VIAGGI E LETTERATURA: 6 CITTA’ DAL PARTICOLARE FASCINO LETTERARIO

Viaggio e letteratura rappresentano da sempre un binomio inscindibile, sin dai tempi delle epopee mitologiche, quando colti poeti cantavano le gesta di eroi che girovagavano per il mondo (conosciuto e non) per portare a termine missioni impossibili, risolvere conflitti o scoprire nuove terre. E’ forse da allora, grazie al prezioso filtro dei narratori, che il viaggiatore ha assunto nell’immaginario collettivo una veste eroica, guadagnandosi il rispetto e la stima della società stanziale. Il viaggio è sempre stato oggetto d’interesse e d’indagine della letteratura, e continua ad esserlo anche oggi, quando sempre più scrittori tendono ad ambientare il canovaccio della propria opera in uno spazio geografico ben specifico, legato magari alla città natale.

Rocco Sur & Jorge Amado a Ilheus (Brasile)

“Grazie a narratori particolarmente abili, alcune di queste (città) hanno finito per assumere un ruolo guida nel panorama letterario e quindi turistico, divenendo conseguentemente meta di veri e propri pellegrinaggi letterari.
Un po’ il concetto del Turismo Letterario che tende a far leva sul legame esistente tra i luoghi reali e le storie narrate nei libri.”

Autori particolarmente abili e coinvolgenti sono riusciti a legare la propria opera letteraria (e quindi anche la conseguente fama) a città esistenti che, forti già di un fascino innato, hanno consolidato il proprio blasone. Non ci sono regole, né criteri oggettivi perché una città venga definita letteraria, sarebbe più giusto parlare di un velo invisibile che rende queste spontaneamente adatte ad ospitare storie e personaggi letterari; si tratta si solito di città di passaggio, crocevia di genti e di storie, dove i rispettivi porti intessono avventure e incrociano destini; ma non è detto che ci debba essere di mezzo per forza l’elemento marittimo, è possibile anche che si tratti di città dell’entroterra o lontane dal mondo conosciuto. Il mare però gioca la sua parte e, certamente, facilita i contatti tra commercianti, viaggiatori, marinai e (anche) scrittori.

vista panoramica di Trieste

Sulla base di questi criteri, o per meglio dire di questi non-criteri, quindi ci siamo divertiti a stilare una lista delle città dal particolare fascino letterario; ovviamente, presupposto imprescindibile è che esse siano state teatro di storie memorabili e abbiamo accolto personaggi leggendari della letteratura mondiale, insomma che siano presenti in libri apprezzati dai lettori. Per ovvie ragioni abbiamo escluso Roma, Città del Messico, Londra, Buenos Aires, Barcellona, Istanbul e Parigi, di cui si è scritto già tanto. Ci soffermeremo perciò su città ugualmente ricche di aneddoti, ma che mantengono ancora una loro riservatezza. Scopri quali sono.

1. TRIESTE (ITALIA), fascino Mittle-europeo

Inauguriamo la nostra rassegna con una delle città più letterarie in assoluto, che abbiamo avuto il piacere di assaporare nel corso della recente tourneé di presentazione del nostro libro TRACCE DAL SUD; Trieste ci è sembrata uno scrigno magico, ideale per rivivere le sensazioni e riflessioni scaturite dalla lettura. Trieste è una città letteraria in tutto e per tutto, un luogo-non luogo dove si incontrano realtà e fantasia, e dove si incrociano le storie di tanti popoli e scrittori, come Joyce, Saba, Magris, Svevo, Majevski tra gli altri; un elegante crocevia di culture che con il tempo ha dato vita a un crogiolo di arte e di storia.

Indiscussa capitale della Mittle-Europa, Trieste ci è parsa una città elegantissima, ricca di letteratura, di teatri, caffè e librerie, una città che senz’altro merita l’investitura di luogo letterario per eccellenza, dove le storie della gente comune si mischiano con quelle eccezionali di personaggi nati dall’immaginazione illimitata dei “nostri” scrittori preferiti, da Joyce a Slataper, da Saba a Scerbanenco, passando per il misterioso e schivo Majevski, ognuno di loro ha raccontato Trieste in modo originale, contribuendo ad accrescerne la sua fama e la curiosità nei lettori e viaggiatori di tutto il mondo.

Il re del noir italiano, Giorgio Scerbanenco

Tra i tanti luoghi di Trieste dall’indiscusso fascino letterario ce n’è uno perso nel tempo, in pieno centro, che però può passare inosservato ai più, offuscato dalle luci delle vetrine dei negozi di abbigliamento e dalle facciate eleganti degli edifici in stile neoclassico. È la libreria Antiquaria di Umberto Saba. Quando l’abbiamo scoperta siamo rimasti a bocca aperta, perché non certo ci aspettavamo un posticino così magico in una delle vie più passeggiate della città. 

GUIDA LETTERARIA DI TRIESTE, LEGGI QUI

2. LISBONA (PORTOGALLO), IRRESISTIBILE MALINCONIA

Lisbona resta in assoluto una delle città più affascinanti, per bellezza e decadenza e blasone letterario. Qui si respira tutto il senso di malinconia presente nell’animo dei portoghesi, che ogni volta viene fuori quando si ascolta il fado, un particolare genere musicale caratterizzato da un mix di motivi struggenti, melanconici e romantici. Una magia che dai quartieri più arroccati scende giù verso il centro storico per dileguarsi tra le acque placide del Tago e gettarsi
nell’ Oceano Atlantico, come un pensiero romantico che non si dimentica più. Quando si visita Lisbona si percepisce chiara questa atmosfera e si partecipa a uno scenario surreale, dal quale si rimane inevitabilmente attratti.

Chi ha letto Pessoa, Saramago o Tabucchi sa bene di cosa stiamo parlando; tutta la loro opera è legata da un sottile filo conduttore che rimanda ad uno stato d’animo sospeso tra il non detto e il metafisico. I personaggi delle loro opere si muovo in un mondo onirico che volge sempre al crepuscolo, finendo per tracciare una parabola incredibilmente fluida, come se questi personaggi uscissero tutti dallo stesso calamaio. Ricordo che abbiamo girato per Lisbona con il libro di Tabucchi in mano, Requiem, che costantemente ci sussurrava preghiere di esser letto. Si tratta di un viaggio onirico che il protagonista compie nell’arco di una sola giornata, una torrida giornata estiva, in attesa che giunga la sera per incontrare una persona, presumibilmente il poeta Pessoa.

Rocco Sur con Pessoa

Oltre ai libri, ci sono i luoghi che rievocano la vita di questi incredibili scrittori: c’è la Brasileira do Chiado, uno dei bar più antichi e belli di Lisbona dove era solito andare a sedersi Pessoa, c’è la zona portuale dell’Alcantara tanto cara a Tabucchi e la Varina da Madragoa, il ristorante preferito dal Premio Nobel José Saramago e dove siamo anche stati per vedere se era cambiato qualcosa da allora, e no, non è cambiato nulla, tutto è rimasto come ai vecchi tempi, semplice e riservato e discreto.

A Brasileira do Chiado, entrata.

“Nel bellissimo libro di Tabucchi, Sostiene Pereira, si racconta la progressiva presa di posizione contro la dittatura salazarista e la parabola discendente di un giornalista di mezz’età al crepuscolo della sua carriera, sullo sfondo di una Lisbona degli anni ’30. Prevale un forte lirismo, mai appesantito dalla retorica, che arriva dritto al cuore del lettore, una magia che ha valso a Tabucchi la fama imperitura.”

3. SALVADOR DE BAHIA (BRASILE), SAPORE TROPICALE

Salvador de Bahia è una città potente, un grande calderone in cui ribollono culture e religioni diverse, assieme ad una Storia cruenta e fastosa allo stesso tempo. Tutto qui parla di letteratura, grazie principalmente a Jorge Amado, il Cantore della Bahia, che con i suoi libri indimenticabili ha fatto conoscere al Mondo l’incredibile e variegata società bahiana.

Lo sguardo di Salvador è ipnotico, tradisce un’antica sacralità. Qualsiasi tradizione qui, qualsiasi folclore, possiede una matrice religiosa. Gran parte della popolazione è di pelle nera. È questo il cuore del Candomble, antico culto animista, eredità degli schiavi africani deportati dalla loro madre terra per essere impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero, di tabacco e di cacao.

Camminando tra le strade di Salvador si coglie un interessante sincretismo culturale e soprattutto religioso che ha permesso la fusione dei santi cristiani con quelli del Candomble, i cosiddetti Orixas, figure protettrici e intermediarie tra il popolo e le forze della natura. Ciò che salta maggiormente all’occhio del visitatore sono le grandi chiese in stile barocco-portoghese del Pelourinho. Salvador è un mix di colori, di edifici regali e fatiscenti, di odori forti che sanno di vecchio, e a volte di fogna, nonostante ciò, la città resta bellissima come una malìa.

“Salvador non è una città qualunque, le sue strade e i suoi antichi edifici racconta storie davvero incredibili, casa di personaggi memorabili, se non nella verità, nella fantasia di un grande scrittore, uno scrittore che con il suo talento ha dato vita a Romanzi indimenticabili facendo conoscere a tutto il mondo la cultura bahiana, il suo nome è Jorge Amado.

Antonio Balduino, Jubiabà, Virginio Cabral, Doña Flor, Gabriela, nomi che proiettano mondi e avventure in grado di trasportare il lettore in quel Brasile popolare ed evocativo che in parte non esiste più. Le lotte fratricide tra i Fazendeiros (i proprietari delle immense piantagioni di Cacao della Baia) per il controllo delle foreste vergini da adibire a Cacao, la forza bruta dei Jagunços, i sicari di cui i Coroneis ( I colonnelli del Cacao) si servivano per tutelare i propri interessi. E poi la selva, l’immensa selva tropicale, simbolo di un mondo carnale e tribale ed emblema della forza superiore ed ingestibile della Natura.

4. MARSIGLIA (FRANCIA), profumo di libri e… Mediterraneo

Diceva Jean-Claude Izzo, compianto maestro del noir francese, che Marsiglia non è una città per turisti, che non c’è niente da vedere e che la sua bellezza non si fotografa. Si condivide. E allora condividiamola questa bellezza, incontenibile, fugace, contraddittoria, come si è mostrata ai nostri occhi in una giornata di inizio dicembre. Marsiglia città sporca, pericolosa, poco raccomandabile? Di sicuro città letteraria ed è questo che a noi interessa, perché la verità è che a condurci qui, oltre al destino, sono state le pagine illuminanti di Alexandre Dumas, prima, e di Jean-Claude Izzo, poi, due scrittori molto diversi per tempi e stili, che hanno avuto il merito di insinuarci la curiosità e il dubbio di una città troppo spesso mal additata.

Perdersi tra le strade colorate e un po’ trascurate del quartiere di Le Panier, tra murales e graffiti d’autore, camminare lungo la celeberrima Canebiere, ahimè ormai un po’ troppo turistica, mangiare un tajine in un ristorante tunisino o delle alici impanate alla marsigliese, bersi un pastis con ghiaccio, come faceva sempre Fabio Montale, veder skatere i ragazzi sul piazzale della Cattedrale di Santa Maria Maggiore e poi fermarsi ad ammirare il panorama che spazia dai cantieri del porto commerciale fino all’imponente struttura del castello d’If.

e ancora, entrare in un vecchio negozio di antiquariato per scoprire mirabilia o in una boutique di saponi per respirarne il fresco aroma di bucato, ecco cosa si può fare a Marsiglia, questo e altro ancora, basta che non vi dimenticate di portare con voi (o dentro di voi) un libro di Izzo, di Zola o di Alexandre Dumas. Siete in una città speciale, e ad ogni passo che farete sarà come sfogliare una pagina delle opere di questi grandi scrittori.

“L’umanità di Fabio Montale, figlio letterario del grande Jean Claude Izzo, si nutre dei dettagli della vita vera: le donne che ama innanzitutto, le amicizie, la musica, il pastis, il vino, il mare e il cielo di Marsiglia, una città simbolo di un Mediterraneo diviso tra bellezza e violenza, tra due colori: l’azzurro del cielo e del mare ­e il nero della morte e dell’odio.”

“Buona letteratura e belle città. Sole, aria di mare, arte, qualche pensiero, tanti sogni, scarpe sciolte anche un po’ di raffreddore. E poi i gabbiani, li si sente ovunque, specie nelle città piene di barche e di turisti. Leggo di Marsiglia, ma sono a Barcellona e presto chissà dove. Ho scelto di vivere la mia vita e sono felice di chi mi accompagna. Finisco di leggere questo libro e poi ne cercherò un altro.”

VICTOR MAJEVSKI – Eteronimi

5. MATERA (ITALIA), TRA CINEMA E LETTERATURA

Vogliamo chiudere questa nostra rassegna con Matera, volutamente, una città unica, rimasta in disparte nel corso di tutta la storia, salvo poi rinascere nel 2019, con l’investitura del titolo di Capitale Europea della Cultura. Una città incredibile in cui si fondono le suggestioni del cinema e della letteratura, sempre presenti ad ogni angolo, a ogni vicolo.

Matera è la città degli scrittori, e tra questi non sono passate inosservate le considerazioni del premio Pulitzer Michael Cunningham, che la descrive in tali termini: Matera – le sue rocce, le sue strade, le sue strutture – è sostanzialmente di un solo colore, un biancastro simile a quello di un osso spolpato e abbandonato al sole e alla pioggia del deserto. Non ci sono alberi. Non c’è erba. Come se ogni cosa fragile, cedevole, fosse stata spazzata via dal vento millenni fa. Matera è composta soltanto da quanto è in grado di resistere a una forza sconquassante. Matera è ciò che resta dopo gli uragani. Per Fabrizio Caramagna, Matera non è una città qualunque, bensì una città dal ritmo lento, che ha lo stesso ritmo delle pietre e dei sassi di cui è fatta. Di fatto, la si può godere solo se ci si adatta a quel suo ritmo, perché c’è solo un modo per conoscerla: scendere e salire i suoi infiniti gradini di pietra. E come afferma, giustamente Licia Troisi, Matera è una città in cui mattone e pietra si compenetrano, in cui è impossibile capire dove finisca una e dove cominci l’altro. Case che entrano l’una nell’altra, una sopra l’altra, connesse da vicoli e scale tortuose, come in quadro di Escher.

“Alzando gli occhi vidi finalmente apparire, come un muro obliquo, tutta Matera. Di lì sembra quasi una città vera. Le facciate di tutte le grotte, che sembrano case, bianche e allineate, pareva mi guardassero, coi buchi delle porte, come neri occhi. È davvero una città bellissima, pittoresca e impressionante”.

(Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli)

6. GUANAJUATO (MESSICO), la città dei 2 mondi

Spulciando a ritroso la nostra percorrenza per le città del mondo, ci è tornata in mente quella di Guanajuato, capoluogo dello stato omonimo, che noi abbiamo avuto il piacere di conoscere nella nostra ultima sortita in Messico (Febbraio 2020), alla scoperta dei territori a nord-est di Città del Messico. Senza aspettative, ci siamo ritrovati in un centro molto particolare e vitale, che sembra aver sviluppato nel tempo un particolare fascino, attraendo artisti, scrittori ed esploratori da tutto il mondo.

Guanajuato è una città incredibile, ricca di arte e cultura, pullulante di vita. Potremmo definirla, senza dubbio, joya de America, un gioiello coloniale, una caldera di storie e avvenimenti. Si tiene qui, infatti, un importantissimo Festival Internazionale dedicato a Miguel Cervantes, e sempre qui è germinato il seme dell’indipendenza messicana.
Come se non bastasse, Guanajuato è stato anche luogo di ispirazione del meraviglioso lungometraggio animato, COCO, nonché città natale del grande Diego Rivera, borioso e geniale compagno di Frida Khalo.
A Guanajuato passò anche il naturalista ed esploratore tedesco, Alexandre Von Humboldt, in occasione del suo giro del mondo. C’è una targa in bronzo a commemorare il suo passaggio avvenuto tra agosto e settembre 1803.

Monumento a Cervantes

“Non solo camminare per le strade, ma anche visitare i suoi tanti musei. Luoghi strani, spesso curiosi, come quello delle mummie, che contribuiscono a raccontare la Storia ricchissima di una città davvero sui generis.
Quello più interessante, almeno per noi, è il Museo Iconografico del Quijote, considerato il più importante del mondo nel genere, con un patrimonio di oltre 800 pezzi che rappresentano i personaggi di una delle opere più incredibili di tutti i tempi, Don Chisciotte.

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Il Premio Letterario Nazionale “Racconti di mare e di costa” nasce con l’intento di individuare e premiare nuovi talenti letterari, nonché di valorizzare paesaggi, popoli e cultura dell’ambiente costiero, con particolare attenzione per la Costa dei Trabocchi.

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