COSTA RICA ALTERNATIVO: GRECIA, SARCHI e VOLCAN POAS

La Meseta Central: GRECIA, SARCHI E VOLCAN POAS

“In seno ai monti, rivestiti di foreste e filari di caffè, si apre un’ampia e fertile valle, la Meseta Central, un luogo ricco di storia e  fermo nel tempo che difende con orgoglio tradizioni secolari.”

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Quando si parla di Costa Rica si pensa sempre alle spiagge, ai tratti di costa paradisiaci, alle riserve naturali e alle foreste vergini dove vivono infinite specie di animali e di uccelli.
Ma il Costa Rica non è solo mare e vegetazione, ed anche la fascia centrale, quella a nord di San Jose, merita la giusta attenzione. Oltre alle località già molto turistiche, come Monteverde, La Fortuna e Arenal, noi abbiamo scoperto una zona molto interessante, a sole due ore di bus a nord-ovest della Capitale, dove inaspettatamente ci siamo imbattuti in un Costa Rica più “paesano” e tradizionale. Ed è proprio di questo “nuovo mondo”, che ruota attorno alla graziosa cittadina di Grecia, al centro artigianale di Sarchi e al grande Vulcano Poas, che vogliamo parlarvi, giacchè ci piace sempre molto condividere con voi viaggiatori curiosi, destinazioni alternative e fuori dal classico flusso turistico. E allora ci seguite in questa originale divagazione?

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GRECIA, UNA GRADITA SORPRESA

A dirvi la verità, all’inizio non eravamo molto convinti di andare verso nord-ovest. Avevamo letto fugacemente di Grecia e dei suoi dintorni ricchi di natura e tradizione, ma non avevamo nessun feedback diretto. Qualcosa però ci spingeva a tentare, e quale miglior occasione per affinare l’istinto? Così prendiamo un bus da San Jose, lasciamo volentieri la capitale, e ci mettiamo in cammino, senza nessuna aspettativa. Arriviamo all’imbrunire, e ad accoglierci troviamo una cittadina tranquilla, vivibile e piacevole da scoprire. Con il buio, era calata anche la quiete, ma la mattina dopo, nel cercare un posto per fare colazione, abbiamo trovato una vitalità fatta di vocii, di andirivieni e di attività in pieno fermento. Così abbiamo scoperto che Grecia è un importante centro agricolo, ed il suo mercato, sin troppo ordinato per gli standard centroamericani, molto più caotici, raccoglie i prodotti provenienti dai dintorni dell’altopiano. Si respira una bella atmosfera, e lo straniero è subito ben accolto, in piena sintonia con la classica ospitalità che contraddistingue i Ticos (gli abitanti del Costa Rica).

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E’, infatti, proprio qui che abbiamo trovato le due simpatiche guide che ci avrebbero accompagnato l’indomani nella scalata al Volcan Poas. Di solito le cose accadono così, semplicemente parlando!
Oltre al mercato, però, e alla particolare chiesa in struttura di ferro che domina la piazza cittadina, Grecia non offre molto, ma è un buon punto strategico per esplorare i dintorni.

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Ed allora basta allontanarsi una decina di chilometri per ritrovarsi a Sarchì, un piccolo paesino, capoluogo del distretto di Valverde, dove si conserva un’antica tradizione, orgoglio nazionale del Costa Rica. Andiamo a vedere di che si tratta.

SARCHI ED IL SUO PATRIMONIO

Nel cuore geografico del Costa Rica, pulsa vitale un mondo condadino ed artigiano che tramanda da più di un secolo una tradizione unica ed originale: l’arte di decorare carretti in legno con pitture coloratissime. Teatro di questo tesoro è il piccolo paese di Sarchì, a pochi chilometri da Grecia e ad un’ora e mezza dalla Capitale.
Un tempo questi carretti erano gli unici mezzi di trasporto ed erano trainati da buoi o cavalli. Oggi, nell’era della tecnologia imperante, costituiscono “solo” uno splendido riflesso di una cultura tradizionale, che non ci saremmo aspettati di incontrare in Costa Rica.

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Visitare una fabbrica di carretti è un’occasione interessante per fare un salto nel passato di un mondo semplice e rurale. Entrare nei laboratori, ormai non più così segreti, di pittori e falegnami dalle mani ruvide come cartavetro e i jeans sporchi di vernice. Sono loro gli autori di quei ghirigori intraducibili, e di quei mandala delicatissimi che possiamo ammirare sulla circonferenza delle ruote dei carri e su tutta la struttura in legno. Delle vere e proprie opere d’arte, frutto di una tradizione tramandata di padre in figlio, di maestro in apprendente.

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Ormai Sarchi è stata presa d’assalto dai collezionisti di tutto il mondo che sono disposti a sborsare grandi cifre per questi pezzi unici, dipinti a mano, ed ha perso parte dell’atmosfera in cui un tempo era avvolta, ma è davvero una bella occasione per conoscere da un’altra angolazione un Paese che spesso conosciamo solo per luoghi comuni.
Le fabbriche di carretti si concentrano all’entrata della città, la cui strada principale è piena di negozi che vendono souvenir. Noi abbiamo visitato la Fabrica de Carretas Chaverri, dove abbiamo appreso del lungo e minuzioso processo di lavorazione. Abbiamo incontrato uno dei maestri che ci ha spiegato tutte le fasi di realizzazione, fino a giungere al prodotto finale, questo:

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ESCURSIONE AL VOLCAN POAS

Dopo un’immersione nella tradizione, torniamo a Grecia per ristorarci dal grande caldo, e riposarci in vista della lunga giornata che ci attende all’indomani: l’escursione al Volcan Poas.
Albino e Jose, due cari signori che che si sono offerti (nel vero senso della parola) di farci da guida, ci vengono a prendere direttamente nel modesto hotel in cui alloggiamo.

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Dobbiamo raggiungere con il fuoristrada la cittadina di San Luis, oltrepassarla ed iniziare la nostra escursione che di fatto è una vera e propria scalata, giacchè dai circa 1000 metri dovremo raggiungere la cima del Volcan Poas, a 2700 m s.l.m, ben 1700 di dislivello. Mica male! Ovviamente è possibile raggiungere la cima anche in auto (o in autobus da Alajuela), e poi dal parcheggio fare un breve tratto di 300 metri fino alla terrazza panoramica, ma noi optiamo per il trekking che in circa 4 ore ci porterà alla sommità.
Partiamo la mattina presto, quando le nebbie dominano ancora tutto l’altopiano. Fa fresco, per non dire freddo, e noi abbiamo appena una maglia di cotone a maniche lunghe, pantaloncini e scarpe da tennis. Pessimi! 😉 ma siamo motivati, e come sempre, la convinzione sopperisce alla tecnica.

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Il percorso è vario e ci regala scorci di grande bellezza paesaggistica.
Il bosco umido si alterna al bosco secco, e man mano che saliamo, la fatica si fa sentire; ma siamo in buona compagnia, giacchè Albino e Jose si dimostrano subito due montanari esperti e due ottime guide.

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Le salite sono impegnative, per via della pendenza e del terreno scivoloso. Bisogna essere allenati per giungere su in cima, ed ancor più per tornare, visto che occorranno in totale circa 8 ore. Ma a noi le difficoltà non ci fermano e quando arriviamo su in cima, la vista è uno spettacolo: la caldera, ovvero la bocca del cratere è fumante, e gli acri vapori solforosi sono intensi, tanto che a volte causano persino la chiusura del parco.

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A proposito il Vulvano Poas si trova nel parco nazionale omonimo, ed è formato da tre crateri, il più grande dei quali vanta un calderone del diametro di circa 2 km. Il panorama è davvero mozzafiato e la vista ha ripagato il nostro sforzo di novelli, ma intrepidi, scalatori. Così è già tempo di rimetterci in cammino, visto che ci attendono altre 4 ore…di discesa certo, ma pur sempre 4 ore!
Giungiamo a valle stanchi, dopo 8 ore di cammino, ma soddisfatti di aver raggiunto il nostro obbiettivo, e soprattutto di aver incontrato sulla nostra strada due angeli custodi come Jose e Albino. In conclusione, l’escursione è stata dura, e noi ci siamo meritati ampiamente una birra ghiacciata!

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“Alla prossima amigos!”

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