Florianopolis, un paradiso in Brasile

Mi piace iniziare questo racconto riprendendo una frase di Giulia; semplice ma efficace: “Florianopolis è un luogo meraviglioso, e come ogni luogo incantato che si rispetti è un isola!” E’ un po’ come il fungo marino di Alice…a seconda del “lato” che scegli, si aprono panorami completamente diversi ma sempre suggestivi.

Florianopolis è conosciuta in tutto il Mondo per le sue spiagge bianche, per le sue onde, ideali per i surfisti, e per la sua Natura ancora molto selvaggia, la cosiddetta Mata Atlantica, che degrada direttamente in un mare a tratti cristallino.

Quando arriviamo a Florianopolis è ancora notte. Sono solo le 5 della mattina. Ancora assonnati e con i piedi un po’ gonfi per le molte ore di viaggio, scendiamo dal veicolo per entrare nella grande e accogliente hall della stazione. Ci sentiamo un po’ più al sicuro. Sinora tutti quanti, brasiliani e non, ci hanno sconsigliato di muoverci durante le ore notturne. La Notte potrebbe essere fatale! Decidiamo perciò, saggiamente, di aspettare l’albeggiare, assieme ad altri viaggiatori, seduti nella grande hall del Terminal. Nel frattempo studiamo meglio la cartina geografica, donataci qualche tempo fa da un caro amico portoghese, e per questo un po mal ridotta. Tuttavia ancora utilissima.

Notiamo che il principale nucleo abitativo si trova nel centro dell’isola, collegato al Continente da un grande ponte.

La parte nord è invece un concentrato di case e hotel di lusso, punto di ritrovo di attori e personaggi famosi. Jurere Internacional è il quartiere più ambito. Qui non è difficile vedere Ferrari e porche riposare nel cortile anteriore di edifici bianchi in stile minimalista, e discoteche all’ultima moda.

Il sud dell’isola è invece più selvaggio, ancora poco abitato, ed offre spiagge di una bellezza speciale, come Pantano do Sul, Matadeiro, Armação.
Nel centro dell’isola, lasciando il nucleo abitativo, e andando verso il litorale Atlantico, si raggiunge la zona, a nostro avviso, più caratteristica e pittoresca dell’isola, quella della Laguna, che in brasiliano si chiama Lagoa de Conceição, divenuta nel tempo punto di incontro di artisti, intellettuali, alternativi ed eccentrici. E soprattutto di giovani.

Il nostro animo è, però ancora più inquieto, e ci spinge verso sud, in cerca dell’anima più originale di “Floripa”, così come tutti qui chiamano Florianopolis. Una vegetazione fitta prevale in tutta la parte interna dell’isola, come se fosse linfa vitale e sistema nervoso di questo luogo senza tempo. Il sole non c’è ma fa molto caldo, e l’unico modo di allontanarci dalla baraonda della Lagoa è prendere una bici e lasciarsi fluire. La strada, però, è trafficata e stretta. Salite corte, ma intense si alternano a strappi di ripide discese.

Potevamo ripartire! Bisognava pedalare ora, spingere più forte per trovare quel qualcosa che ancora ci era precluso. La fatica è parte di ogni viaggio, ed è il naturale prezzo di ogni emozione. Quella sensazione di lasciarsi andare, seguendo il flusso, che avevamo sentito in Uruguay, si ripresentava, ora, nei nostri animi, più viva che mai. Non vedevo Giulia, perché guidavo il cammino, lei era alle mie spalle, eppure la sentivo, percepivo la sua energia, che mi spingeva a proseguire, ad andare avanti, nonostante il cielo si facesse sempre più minaccioso e nero. Non ci importava, perché si il rumore del mare si faceva più vicino, così come il rombo delle onde. Il magnetismo del Mare ci stava attraendo, irrimediabilmente, a se. Dietro quei dolci rilievi doveva esserci l’Oceano. Quando scendiamo dalla bici, possiamo mirare finalmente verso l’orizzonte, immaginare i velieri portoghesi arrivare dall’Europa o dalle Azzorre, sognare il nostro futuro e ascoltare tutte quelle le voci che, durante i secoli, si erano rincorse per comporre un’unico grande canto. Eravamo parte di quel miracolo!

“Quale brezza ammaliante soffia su Florianópolis?
Quali cangianti colori fanno di quest’isola una tavolozza d’artista?
Echi lontani travalicano l’Oceano e giungono sin qui, per fare magia”
VICTOR MAJESKI

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