorge Amado da Baia. Da “Il Paese del Carnevale”, a “Dona Flor e i suoi due mariti”, passando per “Cacao” e l’ indimenticabile “Gabriella, garofano e cannella”. La Fondazione conserva ed espone un archivio importante di foto, video e oggetti vari relativi alla vita e alle opere dello scrittore baiano. Un excursus interessante per comprendere più da vicino l’universo di Amado, fatto di personaggi e luoghi tipici della Bahia. - L’ascensore Lacerda e il Piano inclinado Gonçalves.
Sin dal XVII secolo, ovvero dal periodo in cui Salvador divenne un avamposto coloniale, la Città Alta e la Città Bassa furono sempre collegate. Furono i gesuiti a concretizzare questo collegamento costruendo un montacarichi, usato per trasportare i materiali per la costruzione del Collegio dei Gesuiti. In questo collegamento fu ampliato al trasporto anche di persone, e venne realizzato nel 1893 l’Elevador Lacerda. Fu il mercante Antonio Lacerda a finanziare i lavori e creando le premesse per la realizzazione di un grande ascensore. L’aspetto attuale risale però ai lavori degli anni trenta del Novecento, quando fu ricostruito in stile art decò, ed oggi la funicolare trasporta ogni giorno flotte di visitatori che dal Mercato Modelo salgono verso il quartiere del Pelourinho. L’ascensore, che ha un’altezza di 74 metri, mette in collegamento Piazza Visconde de Cairo, nella Città Bassa, con Piazza Tomè de Souza, nella Città alta.
Il piano inclinato Gonçalves collega invece Piazza Ramos de Queiroz, in basso, alla strada Francisco Gonçalves, da cui il nome. - Il Mercado Modelo ( Piazza Visconde de Cayru, s/n ), che si trova nelle immediate vicinanze dell’Elevador Lacerda, occupa l’edificio dell’antica dogana nel cuore della Città Bassa, di fronte alla Baia di Tutti i Santi, ed è sicuramente uno dei punti di maggior affluenza turistica della città. Una miriade di bancarelle e negozi offrono merci tra le più svariate, dall’artigianato ai souvenir, anche se purtroppo la maggior parte delle attività hanno perso la loro originalità, proponendo per lo più merci standardizzate. L’atmosfera però è piacevole e la struttura è un notevole esempio di stile neoclassico. La sua storia è stata alquanto travagliata. Da quando fu inaugurato, nel 1912, infatti, subì numerosi incendi; il più violento avvenne nel 1969 e rese necessaria la sua successiva demolizione per essere poi ricostruito nel 1984.
IN GIRO PER SALVADOR, PUNTI DI MAGGIOR INTERESSE
- Museo di Arte Moderna della Bahia ( MAM-BA) – Solar do Unhão
Situato sul versante occidentale, nelle immediate vicinanze di Praia da Preguiça, direttamente a picco sul mare, il Solar do Unhão è un interessante complesso architettonico costituito da alcuni negozi, dalla cappella di Nostra Signora di Monserrat e dal Museo di Arte Moderna. Potete venire qui per apprezzare grandi opere d’arte o per…godervi un meraviglioso tramonto ( “por-du-sol” come lo chiamano i brasiliani ) con vista d’eccezione sulla Bahia de todos os santos.
Il MAM-BA ospita alcune delle opere dei maggiori interpreti brasiliani del secolo XX, come i pittori Candido Portinari e Tarsilia do Amaral tra gli altri, ed un gruppo di sculture esposte all’esterno.
- Mercato di São Joaquim (Avenida Oscar Pontes, s/n – Calçada ; Lun-Sab h 6-18; Dom h 6-14)
Salvador è un città popolare che vive di commercio. In tutta la municipalità, infatti, vanno in scena ogni giorno i teatri di oltre 40 mercati. Tra questi ce n’è uno che si distingue per grandezza ed originalità, si tratta del Mercato di San Gioacchino. Qui si vende di tutto, dai frutti più colorati alle spezie più esotiche. C’è poi il settore delle erbe medicinali, l’immancabile banco della carne, tranquillamente esposta senza troppi complimenti, del pesce e perfino quello degli articoli religiosi. San Gioacchino è una delle anime veraci di Salvador, un tassello originale di una Salvador popolare, dove si spingono ancora pochi turisti e dove è possibile comprare merci ad ottimo prezzo.
- Chiesa di Bonfim ( Piazza di Bonfim, 236 )
Salvador città delle mille chiese, anzi a dar retta ai versi della canzone del noto compositore musicale Dorival Caymmi ce ne sarebbero 365, una per ogni giorno dell’anno. Tra tutti questi templi, il Santuario di Bonfim occupa una posizione privilegiata, non solo dal punto di vista geografico. Situata su un colle isolato sì da poter essere avvistata da vari punti della città, la Basilica de Nosso Senhor do Bonfim è il simbolo del sincretismo che contraddistingue la cultura baiana.
La Chiesa in stile neoclassico che oggi ospita la statua del Signore di Bonfim, inaugurata solo nel 1754, quando la statua vi fu portata in pompa magna. Nelle terre della Bahia, il Signore di Bonfim si sovrappose ad Oxalà, che nel candomble era la divinità della creazione, e tale sincretismo fece sì che il santuario venisse preso a riferimento sia dai cattolici che dai fedeli del candomble. All’interno del santuario la sala degli ex-voto è la più chiara testimonianza di questo fervore. Sul tetto della piccola stanza, e su tutte le pareti si vedono oggetti, tra i più singolari, come braccia e gambe di cera, che rappresentano gli ex-voto posti lì dai fedeli per chiedere la grazia al loro Signore. Ogni oggetto lì depositato racconta una storia intrisa di sofferenza e di fede, di miracoli e di redenzioni. All’esterno, invece, le pareti della cancellata sono sommerse da braccialetti colorati che, se comprati e lì affissi, favorirebbero, a detta dei venditori ambulanti del luogo, la realizzazione dei propri desideri.
- La diga di tororò e le Statue degli Orixàs
Spostandoci nelle zone più interne di Salvador, precisamente nel quartiere di Tororò, incontriamo un lago di ben 110 mila metri cubi d’acqua, che è conosciuto per essere l’unico bacino naturale della città. Le sue acque ospitano delle opere davvero singolari. Si tratta di otto sculture realizzate dall’artista plastico Tati Moreno, che rappresentano gli Orixàs mentre fluttuano sull’acqua. Un omaggio alla religione del candomble e al sincretismo che contraddistingue Salvador e tutta la cultura baiana.
Discorso a parte meritano LE SPIAGGE DI SALVADOR, ma di questo vi parliamo qui.
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