“E’ l’uomo, sempre lui, a vanificare la poesia della Natura”
A soli 20 km da Natal, esiste un angolo di paradiso, famoso per le sue dune bianche che degradano verso il mare: si chiama Genipabu, un eco-parco diventato turistico negli ultimi anni (forse troppo turistico), che comprende una spiaggia, un grande complesso di dune di sabbia bianca, una laguna di acqua dolce ed un’area protetta. E poi, una grande baia, oasi di palme, ed un paesino, che fino a qualche decennio fa era un villaggio di pescatori, ritirato nel cuore di un mondo fantastico.
La minaccia del turismo di massa
Genipabu è uno dei luoghi più suggestivi del Brasile nord-estino, un luogo ameno. Eppure su questo paradiso incombe la minaccia del turismo di massa, invasivo e distruttivo, come al solito.
E così le spiagge di sabbia bianca, selvagge fino a pochi decenni fa, ora sono occupate da tavolini e ombrelloni, inoltre non esiste ancora un concreto piano di gestione dei rifiuti (aumentati esponensialmente come i turisti), ma la minaccia più grave sono le Dune-buggy che tanto piacciono ai turisti, e che scorrazzano incontrastate, prendendo la rincorsa sulla battigia ed avventurandosi ignare del loro impatto bestiale. Eh si perchè il traffico di dune-buggy, oltre a smuovere innaturalmente le dune, contamina il bianco della sabbia con lo smog. Ed allora quelle che erano vere e proprie oasi nel deserto, oggi sono aree naturali seriamente compromesse. Attenzione però, perchè la minaccia più grande arriva dal turismo nazionale, dai brasiliani che arrivano qui per passare un week end diveretente e spensierato, tra birre mare e dune-buggy.
Quali alternative?
Beh, innanzitutto occorre dire che siamo ancora in tempo a salvare questo paradiso, è tutto ancora naturalmente bello, infatti il viaggiatore che passa di qui, s’innamora di Genipabu e della sua atmosfera spensierata. Ma bisogna correre ai ripari, bisogna preservare questa bellissima opera della natura, e farlo in fretta, come? Beh, il viaggiatore nel suo piccolo può fare molto, principalmente evitando di andare in dune-buggy e di alimentare le casse di questo turismo scriteriato.
Di alternative ce ne sono: nel pieno rispetto dell’ambiente è possibile fare un tour delle oasi in dromedario (Genipabu è forse l’unico posto dove è ancora possibile incontrare dromedari); praticare esquibunda, ovvero scivolare su una tavola di legno sulla sabbia setata delle dune sino ad arrivare in acqua, andare in kayak, nuotare.
In conclusione, Genipabu è ancora un paradiso che rischia di essere distrutto. Perciò pensiamoci, usiamo la testa, almeno noi viaggiatori, viaggiamo in nome di un turismo responsabile!
Cosa fare nei dintorni di Genipabu?
Genipabu non è l’unico tesoro della zona, anzi, tutta la costa del Rio Grande do Norte è davvero ricca di attrattive naturali e non: infinite spiagge di sabbia bianca che si affacciano sull’oceano alantico, oasi, mangrovie e piscine naturali in pieno mare aperto, come quelle di Maracajau (a 55 km da Natal).
E poi la vita mondana di Natal, principale centro turistico dello Stato di Rio Grande do Norte, città molto attiva e ambita da chiunque prediliga il divertimento, i locali, gli stabilimenti balneari. Ad agevolare il flusso dei turisti, la centralità di Natal, dotata peraltro di un aeroporto internazionale. Ma Natal è anche una città storica, che ha nel candido forte pentagonale, la traccia più evidente di un importante passato coloniale..
Inoltre, a poche decine di chilometri di distanza, ci sono angoli di natura viva, dove è possibile godere di mare, sole e fantasia. Perciò partite da Natal per esplorare la costa, ma fatelo sempre con rispetto!
” Saluti dal paradiso di Genipabu, dove regna ancora la bellezza,
nella speranza che giunga presto anche consapevolezza”.
Vitamina Project per un Turismo Responsabile e Sostenibile