Un viaggio mitologico sulle orme di monaci eremiti, passando per crepacci angusti e spettacolari, prima di aprire lo sguardo a uno scenario incredibile, dominato dai resti di un’antica abbazia benedettina.
Visitare le gole di Fara San Martino significa fare un salto nel cuore di un’Abruzzo meraviglioso, mai avaro di suggestioni e sempre in grado di lasciare a bocca aperta il viaggiatore.
LA PETRA D’ABRUZZO
Entrando nelle gole di Fara San Martino, sembra di ripercorrere il mitico Siq, che tra giochi di luci, ombre e sfumature di colori introduce al grandioso sito archeologico di Petra, in Giordania; eppure siamo altrove, in Abruzzo, terra di stupori, meraviglie e di tesori.
In questo luogo magico, dove la leggenda, la tradizione e la storia si fondono in un unico vortice, seguendo l’azione plasmatrice degli agenti atmosferici, il tempo e la natura hanno custodito per noi tesori archeologici di rara importanza.
Grazie alla sedimentazione dei detriti, di strati su strati, sono giunti sino a noi, in ottimo stato di conservazione, preziosi reperti del periodo medievale, in un’ampio ventaglio di epoche storiche che dal IX secolo arriva fino al XVIII.
Attraversare le gole e visitare l’abbazia benedettina è un’esperienza da fare, un passpartout per entrare nello scrigno dei tesori del nostro meraviglioso Abruzzo!
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“Leggenda vuole che le gole siano state aperte da San Martino con la forza dei gomiti per favorire l’accesso alla montagna dei faresi e per costruirvi poi la Chiesa di San Martino in Valle.”
L’ESCURSIONE ALLE GOLE
L’escursione in se per sè non richiede preparazione e allenamento particolari, il sentiero è piuttosto breve e agevole, seppur pieno di pietre e detriti, e si sviluppa sui circa 3,5 km totali. La caduta dei detriti dalle pendici non è frequente, ma non è da escludere, perciò è consigliato indossare il casco di protezione.
Dopo un tratto di leggerissima pendenza si arriva all’ingresso delle gole, le quali offrono uno scenario davvero suggestivo, e che una volta attraversate, si aprono su un’ampia conca dominata dai resti dell’Abbazia di San Martino in Valle. Quest’ultima, di epoca benedettina, è molto ben conservata, ed è accessibile esclusivamente con visita guidata (consigliata). Tuttavia il percorso è fattibile anche in autonomia, e per i più esperti e preparati si parte da qui per raggiungere, dopo 14 km, il Monte Amaro, la vetta più alta della Majella (2.793 m), la seconda degli Appennini.
“Nel cuore del Parco Nazionale della Majella, sulla scia di impervi sentieri montani, tra crepacci e gole mozzafiato, si trovano antichi monasteri di epoca benedettina, che raccontano storie di fede di tenaci monaci eremiti; come il monastero di San Martino in Valle, il cui culto cristiano è il risultato di un interessante sincretismo religioso con l’imponente figura pagana di Ercole Taurino.”
COME ARRIVARE
Le Gole di San Martino sono l’ingresso ad uno dei più lunghi valloni appenninici, il vallone di Santo Spirito che da Fara San Martino sale sul tetto della Majella.
Ci troviamo nel Parco Nazionale della Majella, in località Fara San Martino (Provincia di Chieti), nell’immediata prossimità degli stabilimenti della Pasta De Cecco, conosciuta in tutto il mondo, alle sorgenti del Fiume Verde, principale responsabile dell’erosione delle rocce, e quindi della creazione del suggestivo valico.
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