Chi sono i rari vagantes? Figure leggendarie e idealizzate o esploratori reali? Di questi virtuosi viaggiatori sensibili, colti e coraggiosi, che vagamente richiamano alla memoria i clerici vaganti del Medioevo oppure i commessi viaggiatori dell’epoca classica, non si hanno tracce dirette, nemmeno nei codici più antichi, a parte una curiosa eccezione di cui parleremo a breve.
Tuttavia sembrano essere presenti nella tradizione orale di varie culture occidentali; la loro aura detiene caratteristiche concrete che travalica le epoche, in nome del viaggio e della conoscenza.
Noi di Vitamina Project ci siamo chiesti se esistono oggi viaggiatori con simili caratteristiche e se si, quale sarebbe il loro compito in un mondo così globalizzato. Ecco, quindi, che torniamo alla questione iniziale: chi sono esattamente i Rari Vagantes e cosa li differenzierebbe nello specifico dai viaggiatori ordinari?
L’INIZIO DELLA RICERCA, UNA PREMESSA PERSONALE
Una volta, mia zia mi regalò un libro che aveva pubblicato dopo una lunga gestazione. Si trattava di un testo che ricostruiva da un punto di vista esegetico la tradizione della leggendaria Lancia di Longino, ovvero la lancia con cui Gesù sarebbe stato trafitto al costato, dopo essere stato crocefisso, da un soldato romano, Longino appunto.
Al di là del suo riconosciuto valore storico-filologico, ricordo bene quel libro principalmente per la dedica che mia zia mi riservò nel frontespizio.
“A Rocco, raro vagans, viaggiatore appassionato e preparato, animato da uno spirito d’esplorazione non comune. Con l’augurio che continui a viaggiare per questo mondo in nome dell’universalità e della conoscenza.”
Quelle parole, colme di affetto e stima, non mi lasciarono ovviamente indifferente, e le ricordo sempre con piacere. Ad incuriosirmi più di tutto, però, fu quella definizione, piuttosto singolare, che mia zia aveva usato nei miei confronti: ai suoi occhi di studiosa, io ero un raro vagans!
Tuttavia, pur avendo studiato latino per molti anni (alle superiori e all’università) non avevo mai sentito nominare quel termine, era la prima volta e, inevitabilmente, cominciò a risuonarmi con prepotenza nelle meningi.
I RARI VAGANTES NELLA LETTERATURA
Viaggiatori, itineranti, pellegrini, viandanti, vagabondi, nomadi, naviganti? O forse niente di tutto questo? Chi sono, quindi, i rari vagantes?
La verità è che sappiamo ben poco di loro. L’unica fonte che li menziona esplicitamente è un saggio del 1948 dal titolo emblematico: << L’epoca dei santi viaggiatori >>, edizione ormai introvabile, opera di un certo Victor Majevski scrittore triestino semi-sconosciuto, la cui figura, anch’essa, si perde nell’ignoto.
Nella sua opera, Majevski affronta, con il piglio dello storico e il lirismo del poeta, per la verità del grande poeta, la questione dei rari vagantes.
Li descrive come personaggi singolari, dalla sensibilità non comune, delicati viaggiatori che si muovono tra una cultura e l’altra in punta di piedi, consapevoli di essere visitatori di passaggio, senza alcun diritto da pretendere.
“I rari vagantes se ne vanno in giro per il mondo in cerca di storie, arguzie varie e luoghi singolari, sono esploratori dell’ignoto, viandanti lenti mossi da uno spirito assai raffinato di universalità e interculturalità.”
IL VIAGGIO LENTO DEI VIANDANTI COLTI E GENTILI
Si portano dietro poche cose, qualche libro tutt’al più, viaggiano in maniera semplice, e tutto ciò che vedono e conoscono non lo nascondono gelosamente, bensì lo raccontano nelle piazze, nelle locande e nelle case dove vengono ospitati. Potrebbero definirsi dei cantastorie appassionati. Prediligono le mulattiere e i sentieri di campagna, non disdegnano nessun offerta e dormono lì dove capita, anche all’addiaccio se la situazione lo richiede. A contraddistinguerli, oltre a una cordialità e discrezione tutt’altro che formali, una vasta preparazione, sono viaggiatori colti e consapevoli che hanno scelto per libero arbitrio la via della strada, dell’avventura e della vita.
LA TRADIZIONE MEDIEVALE DEI CHIERICI VAGANTI
Di primo acchito, i rari vagantes potrebbero essere confusi con i clerici vaganti, con i quali condividono molte affinità. Tuttavia, le differenze sono varie e di carattere concettuale: questi ultimi sono considerati degli ordini clericali, seppur minori, godevano quindi di privilegi ecclesiastici; inoltre, erano espressione diretta di una specifica epoca storica, quella medievale.
“I clerici vagantes sono l’espressione della latinità medievale, essi sono gli studenti girovaghi del basso Medioevo, potevano spostarsi in tutta Europa per seguire le lezioni che ritenevano più opportune.
Erano definiti chierici perché avevano gli ordini minori e dunque potevano godere di alcuni privilegi ecclesiastici.”
I rari vagantes, invece, non rappresentano nessun ordine, né appartengono ad alcuna corporazione, essi viaggiano per se stessi, in nome della conoscenza spinti esclusivamente dal richiamo dell’avventura. Hanno svariati anni di studio alle spalle, sono colti e poliglotti, in grado di comunicare in qualsiasi contesto. La gentilezza, il sorriso e la discrezione sono i loro pass-partout.
CONCLUSIONI
In base a quanto descritto, i rari vagantes sembrerebbero esistere ancora, probabilmente sono sempre esistiti e portano in nuce il passaggio delle epoche, il germe dell’evoluzione. Sono essi il riflesso più nobile della nostra società umana. Tuttavia, non è facile identificarli, perché in questa nostra epoca moderna, così frenetica ed eccentrica, i valori della cordialità e del rispetto, spesso, vengono subordinati alle logiche economiche e del profitto.
Noi, però, restiamo positivi, perché in fondo, a mandarci avanti sono sempre stati l’amore per la conoscenza e il richiamo dell’avventura.
“L’evoluzione ci ha voluti viaggiatori”
BRUCE CHATWIN