Ogni tanto ci torna in mente l’Australia e soprattutto la sua millenaria cultura aborigena, offuscata da secoli di violenza coloniale, ma mai doma, perché troppo potente, anzi magica e per questo inafferrabile. Da sempre l’Australia affascina e non è un caso che molti viaggiatori, tra cui noi, hanno mosso “i primi passi” proprio da qui. Pare si tratti, infatti, dell’utero della Terra, il luogo primigenio dove tutto ha inizio; lo sapevano bene gli Aborigeni, che abitano il nostro pianeta da oltre 60 mila anni, e che nella loro mitologia ritengono che ogni cosa nasca dal sogno, anzi dal Dreamtime, <<il Tempo del Sogno>>.

Per quanto ci riguarda, è da quando abbiamo iniziato a viaggiare che proviamo a seguire le orme delle tante culture indigene sparse per il pianeta, perchè siamo convinti che abbiamo tanto da imparare da esse. Tra le più incredibili c’è quella aborigena, autrice di una mitologia sottile, affascinante che mescola il reale con il tempo del sogno, quello che gli Aborigeni Australiani, chiamano appunto Dreamtime. Un concetto forse difficile da concepire per noi europei occidentali, eppure ricco di sfumature culturali che hanno i loro riscontri diretti nella vita di tutti i giorni. D’altronde ogni Cultura ha la propria cosmogonia, una propria concezione di Principio, inteso come l’inizio di ogni cosa, e più concretamente come nascita del mondo. Il DreamTime è il tempo della creazione, un tempo in cui gli Aborigeni ritengono che i loro antenati abbiano creato il mondo con il canto. Cosa c’è di più magico e poetico?
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LE VIE DEI CANTI
Nel suo libro Le vie dei canti, l’esploratore inglese Bruce Chatwin (che viene considerato a ragione uno dei più rilevanti scrittori di viaggio del XXI sec.) afferma che i racconti del Tempo del Sogno sono tramandati dagli Aborigeni Australiani in forma di canti, in inglese song lines; ognuno di questi canti descrive il percorso seguito da una creatura ancestrale nel suo viaggio originario dall’immanenza alla realtà, e ha una struttura musicale che corrisponde, come una sorta di mappa, alla morfologia del territorio attraversato da tale percorso.

“Gli aborigeni immaginano di creare ogni cosa cantandola, attraverso le vie dei canti, un labirinto di linee immaginarie, visibili solo ai loro occhi, che rappresentavano le “Impronte degli Antenati” o “Le vie della Legge”, lungo le quali i primi aborigeni si spostavano da un luogo all’altro.”
IN COSA CONSISTE IL DREAMTIME
Dreamtime, in italiano “Tempo del sogno, è la denominazione utilizzata dagli antropologi per tradurre un concetto che allude all’insieme di miti e cosmogonie posti alla base della religiosità degli Aborigeni Australiani. Questo tempo è una dimensione della realtà che comprende passato, presente il futuro e ogni cosa che non ha ancora smesso di esistere. I miti, o i sogni, raccontano l’origine di tutte le cose, materiali e immateriali. Nascono in un passato ancestrale in cui gli antenati diedero origine al mondo, alle istituzioni e ai rituali e che gli aborigeni sono obbligati a tramandare per mantenere inalterato l’ordine di tutte le cose, sia naturali che umane.
Un sogno è anche un disegno totemico che viene rappresentato nell’arte, che appartiene a un determinato gruppo aborigeno o a un artista, sul quale quest’ultimo ha un diritto ereditario. Una specie di copyright.

Il Dreamtime è strettamente connesso con il territorio aborigeno, e grazie alla sua capacità creativa, dà vita ad una geografia sacra. I primi uomini, ovvero gli antenati creatori, nel corso dei loro pellegrinaggi diedero origine a tutte le cose cantandole, ovvero nominandole nel canto: le cosiddette songlines. In questo modo, essi crearono le cose belle, ma anche gli accidenti, gli imprevisti e le cose brutte, rispettando così l’equilibrio universale.

Per afferrare questo concetto, è importante sapere anche che la struttura sociale degli Aborigeni è particolarmente complessa e si divide in due metà complementari, Dhuwa e Jirritja, a cui appartengono gli uomini, ma anche la natura e gli esseri mitologici, i quali attraverso l’arte convivono nel cosiddetto Tempo del Sogno. Arte che abbiamo potuto ammirare recentemente presso un’esposizione temporanea ospitata dal Museo Etnografico di Barcellona, che si trova nel quartiere del Borne, di fronte al Moco Museum.

CERCA IL TUO TEMPO DEL SOGNO
TJUKURPA NELLA LINGUA DEGLI ABORIGENI SIGNIFICA “Tempo del Sogno” o Dreamtime, ovvero un’epoca mitica durante la quale i primi uomini (di origine non umana) hanno cominciato a vagare per il mondo, allora ancora indistinto, dando un nome alle cose che incontravano. Lo fecero usando il canto. Ne venne fuori una sorta di mappa geografica, seguita e ricalcata dai successori, ovvero gli antenati degli uomini attuali, i quali continuarono ad alimentare le cosiddette Song lines, “le vie dei canti” di cui parla anche B.Chatwin.
È questo uno dei fulcri della mitologia Aborigena, una suggestione che è alla base del nostro #TJUKURPA
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