Algeri profuma di Mediterraneo, con un’essenza pura che ti spara la luce direttamente in faccia, giusto in mezzo agli occhi, abbagliandoli. Ad Algeri si respira il Mediterraneo, si vive da arabi e si parla francese; in verità i tempi della colonizzazione sono per gli algerini un oscuro e nefasto ricordo, ma hanno contribuito a forgiare l’identità di una città piena di cultura dove, nel tempo, sono passati arabi, romani, bizantini, vandali, spagnoli, dando vita a un potpourrì di stili di vita e visioni alternate, che oggi si fondono in un’unica ferma prospettiva, la stessa che accoglie la sabbia del grande Sahara e la proietta generosamente verso il cuore del Mediterraneo, in direzione dell’Europa. Algeri è a tutti gli effetti una delle capitali del Mediterraneo, con il suo porto, la sua bellissima baia e quella mistione architettonica che accoglie l’innovazione all’interno di una matrice fortemente araba, intessuta di ghirigori coloniali.
Il Boulevard Che Guevara, ovvero la lunga e scenografica promenade che si affaccia sulla baia di Algeri, è quanto di più bello la città possa offrire, oltre alla Casbah, cuore dell’antica cittadella araba, i quartieri francesi e i tanti colli dai quali si può ammirare questo enorme mosaico di vita, che è l’emblema di un intero Paese.
Non a caso è proprio ad Algeri, che nel 1962 Il Fronte Nazionale di Liberazione portò a termine un’offensiva iniziata già nel 1954 e volta a liberare tutto il Paese dalla opprimente presenza coloniale dei francesi, i quali a loro volta si erano insediati nel lontano 1830. L’atto conclusivo di questa strenua resistenza, che si svolse quasi interamente nella casbah di Algeri, i cui segni del conflitto sono visibili tutt’ora, è mirabilmente raccontato da Gillo Pontecorvo nel film, ormai d’epoca, “La Battaglia di Algeri” (1966).
ALGERI, ARIA DI CASA
Fin dalla prima volta che abbiamo visto Algeri, l’abbiamo amata e continueremo a farlo, perché ormai qui, grazie a Oriana e alla Famiglia Unitour, di cui ci sentiamo parte, siamo di casa nel vero senso della parola. Da qui partono, infatti, le spedizioni esplorative che il nostro Rocco Sur coordina come accompagnatore e guida archeologica alla scoperta dei siti romani della costa fino alle bellezze mozzafiato del Deserto del Sahara, situate molto più a sud, alle propaggini meridionali, al confine tra Libia e Niger. Viaggi che accompagniamo con tanta passione e amore, le stesse che ci vengono ispirate da un Paese ricco di tesori.
“Algeri la Bianca
melanconica come un’infanzia passata che resta sempre viva,
bella come un pensiero che fa battere il cuore e vibrare gli occhi
alla vista di un qualcosa che va oltre,
al di là di quello che c’è.”
INFORMAZIONI UTILI
Algeri è collegata con l’Italia tramite voli giornalieri che da Roma impiegano appena 2 ore per giungere a destinazione; l’aeroporto internazionale di Algeri si trova ad appena una mezz’oretta dal centro città. Per entrare nel Paese, però, occorre un visto consolare che va richiesto per tempo presso il Consolato al prezzo di 100 euro, con durata variabile che va dai 30 giorni a salire (A tal proposito vi invitiamo a consultare il sito ufficiale della Farnesina). Le abitudini del Paese sono, come immaginerete già, di impostazione araba, per cui resta difficile reperire alcol (anche nella Capitale), molto più facile fumare. Internet non semplice da reperire eccezion fatta per il wi-fi di ristoranti, hotel e locali vari. Ad Algeri, come in tutta l’Algeria, la sicurezza non è una preoccupazione, per cui ci si muove ben ovunque, mentre nella casbah è necessario essere accompagnati da una guida locale.
“Per entrare in Algeria, però, occorre un visto consolare che va richiesto per tempo presso il Consolato Algerino in Italia”
“Algeri è a tutti gli effetti una delle capitali del Mediterraneo, con il suo porto, la sua bellissima baia e quella mistione architettonica che accoglie l’innovazione all’interno di una matrice fortemente araba, intessuta di ghirigori coloniali.”
UNO SGUARDO AL FUTURO SENZA DIMENTICARTE IL PASSATO
Oggi Algeri è una città a tratti moderna, a tratti ancora imbrigliata nel passato che si muove secondo ritmi di vita totalmente arabi, scanditi dal canto del muezzin e molto dedita e orgogliosa della propria Storia. Camminando per le vie della città, si notano principalmente due volti, quello coloniale, elegante e sontuoso, con i suoi palazzi in stile francese, e quello arabo, più esotico e confusionario, dominato dai mercati e dalle attività commerciali. In generale, la città si predispone su tre livelli: il porto commerciale, i quartieri francesi che si affacciano su di esso, e più in alto ancora l’antica cittadella araba, attorno alla quale si è sviluppata senza un ordine architettonico ben preciso la città moderna.
“La città, in generale piuttosto sicura, è tranquillamente girabile a piedi. In alternativa consigliamo di provare la moderna metropolitana che collega le principali attrazioni turistiche. Ristoranti e bar di vario tipo animano le vie del centro, mentre la Casbah rappresenta il nucleo storico dell’antica cittadella araba”
COSA VEDERE AD ALGERI
Nella bella capitale d’Algeria ci sono tante cose da fare e vedere, e non sarà sbagliato dedicarle più di un giorno di visite.
- Il Memoriale dei Martiri (Maqam Echahid) è un colossale monumento inaugurato nel 1982 in occasione del è 20° anniversario dell’indipendenza dell’Algeria. L’iconica struttura, realizzata in cemento armato è visibile da ogni punto della città. Si trova sulla montagna di Hama, nella zona della Madania, a 127 metri sul livello del mare, rivolto in direzione del Mediterraneo. Il monumento, progettato dai polacchi, è alto ben 92 metri di altezza, e l’intera torre presenta tre foglie di palma e simboleggia i vari passaggi della rivoluzione araba in Algeria, culturale, industriale, terrestre. Lo si raggiunge tramite una funicolare situata giusto ad una delle uscite del Jardin d’Essai.
- Museo Nazionale dei Martiri, situato ai piedi del Memoriale dei Martiri, questo museo vale assolutamente la visita perché racconta con dovizia di particolari le vicende della cruenta guerra di liberazione che dal 1954 ha portato l’Algeria a raggiungere l’indipendenza nel 1962 e a liberarsi quindi dalla morsa coloniale durata ben 130 anni.
- La Basilica di Notre Dame d’Afrique è il simbolo dell’Algeria cristiana; con la sua architettura imponente guarda il mare dalla cima di un promontorio alto 124 metri, situato a nord del centro di Algeri e collegato alla località Bologhine tramite una funivia. I lavori di edificazione cominciarono nel 1855 per terminare nel 1872, quando fu consacrata con cerimonia solenne dal Cardinale Lavigerie il 7 luglio di quello stesso anno.
- La Casbah si trova nella parte alta della città e corrisponde all’antica cittadella araba fortificata coincidente con l’area della vecchia medina; riconosciuta patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO dal 1992, rappresenta un fondamentale esempio di architettura islamica e maghrebina. Fondata nel X secolo dai berberi Ziridi, fu poi arricchita dai contributi delle altre dinastie berbere che successivamente dominarono il Maghreb centrale. Raggiunse il suo apice durante il periodo della Reggenza di Algeri, della quale fu sede del potere politico. Conquistata dai francesi nel 1830, la casbah fu gradualmente emarginata man mano che il centro del potere veniva spostato nella città nuova. Occupò poi un ruolo centrale durante la guerra d’Algeria, servendo come roccaforte per gli indipendentisti del Fronte di Liberazione Nazionale. Quando il paese ottenne l’indipendenza nel 1962, il quartiere non riacquistò il suo precedente ruolo centrale, rimanendo un’area marginalizzata della città.
- Le Jardin d’Essai du Hamma è un’enorme parco tropicale di circa 80 ettari, vero il polmone verde di Algeri, dove i cittadini della capitale si riversano per stare in famiglia o con gli amici. Situato al centro della città, ricchissimo di piante rare e non, con punti di ristoro, panchine, relax e godimento dei sensi. Data l’estensione del sito, una visita può richiedere anche due ore. In questo luogo é stata girata la prima versione del famoso film Tarzan.
“Il porto è dominato dai cubi bianchi della Kasbah. Quando si è al livello dell’acqua, sul fondo bianco crudo della città araba, i corpi formano una striscia ramata. E, man mano che si avanza nel mese d’agosto e il sole cresce, il bianco delle case si fa più accecante e la pelle prende un colore più cupo.”
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