GRECIA: ALLA SCOPERTA DI DELFI, LA CITTA’ DELL’ORACOLO

L’ECO LEGGENDARIO DELL’ORACOLO DI DELFI

Delfi, la città dell’Oracolo, la sede dell’omphalós, il cosiddetto ombelico del mondo, un centro di massima importanza per la Grecia Classica e per tutto il mondo antico, che ancor oggi ammalia appassionati di archeologia e viaggiatori intrepidi. Arrivare qui è come rivivere un sogno che ti trasporta 2500 anni indietro nel tempo, quando la Grecia era la casa di Dei, filosofi, poeti e oracoli.

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Un passaggio a Delfi vale molto, anzi, diremo senza esitazione che è una tappa fondamentale per scoprire l’Antica Grecia, perché è proprio all’ombra di questi monti aspri e rocciosi, in questo santuario “magico”, che arrivavano da tutta l’Antica Grecia e persino dall’Asia Minore, per chiarire il proprio destino. Qui, infatti, risiedeva il leggendario Oracolo di Delfi, la Sacerdotessa di Apollo, la Pizia, colei che, interrogata dai fedeli, dialogava con Apollo (previa autorizzazione di Zeus), e forniva il responso. Responso che a sua volta veniva interpretato dai sacerdoti del tempio e passato infine al fedele quale linea guida da seguire.
A Delfi, inoltre, c’era l’omphalós, l’ombelico del mondo, ovvero il punto preciso in cui si incontrarono le due aquile inviate da Zeus e provenienti dai lembi estremi dell’Oriente e dell’Occidente.
Un luogo magico, favoloso, che ti fa venire i brividi per fascino storico e bellezza naturalistica.

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COME ARRIVARE A DELFI

Situata nel cuore della Focide, alle pendici meridionali del Parnaso, il monte consacrato dai Greci al culto del Dio Apollo e delle nove muse, Delfi dista da Atene circa 180 km, ed è raggiungibile esclusivamente via terra.
L’opzione più interessante è certamente la macchina, giacché la Grecia Continentale è una meta ideale per essere esplorata on the road. Per raggiungere Delfi da Atene, quindi, dovete prendere l’autostrada E75 in direzione Lamia, per poi uscire a Castro e seguire le indicazioni stradali per Levadia. Passerete anche per Arachova, suggestivo paesino di montagna (vd. foto).

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Se invece, non volete noleggiare un’auto, sappiate che Atene è molto ben collegata con Delfi. Varie corse giornaliere collegano le due località. Gli autobus partono dal Terminal B (Liossion Street, 260), e il tragitto dura circa 3 ore. Potrebbe essere un ottimo diversivo da abbinare al vostro week-end ateniese.

N.B: A pochissimi chilometri dal sito archeologico, si trova il moderno paesino di Delfi, che ospita ostelli, hotel, boutique e ristoranti di ogni tipo. Per cui potete scegliere se fare una visita fugace, oppure se fermarvi con più calma in questo accogliente centro tursitico. In alternativa, potete fare base sulla costa, o a Itea (dista 13 km da Delfi), o nel bellissimo borgo marinaro di Galaxidi (distante da Delfi 32 km).

Rocco Sur a Delfi

IL SITO ARCHEOLOGICO

Circondato da picchi aspri e rocciosi, e avvolto da un’atmosfera d’incredibile suggestione cui contribuisce senz’altro il suo evocativo passato, il sito archeologico di Delfi è uno dei più interessanti di tutta la Grecia Continentale. Stiamo parlando di un luogo antichissimo, le cui origini si perdono nel tempo del mito.

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Il santuario panellenico dedicato al culto di Apollo, fu fondato in età micenea (XVI sec. a.C.) e raggiunse l’apice della fama tra il VIII e VII secolo a.C. quando all’Oracolo faceva riferimento tutto il mondo greco, che lo interrogava su ogni tema, politico, economico, personale. Nel corso del tempo, il santuario accumulò enormi ricchezze architettoniche, statue, ori e nel periodo classico, secondo l’architetto francese Albert Tournaire, doveva apparire così:

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Monumentale e sontuosa! Una visione d’insieme spettacolare che esalta la grande armonia di forme, proporzione ed eleganza. A partire dal basso, dalla Via Sacra, lungo la quale sfilano i tempietti votivi o Tesori, costruiti dalle differenti città della Grecia per custodire le offerte e gli ex-voto simbolo della fede e della potenza dell’offerente. Tra tutti emerge per imponenza ed eleganza, il Tesoro degli Ateniesi, quest’ultimi artefici anche del portico degli Ateniesi, situato appena al di sotto del grandioso Tempio di Apollo (IV sec. a.C), l’edificio dorico che dominava le pendici della collina, al cui interno si trovava l’omphalós e che oggi si presenta al visitatore così:

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I terremoti, il tempo e le razzie hanno ridimensionato gran parte della sua imponenza, senza però scalfirne il fascino e la suggestione.
Continuando l’ascesa verso l’alto, è poi possibile ammirare il teatro, che domina a sua volta la valle di Arachova e che al culmine della sua disponibilità, poteva ospitare circa 5000 spettatori.
Oggi del fasto di quei tempi e della bellezza di Delfi rimane ben poco, eppure ciò che non sembra passare mai è la suggestione che questo sito evoca agli occhi del viaggiatore-viandante, un luogo magico, il cui fascino è accentuato dalla presenza della fonte Castalia, (anch’essa ai minimi termini), ovvero la fontana a sette bocche dove sia i fedeli che la sacerdotessa di Apollo si purificavano prima dei rituali.
Proseguendo sulla strada della fonte sacra, questa volta verso il basso della valle, circondata da altre evidenze archeologiche e da ulivi secolari, è possibile scorgere uno dei simboli di Delfi e capolavoro dell’architettura greca, ovvero la Tholos, un edificio circolare di marmo in chiaro stile attico, dedicato al culto di Athena.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO

Le testimonianze più significative, però, sono conservate nel bellissimo museo archeologico,
(il cui costo del biglietto è compreso nell’entrata al sito archeologico: 12 € intero/ 6 € ridotto) senza dubbio uno dei più interessanti di tutta la Grecia. Qui sono ospitati capolavori indiscussi dell’arte statuaria greca, tra cui i kouroi di età arcaica, la grandiosa sfinge di Nassi, la statua di Agia di Farsala, il mitico omphalós, e la leggendaria Auriga di Delfi, sontuosa tesimonianza dell’arte statuaria bronzea del V secolo. Tutto imperdibile!

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“Nella cella del tempio, davanti alla statua di culto, bruciava un fuoco perenne alimentato dal legno di abete. Dal tetto pendevano innumerevoli ghirlande d’alloro. Al centro del pavimento vi era una crepa, detta Χασμα, da cui si sprigionavano vapori capaci di indurre una specie di trance. Al di sopra di questa crepa era piazzato il tripode su cui la pizia sedeva durante le sessioni oracolari. Talvolta l’effetto dei fumi era talmente violento da provocare alla pizia forti convulsioni, giungendo anche a ucciderla.”

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