VITAMINA, IL CANE CHE DIVENTÒ UN PROGETTO
Sono passati esattamente 5 anni da quando due giovani sognatori e un cane decisero di dar retta ai loro sogni, dando vita ad un progetto che li avrebbe portati negli angoli più remoti di questo mondo. Il progetto si chiama Vitamina Project, nasce dall’amore per la vita e dalla passione per i viaggi, la fotografia, la natura, la gente e l’archeologia, e il suo presidente è un cane!
“Come un cane? Cane a chi? – i giornalisti sembrano stizziti e pretendono chiarimenti- Andiamoci piano con le offese!”
“Ma quali offese, siamo persone per bene noi – ribattono i due giovani sognatori- quello che vogliamo dire è che il nostro presidente è un cane, e ne andiamo fieri.”
“Va bene, contenti voi, contenti tutti, ma noi non siamo venuti qui a perder tempo, abbiamo i minuti contati e avremmo premura di intervistare il vostro presidente.” – C’è tensione nell’aria, forse dovuta a un malinteso, tuttavia i due giornalisti sono lì per riportare a casa il pezzo, domani si va in stampa e per dovere di cronaca, sono costretti a far buon viso a cattivo gioco.“D’accordo, capiamo benissimo – rispondono i due giovani sognatori in maniera piuttosto decisa- ma se avete fretta, è meglio lasciar perdere, questa storia richiederà più di qualche minuto.” La situazione si fa grottesca, gli animi si scaldano e i due giornalisti cominciano a intuire l’eccezionalità dell’evento.
“Ok, ma non tiratevela troppo, soprattutto, bando alle ciance e chiamateci il presidente!”
“Si meglio, va!– rispondono i due sognatori- … Vitaminaaaaaa! Vieniiiii, ci sono dei signori, dicono di essere dei giornalisti e vogliono parlare con il presidente di Vitamina Project.”
A questo punto, nello stupore generale, soprattutto di quello dei due giornalisti, fa il suo ingresso in scena, con passo lento e claudicante, un cane dagli occhi a biglia, le gambe a stecca e il muso a scatoletta. Il suo pelo è fulvo, ha 16 anni e invece di abbaiare, parla. Si chiama Vitamina, e sostiene di essere il Presidente di Vitamina Project!
L’intervista può iniziare, alla presenza attenta e più emozionata che mai dei due giovani sognatori, mentre i due giornalisti si guardano perplessi e cominciano a pensare che si tratta di un sogno, un sogno piuttosto strano, ma molto entusiasmante!
L’INTERVISTA
Ehm… Signor… Cane Presidente, prima di parlare di Vitamina Project, facciamo un salto indietro di qualche anno, ci racconti come ha incontrato Rocco e Giulia . Da quale canile è stata scelta? Perchè a giudicare dall’apparenza, non sembra avere pedigree!
Si, giusto, partiamo dall’inizio, ma vi chiedo una cortesia, è probabile che ogni tanto mi dimentichi la domanda, ho una certa età, sapete, e spero siate così gentili da accettare i miei vagheggi.
Al contrario di quello che potrebbero pensare lor signori, non sono stata scelta da nessun canile, la mia origine è nobile e vengo dalla Piccardia, una regione della Francia Settentrionale, sono un Pastore della Piccardia, per la precisione, e i miei genitori erano i cani di compagnia di una ricca famiglia di Amiens. Poco dopo la mia nascita, però, il capo-famiglia decise che 5 cani erano troppi, e donò i cuccioli appena svezzati ai suoi nipoti diretti. Io fui affidata al nipote più sciagurato che, senza la minima esitazione, mi regalò ad un suo amico pochi giorni dopo. Lì per lì il mio nuovo padrone sembrò trattarmi con cura e attenzione, ma le droghe di cui faceva uso, lo resero repentinamente freddo e insensibile, così, durante uno dei suoi viaggi senza meta, mi salì in macchina e si liberò di me nella maniera più spietata possibile. Fui abbandonata la notte di un freddo gennaio al bordo dell’autostrada, all’altezza di Vicovaro Mandela, alle porte di Roma. Non so come, riuscii a mettermi in salvo e a uscire dall’autostrada. Vagai per giorni, senza bere e senza mangiare, sotto la pioggia e il vento, fino a quando una ragazza dai capelli ricci e il cuore grande si accorse di me, e dopo alcune esitazioni, mi raccolse dalla strada, all’altezza di Lunghezza, alla periferia di Roma. Quella ragazza, che da quel momento non mi avrebbe mai più lasciato, mi trattò con tanto amore, e aspettò con fiducia che il tempo guarisse traumi e ferite. Dopo solo un mese partorii 11 cuccioli, nello stupore generale. Rocco sarebbe arrivato a Roma solo 2 anni dopo, il peggio era ormai alle spalle, e nel frattempo io e Giulia eravamo diventate ormai una cosa sola!
Una gioventù non proprio spensierata, quindi, fino a quando non ha incrociato la strada di Giulia prima e di Rocco poi, e si è finalmente potuta rilassare, facendo una vita tranquilla.
Oddio, tranquilla è una parola grossa, giacchè Giulia e Rocco sono sempre stati due nomadi inquieti, viaggiatori per passione, ma soprattutto per istinto. In molti casi i viaggi erano lunghi e complessi e con loro non potevano portarmi. Perciò, mi sono dovuta adeguare al loro romitaggio, ma soprattutto mi sono dovuta abituare ad essere parcheggiata da una casa all’atra, ogni volta che i due signorini partivano. Sapevo che sarebbero tornati, ma la paura di essere abbandonata di nuovo, quella in verità non è mai andata via, rimanendo latente nei miei pensieri. Tuttora mi capita di pensare al peggio, ma poi quando meno me lo aspetto, li vedo tornare ad abbracciarmi e la gioia di rivederli mi fa dimenticare ogni paura.
E poi per fortuna, loro mi amano profondamente e ogni volta che possono mi portano con loro, a scoprire tanti bei posti. Anche se delle volte non ho minimamente idea di dove mi stiano portando!
Si, esatto, è proprio a questo che volevamo arrivare: tra i tanti viaggi fatti assieme a Rocco e Giulia, quale ricorda con più affetto?
È difficile dirlo, ogni viaggio è stato unico a suo modo, quando ero più giovane ci spingevamo abbastanza in là, lungo sentieri tortuosi, impervi, improbabili, come quella volta sulle Dolomiti, quando stavo per cadere da un precipizio.
Di avventure ne abbiamo condivise tante, mare, città, montagne, piccoli borghi, foreste, ripide scogliere. Ora che sono anziana, mi fa sempre piacere viaggiare con loro, ma i ritmi sono cambiati e le comodità aumentate; così Rocco e Giulia si preoccupano loro di salirmi in macchina, mi risparmiano tante scale, a causa dei problemi che ho alla spina dorsale, scelgono solo alberghi e B&B pet friendly. Insomma mi coccolano, come se fossi una regina.
Ci rallegriamo di questo affetto, sicuramente meritato, ma ci può fare qualche nome di località che più l’ha colpita?
Ah si, certo, mi ero persa. Beh sicuramente ricordo Civita di Bagnoregio, “la Città che muore”, uno splendido borgo in provincia di Viterbo, oppure la città fantasma di Canale Monturano, abbandonata nel 1700 in seguito all’arrivo delle truppe napoleoniche; si trova nel cuore di una riserva naturale, e per raggiungerla bisogna fare un lungo percorso sterrato; e poi ancora le spiagge della Sardegna, quelle dell’Abruzzo, la splendida Costa dei Trabocchi, le città signorili di Padova e Venezia, ma se devo menzionare un luogo dove mi trovo particolarmente a mio agio, beh senza dubbio nomino la Provenza. A Nimes, Arles, Aix-en-Provence mi sento proprio a casa, non so perchè, è difficile da spiegare. Anche in Costa Azzurra, però, mi trovo bene, a Cannes, Antibes, Nizza, ed ultimante i Pirenei francesi.
Però! Dobbiamo ammettere che come viaggiatrice vanta un palmares di tutto rispetto. Una gioventù difficile, una maturità ricca di viaggi ed ora una vecchiaia all’estero. Passare la pensione in Spagna, a Barcellona, non è poi così male!
Eh, eh, eh! I tempi cambiano, ed io mi adeguo con molto piacere. Insieme a Giulia e Rocco abbiamo deciso di emigrare in Spagna e di spostare la sede di Vitamina Project a Barcellona. È stata una decisione ponderata, avvenuta dopo un anno di transizione, il 2016.
Perchè cos’è successo nel 2016?
Beh, per rispondere a questa domanda, devo fare un passo indietro di un paio di anni. Nel 2014, vivevamo ancora a Roma, ma qualcosa stava cambiando, Rocco e Giulia sentivano che la voglia di vivere nella Capitale si stava affievolendo, urgeva una svolta. Non sapevo esattamente cosa stessero confabulando, ma qualcosa di grosso bolliva in pentola. Percepivo irrequietezza, inquietudine, sentivo che di lì a poco qualcosa di importante sarebbe successo. Cominciai a vedere sparsi qui e là scatoloni, buste, pacchi, la casa dove avevamo vissuto negli ultimi 3 anni si stava svuotando. Mi ostinavo a non capire, ma dentro di me sapevo. Stavamo lasciando Roma. Per dove? Per Padova, mi dissero. In effetti fu così, mi stavano portando a casa di Anna, la mamma di Giulia. Una sera, mentre dormivo su un caldo cuscino, Rocco e Giulia mi si avvicinarono e cominciarono ad accarezzarmi dolcemente. Mi dissero che sarebbero stati fuori per un po’ di tempo e che mi avrebbero lasciato al sicuro, in custodia a casa di Anna, e che avrei dovuto avere fiducia in loro, e che li avrei dovuti seguire sempre con il cuore, e proteggere, discorsi così. Mi lasciarono una lettera, pregandomi di aspettare per leggerla. Nella lettera c’era scritto che avrebbero viaggiato a Buenos Aires per compiere un progetto di viaggio, se non mi sbaglio avrebbero dovuto risalire l’intero continente, fino a Los Angeles, solo via terra e via mare. Solo dopo, sarebbero tornati. Nella lettera era contenuta anche l’incarico ufficiale con con cui mi nominavano ad aternum presidente di Vitamina Project.
Sarebbe passato esattamente un anno, un anno in cui persi ogni speranza di rivederli. Ormai non ci speravo più e mi sentii profondamente tradita. Ero stata abbandonata un’altra volta! Poi, un giorno all’improvviso, sentii una voce squillante che consocevo bene, la porta si aprì e di fronte a me mi apparvero loro. Erano tornati. Ero arrabbiata, ma non riuscii a trattenere la gioia e ci abbracciammo tutti, in un tripudio di pianto e contentezza.
Davvero, molto toccante, ma che cosa successe nel 2016?
Ah già, il 2016! Beh il 2016 fu l’anno successivo al viaggio di Rocco e Giulia in America Latina, un anno strano, complicato, perchè i ragazzi fecero fatica a tornare alla vita di tutti i giorni e a re-inserirsi nei meccanismi della società occidentale. Giulia non resse e cadde in un grande sconforto. Rocco cercò di tenere vivi gli animi, ma la nostra simbiosi ci fece sprofondare nel baratro della tristezza. Sia io che Giulia cademmo in uno stato di apatia, davvero preoccupante. Ne risentirono tutti e anche Vitamina Project stava perdendo vigore.
E come siete usciti da questo tunnel?
La salvezza arrivò dalla Spagna. Un giorno Giulia si alzò, chiamò Rocco che nel frattempo era impegnato in una trasferta in Giappone, e gli comunicò la sua decisione di volersi trasferire a Barcellona. Fu la svolta. Giulia arrivò in terra catalana una mattina di Aprile, decisa a trovare casa e nuovi contatti in città. Per l’occasione fui nuovamente parcheggiata tra casa di Anna a Padova, Annachiara a Trento assieme al mio amico Amerigo, e la Betty a Bassano. Questa volta era diverso, però, perchè sapevo che l’attesa sarebbe stata più breve, molto più breve. Ovviamente mi illusi, perchè tra l’arrivo di Giulia a Barcellona e la sua definitiva stabilizzazione in città, passarono vari mesi, verso la fine dei quali ero ricaduta in quello stato di rassegnazione da abbandono. Per fortuna, mi ero sbagliata ancora una volta, perchè un bel giorno Rocco e Giulia tornarono a prendermi, mi caricarono in macchina e partimmo tutti e tre rumbo a Barcellona! Da quel momento non ci siamo più separati, ed io sono più felice che mai, mi sento ringiovanita, l’aria della Spagna mi fa bene, Vitamina Project ha riacquisito vigore ed ogni tanto ci capita di fare dei bellissimi viaggetti in Costa Brava, dove Giulia e Rocco possono continuare a sognare la loro vita di viaggiatori, mentre a me basta seguirli, sentirli fantasticare su nuovi viaggi e vederli felici.
E non ha paura che partano di nuovo?
Beh, che glielo dico a fare. In questi primi due mesi del 2019 sono già scappati in Myanmar, poi in Francia e poi in Italia, ma per fortuna, primo mese a parte, mi hanno sempre portata con loro.
Che si prospetta all’orizzonta? Quali sono i progetti futuri?
Sembrerà banale come risposta, ma del domani non v’è certezza, così io mi godo il presente insieme ai miei due viaggiatori preferiti, loro sono fatti così, all’improvviso partono, ma tanto so che mi lasciano sempre in buone mai, e soprattutto che prima o poi ritornano. Noi tre siamo una cosa sola, e Vitamina Project nasce da un’amore grande, il nostro e come ringraziamento all’universo ci stiamo impegnando a condividere la nostra gioia con il mondo, in qualsiasi modo, giorno dopo giorno.
“A Vitamina, cane leggendario e saggio delle stelle,
a colei che con la sua dolcezza continua ad indicarci la rotta giusta”