Valicando gli Appennini abruzzesi, in direzione di Roma, al tramontare del nostro tour di 6 giorni in Abruzzo, ci imbattiamo nelle spettacolari rovine di Alba Fucens, una città romana molto ben conservata, risalente al IV sec. a. C, dotata di un reticolato urbano classico, con tanto di via colonnata monumentale, cardo e decumano in lastricato originale, basilica, terme e soprattutto alcova di un anfiteatro spettacolare, incastonato in una cornice naturale d’eccezione, con sullo sfondo le pendici già innevate del Monte Velino.
Alba Fucens ci si presenta così, come un eccezionale miraggio che squarcia il grigiore di un cielo autunnale, una visione così particolare, da non sembrare neanche reale!
Uno spettacolo nello spettacolo, nel cuore di un Abruzzo custode di tesori sempre più inattesi.
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UN TESORO TRA LE MONTAGNE INNEVATE DELL’ABRUZZO
Un’antica città romana fondata nel 304 a.C come colonia di diritto Latino e situata in posizione strategica su di una collina appena a nord della via consolare Tiburtina Valeria, ai piedi del monte Velino, in una cornice naturalistica d’eccezione. Siamo nel comune di Masse d’Albe, in provincia dell’Aquila, nel territorio del Parco Regionale del Sirente-Velino.
In questa aerea molo estesa vivevano gli Equi e i Marsi, antiche popolazioni italiche che dovettero uniformarsi alle condizioni dettate dai Romani.
Gli Equi, a differenza dei Marsi, accettarono sin da subito la presenza dei Romani e per questo acquisirono il titolo di Colonia di diritto latino.
Fu fondata così Alba Fucens, il cui toponimo fa riferimento alla sua particolare posizione geografica, Alba, in latino “altura” e Fucens, aggettivo direttamente connesso alla piana del Fucino.
“Durante il Periodo Imperiale, Alba Fucens era un ridente centro commerciale che ospitava almeno 6000 coloni, dotato di numerose botteghe, di un grande santuario dedicato a Ercole, persino di terme con tanto di vasche in marmo.”
LA STRUTTURA DI ALBA FUCENS
La struttura della città seguiva i criteri classici dell’urbanistica romana, secondo i quali si sviluppava tutto sulla base delle due direttrici principali, il Cardo e il Decumano. Sulla via colonnata, grandiosamente lastricata, si affacciavano numerose tabernae, ovvero le botteghe commerciali, mentre uno degli edifici più importanti della città era il santuario di Ercole, risalente al I secolo a.C., il quale era dotato di una vasta area porticata di 83 m di lunghezza e 36 m di larghezza, che culminava con una gigantesca statua di Ercole Banchettante.
La parte centrale della vallata, che corrisponde all’attuale porzione scavata del sito, era occupata dal settore pubblico, e quindi dal Comizio, dal foro dalla Basilica, al Macellum. La parte delle abitazioni e degli insediamenti privati si trova al momento ancora sottoterra.
Gli archeologi stimano che una porzione corrispondente a quella evidente, sia ancora da scavare.
IL FIORE ALL’OCCHIELLO, L’ANFITEATRO
Oltre alla porzione urbana molto ben conservata, il fiore all’occhiello del sito archeologico di Alba Fucens è sicuramente il suo Anfiteatro romano, dalla classica forma ogivale che nel periodo del suo massimo splendore, durante l’epoca republicana e imperiale, ospitava grandiosi spettacoli di gladiatori. Le sue dimensioni di 95 m di lunghezza e di 75 m di larghezza ne fa uno dei più grandi del centro Italia.
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ALTRE STRUTTURE D’INTERESSE:
La Chiesa di San Pietro in Albe
A rendere ancora più prezioso il sito archeologico, la presenza, in posizione rialzata rispetto allo scacchiere urbano, della Chiesa di San Pietro in Albe, edificata nel XI secolo sulle fondamenta di un tempio preesistente dedicato ad Apollo, ospitante al suo interno un patrimonio artistico-scultoreo di rara bellezza: le colonne del tempio primordiale e un ambone con iconostasi dell’aquila romana; alla sesta colonna l’iconostasi cosmatesca realizzata nel Duecento dal maestro Andrea separa la navata dal coro.
La chiesa fu ricostruita fedelmente a cominciare dagli anni Cinquanta per anastilosi
- PER LA VISITA della Chiesa di San Pietro in Alba Fucens, contattare l’assuntore di custodia, signora Anna Maria Di Mattia, ai seguenti recapiti telefonici: 0863-23561/3406255973
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